Anche in Italia dovremo raccogliere 200 mila firme per convincere Mulino Bianco a togliere l’olio di palma dai biscotti e dalle merendine? In Francia il giovane Johan Reboul ha convinto 200 mila cittadini a firmare una petizione indirizzata alla Mondelēz (multinazionale proprietaria del marchio LU) per chiedere di eliminare il palma dai biscotti. La società non ha ancora risposto, ma l’opinione pubblica preme e il cambiamento del comportamento di acquisto dei consumatori che hanno deciso di non comprare LU potrebbe risultare determinante. Anche noi rivolgiamo lo stesso invito a Guido Barilla e suo fratello Paolo che in qualità di proprietari del marchio Mulino Bianco possono prendere le decisioni del caso.
Il tema non è nuovo, tanto che i due fratelli l’anno scorso sono intervenuti in pubblico difendendo la scelta aziendale di usare il palma, pur ammettendo sia le criticità dell’ingrediente da un punto di vista ambientale, sia la necessità di un cambiamento. Nella realtà infatti Mulino Bianco conta già 25 prodotti in assortimento senza l’olio tropicale, mentre in altri ne ha ridotto la quantità. Nella stragrande maggioranza dei biscotti e delle merendine però l’olio di palma è protagonista incontrastato e questo non va bene. I fratelli Barilla sanno che il documento pubblicato dall‘Autorità per la sicurezza alimentare europea pochi giorni fa, lancia un’accusa pesante all’olio di palma. In buona sostanza dice che a causa dell’elevata temperatura che si raggiunge durante la raffinazione si formano tre composti tossici uno dei quali addirittura genotossico e cancerogeno. Il discorso riguarda anche altri grassi raffinati che però ne contengono una quantità da 6 a 10 volte inferiore.
L’altro aspetto da considerare è che l’Europa dal 2010 al 2014 (dati Fediol) ha incrementato l’importazione di palma di oltre il 30% e il trend è in crescita. La questione assume particolare importanza in Italia perché ne consumiamo una quantità esagerata, con un incremento dal 2011 al 2015 del 300% (da 274mila tonnellate a 821mila – dati Istat). In Europa siamo i principali utilizzatori e le differenze sono notevoli: un terzo più della Spagna, il doppio dei tedeschi e quattro volte di più rispetto ai Francesi (dati Fediol 2014). Insomma nella classifica delle sostanze grasse l’olio di palma è secondo solo all’oliva.
È vero che il palma utilizzato da Mulino Bianco da oltre un anno circa è al 100% certificato RSPO, ma questo marchio, per stessa ammissione dei promotori e delle grandi multinazionali del food, non offre le necessarie garanzie. In ogni caso i fratelli Barilla sanno che la distruzione delle foreste in Indonesia continua ed è fuori controllo, che gli incendi non sono mai stati interrotti e che gli oranghi continuano a morire. La sostituzione dell’olio di palma con altri oli come mais, girasole, olia ecc, non solo è possibile da un punto di vista tecnologico, ma è anche positiva da un punto di vista nutrizionale venendo incontro alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, che nel documento del febbraio 2016 evidenziava il rischio per i bambini e i giovani di assumere troppi grassi saturi anche attraverso merendine e biscotti con il palma.
In Italia ci sono oltre 400 prodotti da forno senza palma e 14 aziende che hanno deciso di togliere questo ingrediente dal ciclo di produzione. Presto questi numeri raddoppieranno. Vorremmo che Mulino Bianco come azienda leader del settore desse il buon esempio riducendone drasticamente la presenza. Molti consumatori hanno abbandonato prodotti come le Macine o gli Abbracci a causa del palma, ma non si sono rassegnati e vorrebbero riprendere fare colazione con i loro biscotti preferiti. Pochi mesi fa un appello simile rivolto alla Plasmon per togliere il grasso tropicale dai biscotti per l’infanzia ha funzionato. Speriamo che anche in questo caso prevalgano le ragioni dei consumatori e non quelle del profitto.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Io non firmo sicuro!!!
poi con chi me la prendo??? Adesso vorrete mica far diventare i prodotti Barilla sani e genuini???
