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Mini angurie , carotine e melanzane minuscole sono i nuovi trend dell’ortofrutta

Da qualche tempo anche la frutta e la verdura ha cambiato aspetto e non sembra più “quella di una volta”. Al supermercato, dal fruttivendolo e sui banchi delle bancarelle si vedono sempre di più mini-angurie senza semi, carotine minuscole che non si pelano, melanzane grandi come asparagi e uva senza semi. L’agronomo Duccio Caccioni, ispirandosi a un famoso film di Carlo Verdone, ci spiega in maniera divertente la storia di queste stranezze dell’ortofrutta è  le ragioni che hanno spinto a selezionare nuove e  inusuali varietà di frutta.

La realizzazione del filmato è a cura di Coltura & Cultura, un sito sostenuto da Bayer CropScience con il patrocinio dell’Associazione Stampa Agroalimentare Italiana (ASA), che attraverso diversi interventi focalizza l’attenzione su come il cibo viene prodotto e come arriva sulle nostre tavole. Sul portale, dedicato a consumatori, professionisti e operatori del settore, si possono trovare libri gratuitamente consultabili e scaricabili, filmati e approfondimenti di esperti, sulle principali colture del nostro Paese.

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Dany
Dany
1 Agosto 2016 06:58

l’unico piacere degli italiani era la tavola…
adesso ci si vuol far credere che il mini, sarà la moda e la necessità del futuro.

spreco: è quello che gettano via i produttori o i venditori.
quello che avanza sulle tavole è solamente “perdita”, poiche è stato profumatamente pagato.

cibo selezionato, o cibo ogm?
quanto di manipolato c’è e ci sarà nelle nostre dispense e sulla nostra tavola?

Tantillo M. G.
Tantillo M. G.
4 Agosto 2016 17:28

Se la minifrutta e la mini verdura sono state realizzate per il nostro piacere e per un migliore utilizzo, senza sprechi (?), è doverso spiegare al consumatore, con video amatoriale sponsorizzato da chi produce anche sementi OGM, come si è arrivati ad ottenere tali miniature, quanto si è “piegata” la natura o quanto è stata “modifivata” quell’importante elica di Watson e CricK !!!

giuseppe
giuseppe
18 Agosto 2016 17:46

Io non so se la specula di gran parte dei comuni cittadini consenta loro di vedere almeno i contorni di quel che si sta apprestando a diventare il settore dell’agroalimentare. E non sarà nulla di quanto possa ben augurarsi chiunque aspiri semplicemente a cibarsi con la libertà che, almeno potenzialmente, ha avuto sino ad oggi. Bayer, immagino sappiate chi sia…Basterebbe il nome per diffidare di ogni sua attività almeno fino a quando da SpA si sarà trasformata in ONLUS! Ora questo sito: PROPAGANDA PURA! E mi stupisco che Il Fattoalimentare ne parli senza abbozzare almeno un qualche principio di dubbio. Campagne contro olio di palma, AntiTTIP, contro l’ignorante e ipocrita – seppur poveraccio – Simone Rugiati di turno, e poi promuove un sito che, mi è bastato vedere i primi tre video, ho subito capito dove va a parare…Mi sa tanto di controsenso.

Roberto La Pira
Reply to  giuseppe
19 Agosto 2016 22:45

Sappiamo che il sito è promosso da Bayer ma riteniamo questi contenuti validi per questo li proponiamo ai lettori. A noi non sembra un controsenso, si tratta di una libera scelta redazionale.

elena villo
elena villo
18 Agosto 2016 18:24

Patetico. La comodità ci ha portato a consumare piatti pronti industriali a valangate annullando il piacere di cucinare e mangiare sano a favore di chissà quali ingredienti. Lasciate in pace frutta e verdura almeno.

