Il 95% delle notizie di reato, il 69% dei sequestri e il 98% del valore dei sequestri relativi ai prodotti Dop, Igp e Stg ha riguardato operazioni relative ai prosciutti DOP di Parma e di San Daniele (vedi tabella sotto). Il dato è riportato nel Piano nazionale integrato 2015-2018 pubblicato pochi giorni fa dal ministero della Salute sulla base dei dati forniti dall’Icqrf*, diretto da Stefano Vaccari del Mipaaf. Il documento quando parla dei prosciutti Dop precisa che: “i numeri complessivi delle operazioni sono impressionanti: oltre 300 soggetti segnalati all’autorità giudiziaria, 810.000 cosce sequestrate; circa 480.000 prosciutti esclusi, tramite smarchiatura, dal mercato delle produzioni DOP; oltre 500.000 cosce smarchiate di propria iniziativa da parte di singoli allevatori”. Oltre a ciò va detto che le procure di Torino e Pordenone hanno già concluso alcuni processi e condannato i responsabili.
Nonostante l’evidenza dei fatti, in questo anno molte persone coinvolte nell’inchiesta “Prosciuttopoli” non hanno voluto rispondere alle nostre domande accusandoci di avere enfatizzato lo scandalo. Alcuni sostengono che ne abbiamo approfittato per aumentare le visualizzazioni del sito, essendo la vicenda superata e comunque di scarso rilievo per il consumatore. Insomma secondo molti operatori siamo giornalisti che hanno speculano sulle disgrazie altrui. In realtà all’interno delle due filiere del prosciutto Dop nessuno vuole parlare, perché siamo di fronte a una situazione molto critica, dove le parti coinvolte cercano di ridurre al minimo i danni e il silenzio aiuta a fare dimenticare gli scandali.
Di fronte ai numeri dello scandalo, c’è forse da chiedersi perché solo Il Fatto Alimentare si è occupato della vicenda del prosciutto e come qualcuno possa accusarci di avere speculato sulla vicenda. Noi abbiamo fatto il nostro mestiere raccontando il malaffare nascosto dietro la filiera del prosciutto Dop di Parma e di San Daniele. Sono altri che hanno fatto i furbi e altri ancora che hanno fatto finta di non vedere cosa succedeva nella filiera.
(*) Icqrf: Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ente alle dirette dipendenze del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Beh, la matematica non è un’opinione.
E nemmeno la statistica.
Ma tranquilli, dal primo gennaio 2020 cambia tutto.
Il San Daniele ha un nuovo piano dei controlli e il Parma ha un nuovo Organismo di certificazione….
Perché solo il fatto alimentare se n’è occupato?
Beh siamo in Italia, vige la politica dello struzzo.
Complimenti a voi (anche) per questa campagna informativa