E Ferrero e la Nutella !?!?!?!
Non servono petizioni o lettere: basta non acquistare Barilla come faccio io da tempo.
Se ne accorgeranno prima o poi!
Ho scritto 30000 volte a Bauli, ma da parte loro sempre e solo “non ci sono problemi, l’olio di palma è buonissimo e bla bla”. Sono anni che non compero più i loro prodotti!
Per convincere Barilla e’ sufficiente smettere di comprare Barilla…
Vorrei scriveste un articolo sulla ‘olio di palma presente nella grandissima maggioranza dei gelati. È inoltre possibile lanciare una ricerca da parte dei consumatori sui gelati Palm free? Grazie Gianpaola
Io ho smesso di comprare prodotti a base di olio di palma da quando mi sono informata e ho compreso i problemi salutistici e soprattutto quelli ambientali e socio economici. Tuttavia un paio di settimane fa mi sono lasciata tentare dai pangoccioli perché scorrendo velocemente gli ingredienti, ho visto che non c’era olio di palma. Con calma, gustando un molliccio pangocciolo, mi è andato di traverso quando ho letto meglio la lista degli ingredienti: inceve che olio di palma ci hanno messo olio di colza! Francamente non so tra i due quale sia meno nocivo. Mi auguro che la conversione non sia a base di olio di colza, altrimenti dovremo ripartire con un”altra battaglia!
Per approfondire la questione dell’olio di colza le segnalo quest’articolo: http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/olio-di-colza.html
La ringrazio per l’interessante segnalazione. Tuttavia, da consumatrice, non starei molto tranquilla, dovendolo dare ai miei bambini, se fosse sostituito in tutti i prodotti in cui è presente ora l’olio di palma: basse percentuali in molti prodotti, generano alte percentuali. E soprattutto mi chiedo, ma perché mai si devono modificare le caratteristiche di una pianta discussa quando esistono ottimi oli come quello di oliva che non provocano alcun danno?
Anna prova con la linea Gentilini (www.biscottigentilini.it), facilmente reperibili ovunque: hanno l’olio di girasole.
Da qualche giorno tutti i prodotti a marchio Esselunga e Colussi, non contengono olio di palma.
Se confrontate gli acidi grassi saturi tra prodotti che lo contengono e quelli senza (con olio di girasole, mais ecc). vedrete che hanno 1/3 dei grassi saturi, cioè meno colesterolo LDL!!
Anch’io acquisto prodotti Esselunga, i miei preferiti sono le fette biscottate integrali e i biscotti con grano saraceno e gocce di cioccolato, secondo me, anche molto più buoni dei corrispettivi Mulino Bianco!
Pensate a come ci vogliono bene Colussi, Plasmon e tutti quelli che si fregiano del bollino “senza olio di palma”…per vendere più biscotti ci dicono anche che hanno pensato a noi…veramente commovente. Hanno sguazzato per vent’anni nell’olio di palma e SOLO ADESSO ci dicono che fa male, quando è dal 2008 che si parla di contaminanti negli oli vegetali…IN TUTTI GLI OLI VEGETALI. Sarà mica marketing sfrenato? A questo punto meglio fare una petizione per calare anche i prezzi, visto che pensano tanto a noi!
Giusto Kevin, in effetti Colussi evidenzia l’assenza dell’olio di palma anche sulle confezioni dei croissants…beh…e’ stato sostituito dal burro di karite’….mah…mia moglie se lo spalma sulle gambe….
La Barilla, come altre aziende che basano la loro.pubblicità sul messaggio della qualità, è stata una grande delusione. Si, anche io ho cambiato il modo di scegliere gli alimenti. Leggere bene l’etichetta è davvero importante.