giuseppe
giuseppe
22 Agosto 2016 20:12

Dottore sono ormai un abituè del Fattoalimentare di cui ho sempre apprezzato l’approccio sovente pro-consumatore nell’affrontare i temi di volta in volta trattati negli articoli. Che lei non veda il controsenso in questo palese endorsement con l’iniziativa firmata Bayer mi fa riflettere non poco. Probabilmente il mio commento iniziale è stato un po criptico. Credo sia d’uopo disvelarlo un po. Premetto che da tempo ho maturato una opinione fortemente critica di questo modello economico che tutto reifica per l’unico fine che tutto poi possa diventare merce destinata ad alimentare pedissequamente IL MERCATO – Moloch fittizio e virtuale al cui altare bisogna sacrificare quanto di vitale esiste su questo povero pianeta in ottemperanza ad un editto calato da un “ALTO” non umanamente decodificabile e pertanto comprensibile. Probabilmente sarà troppo tardi quando e se prenderemo coscienza del fatto che abbiamo alimentato per anni un MOSTRO schizofrenico,psicopatico che aspira a crescere al di là delle necessità reali di ciò che impone di produrre. Torno al tema. Questa iniziativa della Bayer non è che una mossa propagandistica che mira a erodere pian piano la resistenza dei cittadini europei notoriamente contrari agli OGM. Un occhio che ha già seguito tali faccende lo evince chiarissimamente leggendo gli articoli e guardando i video del sito che è stato messo in piedi. Diciamo che – secondo la prassi tipica di chi asseconda il MERCATO – la Bayer sta creandosi – anzi crescendoseli fin dalla tenera età – il parco consumatori attraendoli con le scuse della praticità della carota che non si sbuccia, del melone mini che non si spreca e compagnia cantante allo scopo di avere il bacino già pronto quando – a stretto contatto con le sorelle del cartello – metterà definitivamente le mani sul settore agroalimentare dal campo alla tavola fornendo il pacchetto completo: sementi (sterili?), e disserbanti ad hoc per gli agricoltori, cibo monstre per la massa umana con in più, molto probabilmente nel prossimo futuro e all’occorrenza, i farmaci per i danni che tali prodotti avranno provocato alla salute di persone e ambiente. E sto cominciando a nutrire qualche dubbio anche sul fatto che tutta la campagna pro uso cibo vegetale (per quanto sia da me condivisa nei suoi principi salutistici) stia diventando funzionale al disegno di arricchimento prossimo futuro delle multinazionali.
Molto tempo fa in una inchiesta sentii parlare sugli OGM tale Giuseppe Battaglino allora responsabile della commissione interministeriale per le biotecnologie in Italia. Le sue parole mi atterrirono. Riporto a memoria, ma basterebbe cercare su un motore l’inchiesta di Report dal titolo “la guerra dei semi”, allora Il Battaglino ammetteva candidamente, quasi in un lapsus freudiano, che gli ogm nei paesi del terzo mondo porterebbero ad un aumento della resa delle produzioni e quindi della disponibilità di cibo e quindi ancora dell’aspettativa di vita tali da giustificare i danni che alla lunga gli ogm stessi provocherebbero alla salute di quei poveri disgraziati. Come dire gli diamo da mangiare per fargli guadagnare 10 anni di vita che vivrebbero da malati bisognosi magari delle medicine che gli fornirà la Bayer di turno (che ricordiamo per l’ennesima volta è anche produttrice di farmaci – chissà perchè poi tutte ste mutlinazionali dell’agroalimentare hanno o si stanno affrettando a dotarsi anche una divisione di ricerca e sviluppo di farmaci…)
Non voglio seminare terrorismo ma ho imparato sulla carne viva che dove c’è denaro in ballo gli uomini regrediscono a bestie fameliche e prevaricatrici.
Il giro d’affari è enorme al pari del pericolo che si sta correndo a non vedere con sospetto iniziative di questo tipo. Perdonate la prolissità.

Roberto La Pira
Reply to  giuseppe
22 Agosto 2016 22:35

La sua è un’analsi interessante ma dal mio punto di vista catastrofista. Per quanto riguarda il video non ci trovo nulla di tendenzioso e non vedo un collegamento con gli OGM ( tema per il quale abbiamo una posizione chiara è nettamente contraria per quanto riguarda l’applicazione nel settore alimentare).

