Niente carne e pesce per un giorno: è il Lunedì Verde, l’iniziativa francese per salvare ambiente e salute cambiando le abitudini alimentari
Niente carne e pesce per un giorno: è il Lunedì Verde, l’iniziativa francese per salvare ambiente e salute cambiando le abitudini alimentari
Giulia Crepaldi 8 Gennaio 2019Rinunciare alla carne e al pesce un giorno alla settimana per un mondo più sostenibile e una vita più sana. È questo il messaggio dell’appello per un Lunedì Verde, un’iniziativa lanciata in Francia con l’inizio del nuovo anno e sottoscritta da 500 esponenti del mondo scientifico, ambientalista, sportivo e artistico, come l’attrice Juliette Binoche, e da 24 associazioni e organizzazioni, tra cui spiccano Greenpeace e Ciwf France. I cittadini francesi che scelgono di partecipare all’iniziativa entrano a far parte di uno studio scientifico sul cambiamento delle abitudini alimentari condotto dai ricercatori del Cnrs, dell’Inra e alcune università d’oltralpe.
Diminuire il consumo di proteine animali è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale dell’alimentazione, soprattutto quella dei Paesi occidentali. Come si legge nel manifesto del Lunedì Verde, la produzione di carne è una delle attività umane più impattanti, in termini di consumo di risorse come suolo e acqua, di impatto sulla biodiversità a causa della deforestazione che ne consegue e di emissioni inquinanti, per esempio di biossido di carbonio e metano (ma non solo).
La campagna per un lunedì senza carne (e pesce) non ha alla base solo motivazioni ambientali, ma anche salutistiche. Ridurre l’apporto di proteine animali nella dieta può contribuire a diminuire il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e obesità. Inoltre, la produzione intensiva di carne, in cui l’alto numero di animali allevati favorisce la propagazione di malattie infettive che richiedono l’impiego di grandi quantità di farmaci veterinari, può contribuire allo sviluppo di batteri antibiotico-resistenti pericolosi per l’uomo.
C’è una terza motivazione dietro l’appello a dire no a carne e pesce per un giorno, quella del benessere degli animali. Si stima infatti che in tutto il mondo, per l’alimentazione umana, ogni anno siano macellati 74 miliardi di mammiferi e uccelli, quasi tutti allevati in maniera intensiva e in condizioni poco rispettose del benessere animale. Non va meglio a pesci, crostacei e molluschi, per i quali non si conoscono con esattezza i numeri: si parla di una cifra compresa tra i 500 e mille miliardi l’anno, tra pesca e acquacoltura.
L’iniziativa del lunedì senza carne (Meat Free Monday o Meatless Monday) è nata nei primi anni 2000 negli Stati Uniti, per dimostrare ai cittadini americani che ridurre il consumo di carne non è così difficile, e si è diffusa negli anni seguenti in diversi Paesi europei, dove è stata resa celebre soprattutto dal musicista Paul McCartney. In Italia, un appello simile era stato lanciato dalla sindaca di Torino Chiara Appendino, ma il suo invito a una “domenica vegana” era stato soffocato dalle polemiche.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Non si rinuncia a nulla e non si sostituisce nulla: in verità è solo corretta alimentazione. Pensiamo sempre che mangiare verdure o qualcosa di diverso dalla carne sia un ripiego, non è così. E’ proprio la nostra testa che deve cambiare.
Quindi l’iniziativa è lodevole, ma sforiamoci anche di vederla come una vera e propria necessità, una cosa da fare assolutamente e non una sostituzione. Ve lo dice un carnivoro ( nel senso che mi piace e mangio carne, ma molto raramente).
Fermo restando la sanità dell’iniziativa, da un punto di vista ambientale le cose non sembrano essere così ovvie se è vero che recenti studi smonterebbero il “luogo comune” secondo cui diventare vegani salverebbe il pianeta (perdonate la semplicisticissima sintesi). Dettagli qui: https://www.ilpost.it/2017/11/18/allevamenti-cambiamento-climatico-vegani/
Senza dubbio non sarebbe l’unica soluzione da adottare, ma il miglioramento sarebbe comunque apprezzabile. Riporto una frase dell’articolo che cita Lei: “Secondo i loro calcoli, se l’intera nazione passasse a una dieta senza bistecche e compagnia le emissioni di gas serra dovute alle attività agricole diminuirebbero del 28 per cento, una riduzione notevole, ma comunque distante dal 49 per cento delle emissioni di cui sono responsabili gli allevamenti.”
Attenzione a distinguere un particolare dal tutto. L’emissione di CO2 è solo UNO dei problemi degli allevamenti intensivi, e certamente non il più preoccupante di per sé.
Immaginare poi che la coltivazioni di ortaggi abbia delle emissioni in CO2 è ovvio, la ricerca, anzi, dimostra che ne produce molto meno rispetto agli allevamenti intesivi, se mai ce ne fosse ancora bisogno…
Lodevole iniziativa, anche se il problema di fondo rimane irrisolto, ovvero agricoltura e allevamenti intensivi, entrambi dannosi, irrispettosi dell’ambiente e della salute.
Una volta esisteva il digiuno ecclesiastico,ora e’ stato sostituito dal digiuno vegano.
Non mangio carne e pesce dal 1974, (ho 73 anni). Ma la mia fortuna è essere diventato vegano circa 10 anni fa. La mia salute ha avuto un notevolissimo miglioramento e mi sono solo pentito di non esserlo diventato prima! Nel mio piatto c’è pochissima sofferenza animale!
La descrizione della ricerca nll’articolo citato pubblicato su il “Post” mi pare alquanto “fuorviata” e ricca di luoghi comuni sul “come facciamo a sostituire determinate vitamine e calcio ecc.” senza carne o latte.
Sto leggendo in questi giorni il libro “Il pianeta mangiato” di Mauro Balboni, che consiglio vivamente perché scritto da una persona che ha lavorato nel settore dell’agroindustria.
Per il resto, io e la mia famiglia abbiamo eliminato carne, pesce, latticini e uova da 4 anni, con ottimi risultati dal punto di vista della salute, e non rimpiangiamo assolutamente questa scelta.
Consiglierei un piccolo passo in più anche nell’ottica della salute personale:
fare una giornata di digiuno programmato con solo tisane e brodi di verdure, secondo i saggi consigli e le indicazioni del Dr. Stefano Erzegovesi, specialista del San Raffaele di Milano.
“Il Digiuno per tutti” ed. Vallardi
https://ilfattoalimentare.it/diete-pericolose-rischi-benefici.html
Non si rinuncia a nulla e non si sostituisce nulla: in verità è solo corretta alimentazione. Pensiamo sempre che mangiare verdure o qualcosa di diverso dalla carne sia un ripiego, non è così. E’ proprio la nostra testa che deve cambiare.
Quindi l’iniziativa è lodevole, ma sforziamoci anche di vederla come una vera e propria necessità, una cosa da fare assolutamente e non una sostituzione. Ve lo dice un carnivoro ( nel senso che mi piace e mangio carne, ma molto raramente).