Io ero un consumatore di macine, fette biscottate barilla, merendine mulino bianco. Appunto…ero.
Altri hanno cambiato, chi sono loro per non farlo
Io lo ho detto già diverse volte che non compro nessun prodotto Barillas,Bauli e altri che si ostinano col Palma.Della Barilla già da due anni non ho più acquistato neppure la pasta e sughi pronti….nessun loro prodotto,tanto ve ne sono altri pur buoni.
E Galbusera? A parte le linee “speciali” tutti i biscotti contengono olio di palma.
Oro Saiwa idem
smettere di acquistare prodotti con olio di palma, io spendo qualche minuto per leggere gli ingredienti. Per quanto riguarda i gelati, la carte d’ore ha il palma, mentre i gelati della coop (mi riferisco alle vaschette) non lo contengono, sostituito dal girasole. Per quanto riguarda i biscotti, solo Gentilini Osvego.
Io, non compro prodotti che contengono olio di palma!
Oltre a tutto la Mulino Bianco non ha approfittato del momento come Colussi e altre case che specificano sui loro biscotti “senza olio di palma” e visto che ormai la notizia che l’olio di palma non sia il massimo è diffusa la gente compra altro..
Sostengo ancora l’opinione di Kevin 55…alcuni produttori evidenziano l’assenza di olio di palma …ma date un’occhiata agli ingredienti che lo hanno sostituito ( olio di cocco, burro di karitè, burro, olio di girasole …mah….)
Come indicato nell’articolo mi sembra giusto ribadire che anche Barilla ( Mulino Bianco ) ha in assortimento prodotti senza olio di palma…. basta leggere l’etichetta… e scegliere liberamente senza criminalizzare nessuno.
Mario,
sono concorde su alcuni sostituti ma l’olio di girasole non è un olio cattivissimo. Sempre meglio del palma.
Guarda il raffronto con il palma, oliva, e burro di karité:
Olio di girasole
Acidi grassi saturi 13 g
Acidi grassi polinsaturi 36 g
Acidi grassi monoinsaturi 46 g
Olio di palma
Acidi grassi saturi 49 g
Acidi grassi polinsaturi 9 g
Acidi grassi monoinsaturi 37 g
Olio di Oliva
Acidi grassi saturi 14 g
Acidi grassi polinsaturi 11 g
Acidi grassi monoinsaturi 73 g
Burro di karité
Acidi grassi saturi 47 g
Acidi grassi polinsaturi 5 g
Acidi grassi monoinsaturi 44 g
Resta comunque la mia opinione di ridurre questi prodotti alla quantità necessaria, senza abusare.
Io credo che la “firma” più grande ed incisiva sia quello d smettere di c Mirare TUTTI i prodotti Barilla. Dal momento che hanno fatto determinate scelte, e le hanno fatte sapendo benissimo che cosa comportassero sia per l’ambiente globale sia per
A salute dei consumatori, ho deciso da tempo di non comprare più nessun prodotto della Barilla e delle sue aziende controllate. Loro hanno scelto, anche noi possiamo scegliere cancellandoli dalla nostra spesa.
Massimiliano, per far stare “in piedi” un croissant o sfoglie in generale è necessario avere nella formulazione dei grassi saturi. Per questo prima dell’avvento del Palma i vari oli di girasole, soia, colza, venivano idrogenati. L’olio di oliva è indubbiamente l’olio per eccellenza che non deve mancare mai sulle tavole Italiane, ma con l’oliva, girasole o soia certe cose non si possono produrre…in poche parole il croissant “non sta in piedi”. Il burro di Karitè, burro di Sal, burro di Shea o altri grassi esotici svolgono le stesse funzioni dell’olio di Palma. Se dovessimo sostituire il Palma con questi grassi, il mondo non basterebbe per sfamarci tutti. In questo momento di panico collettivo delle grandi aziende alimentari e dei consumatori, dimentichiamo un particolare non da poco…la SOSTENIBILITA’ di queste alternative al Palma.