giuseppe
giuseppe
23 Agosto 2016 13:34

Cosa posso dirle, spero vivamente che la previsione da me paventata non si concreti. Ma vede “l’occhio di bue” del MERCATO/FINANZA è ormai da tempo puntato sul settore alimentare, e la dove il MERCATO/FINANZA impera, è superfluo farglielo notare, vige ferrea la regola del profitto quale sottostante della più generale e inviolabile norma/mantra della CRESCITA. La CRESCITA. Ci si è mai interrogati sul significato di questo termine. Contestualizziamo, magari ci accorgeremo molto probabilmente che più profitto porti ,si, ad una crescita, ma della velocità con la quale stiamo correndo verso problematiche che solo la sparuta minoranza che possiederà i denari potrà affrontare. Contestualizziamo, e vedremo che il profitto ad ogni costo – oggi comunemente percepito come doveroso – sia fortemente disfunzionale per l’equilibrio sociale ed ambientale. Le faccio un esempio: io mi interesso/occupo di nutrizione. Le regole generali per combattere gli incrementi ponderali sono fondamentalmente due: introitare energia nella misura necessaria a sostenere la percentuale del fabbisogno calorico giornaliero costituito dal lavoro muscolare e/o aumentare l’attività fisica al fine di ridurre eventuali accumuli di energia eccedente sotto forma di grasso di deposito. Molto elementarmente – ovviamente al netto di problematiche metaboliche che afferiscono ad una fisiologia geneticamente o incidentalmente “difettosa”. Inoltre ormai esistono molte evidenze secondo le quali regimi alimentari che contemplino restrizione calorica periodica – un banale digiuno di 24/36 ore da praticarsi anche una volta a settimana – abbinata ad un’alimentazione che preveda cibi che abbiano percorso meno strada possibile – sia in termini di trasporto che in termini di trasformazione industriale – dal luogo naturale di origine alle umane fauci, si rifletta alla lunga in un miglioramento di tutti i parametri morfo/fisiologici e della capacità dell’organismo di resistere a stress e malanni stagionali come anche in un abbassamento della percentuale di probabilità di ammalare delle stranote affezioni a carico del sistema cardiaco, gstrointestinale e via e via. Pensi agli effetti catastrofici sul PIL se questi semplici atti comportamentali diventassero “religione” per ogni individuo della società occidentale. Paradossalmente sarebbe un dramma persino per gli operatori nel settore sanitario – medici, nutrizionisti, e compagnia – che si troverebbero a corto di utenza bisognosa delle loro prescrizioni e consulenze. Questo per dire che il sistema economico che ormai globalmente ci governa – tutti i socialismi sono stati sterminati e screditati anche in gran parte dei positivi principi di cui erano portatori, non esistono più neanche nei sogni degli utopisti – si nutre di cinismo, di disagio, di malattie, di ignoranza. Fa sempre comodo che da qualche parte ci sia qualcuno che se la passi male perché posso sempre andare li e risolvergli il problema dietro un lauto compenso. E il PIL è contento. Tornando al tema non vedo ragioni per cui un siffatto modello possa esimersi dall’applicarsi anche a ciò che mettiamo sotto i denti vieppiù in ragione del fatto che le materie prime alimentari sono de facto delle commodities e le multinazionali dell’agroalimentare delle Spa. Il pericolo che 1+1 faccia 2 è concreto. I prodromi di ciò sono chiari, i piccoli e preciso onesti agricoltori anche dei paesi avanzati, non mi pare se la passino bene. E stiamo parlando di gente che lavora la terra avendo cura di preservarne salute e biodiversità perché avrebbero in desiderio di “sposarla” e tramandarla il più possibile fertile alle generazioni future. Il MERCATO può consentire questa omeostasi conservativa? Le multinazionali possono ragionare con simile empatia? Temo proprio di no. Eppure noi gente comune potremmo fare molto molto molto. Basterebbe un cambio di approccio che poi diventerebbe paradigmatico per qualsiasi altro tipo di attività: passare da consumatori (termine ,se ci pensiamo bene, orribile) a fruitori di cibo.

Roberto La Pira
Reply to  giuseppe
24 Agosto 2016 18:38

Ma quali sono i riscontri scientifici della teoria del digiuno salutare per l’organismo?

giuseppe
giuseppe
Reply to  giuseppe
24 Agosto 2016 22:38

Esiste ormai un’ampia bibliografia in merito.