Ogni giorno nelle scuole milanesi il 40% circa del cibo viene scartato e finisce nella spazzatura. Si tratta di una quantità esagerata su cui occorre riflettere. I bambini hanno clamorosamente bocciato i menù ispirati dal dott. Franco Berrino, per cui a settembre sono spariti i piatti preferiti dai bambini a favore di massicce quantità di legumi, verdure e cibi integrali che pochi mangiano. Il dato sugli scarti emerge dalla  prima indagine condotta da Milano Ristorazione in 10 scuole elementari, dal 5 al 23 marzo 2012, pesando il cibo rimasto nei piatti. La stima dello spreco calcolata nelle tre settimane è di 143 tonnellate.

 

I numeri non lasciano spazio a dubbi. In cima alla classifica delle preferenze troviamo le banane e la pasta al pesto seguiti subito dopo dai piatti che sono stati ridotti come la carne (di maiale, pollo e vitellone), la pizza (che è stata dimezzata) e i ravioli di magro. In fondo alla classifica troviamo i nuovi piatti come fagiolini all’olio, il misto carote in insalata,  il merluzzo gratinato e le erbette all’aglio che in alcune scuole finiscono totalmente nella spazzatura, mentre in altre gli scarti variano dal 60 al 95%.

 

Nella scuola media Vespri Siciliani la pasta con la crema di broccoli non piace e l’80% finisce nel sacco nero, il 94% del merluzzo al pomodoro alla scuola De Bognetti viene cestinato, il passato di verdure con riso nella scuola Muzio non lo mangia il 70% dei bambini, mentre nella scuola di via Forze Amate i faglioni all’olio non li mangia proprio nessuno. Si tratta di centinaia di chili di cibo! Facendo un po’ di calcoli si può dire che oltre il 30% dei bambini milanesi assume la metà delle calorie previste per il pranzo.

 

Di fronte a questi numeri che senso ha parlare di menù vegetariano o voler introdurre a tutti costi piatti chiaramente sgraditi che nessuno vuole? Cosa si aspetta a cambiare? La realtà milanese non è così strana, secondo un’indagine realizzata dal Centro Studi per la Sicurezza Alimentare nell’ambito del progetto “Alimentazione e cultura”, su 4.475 pasti consumati in 36 classi della scuola primaria e 11 della scuola dell’infanzia nel comune di Ariccia (Roma), il valore degli scarti è pari a circa il 53% della somma stanziata senza considerare i costi di smaltimento.   

 

Nelle scuole e nei comuni spesso quando si preparano i menù prevale l’aspetto burocratico o ideologico e non si considera l’appetibilità del cibo. Alla fine l’effetto è disastroso perché si prepara un pasto perfettamente equilibrato con tutte le proteine e le vitamine necessarie, che però non viene consumato.

 

Milano Ristorazione deve fare mangiare i bambini e rendere appetibile il pasto. La dieta Berrino va abbandonata al più presto e ripristinato un menù bilanciato che piaccia ai diretti interessati. Ilfattoalimentare.it da otto mesi porta avanti una posizione molto critica verso questo problema e abbiamo ricevuto decine e decine di mail con accuse assurde. Ma non importa. La cosa veramente importante è quella di avere scoperto che i bambini la pensano come noi.

 

Roberto La Pira

 

Articoli correlati:

Mense scolastiche, basta con gli sprechi, metà del cibo finisce nei rifiuti. Il caso di Milano Ristorazione

Mense scolastiche: l’immagine della verdura sul vassoio spinge i bambini a mangiarne di più. Il risultato di uno studio USA

Milano Ristorazione i bambini bocciano la dieta Berrino, spariscono le vaschette e i cavolfiori e dimezzano le frittate

0 0 voti
Vota
24 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Cécile
Cécile
30 Marzo 2012 06:54

Considerato che i fagiolini sono uno dei piatti preferiti dei miei figli mi chiedo che diavolo mangiano queste famiglie a casa loro????
Una delle poche cose buone fatte in Italia per la scuola viene bocciata perchè i bambini non gradiscono, perchè non cambiare l’ora di italiano sicuramente noiosa con una gita al luna park??
Complimenti!!!

Pietro
Pietro
29 Marzo 2012 18:59

Qualcuno dice basta coi giudici prevenuti,qualcun’altro basta con
le tasse , sicuramente chi è stato abituato a snack , pizza, patatine et similia dice basta a frutta e verdura , chi era abituato a pensionarsi a 50 anni vorrebbe farlo ancora , così come chi passa ore coi videogiochi trova incomprensibile dover leggere o addirittura studiare. A mio giudizio è da definire attentamente e in modo condiviso quali sono i comportamenti "corretti" sotto ogni aspetto -anche nutrizionale- da promuovere verso le giovani generazioni , senza farsi condizionare da atteggiamenti di comodo negativi oltrechè deleteri.
Mi spiace ma questa volta non posso condividere il suo pensiero.

Francesca Marinelli, Impiegata e Mamma
Francesca Marinelli, Impiegata e Mamma
30 Marzo 2012 13:21

Mio figlio, 26 mesi, ieri sera ha mangiato oltre al pancotto con brodo di verdure, della pasta integrale. Legumi e verdure tritate li mangia, a pezzi ci stiamo lavorando. La frutta è la base principale delle sue merende a metò mattina e pomeriggio. Non vedo nulla di sbagliato nei menù scolastici, ma MOLTO di sbagliato in quello che penso i ragazzi mangino a casa con MOLTO GUSTO! Complimenti per l’articolo!

Filippo Giadrossi
Filippo Giadrossi
29 Marzo 2012 16:27

Domando anticipatamente scusa a chi magari potrà sentirsi "attaccato" da quanto scriverò.

Siamo sicuri che il problema sia il menu del Dott. Berrino e non sia invece un problema di fondo, un problema di "educazione al gusto e alla curiosità"?
Ricordo che anche quando io ero bimbo e pranzavo nella mensa della scuola le quantità di cibo gettate nell’immondizia erano impressionanti e ricordo che io ero quello che mangiava più degli altri perché al contrario dei miei compagni non avevo problemi di "gusti" e mi pappavo anche quello che i miei compagni volevano buttare via.
Io sono stato da sempre educato dai miei genitori a non buttare mai il cibo che mi trovo davanti ed assaggiare ogni cosa e così ho imparato ad apprezzare pressoché ogni cosa.
Francamente non capisco il motivo del "disgusto" dei bambini davanti a dei fagiolini all’olio o alle erbette all’aglio (magari ci fossero state ai miei tempi!!).
Sono d’accordo sul fatto che piuttosto che buttare il cibo sia meglio cambiare il menu ma penso anche che non dovrebbero essere i bambini ad insegnare a noi adulti cosa è meglio mangiare; dovremmo invece essere noi adulti ad insegnare ai bambini come apprezzare il cibo.
La domanda da porsi, in fin dei conti, è di ben più difficile risposta: perché i bambini non sono più in grado di apprezzare le cose che gli vengono messe davanti? Chi li educa a preferire la carne alle verdure e al pesce quando bisognerebbe invece imparare a mangiare di tutto un po’? Perché manca la curiosità di scoprire gusti nuovi?

Filippo Giadrossi

Lorenzo
Lorenzo
29 Marzo 2012 19:42

…che scritto su un sito sponsorizzato da banner che reclamizzano cioccolato e panettoni rende del tutto credibile la posizione "disinteressata"…
il fatto che i bambini la pensano come lei, sig. La Pira, fa capire che dovremmo provare a cambiare direzione.
bello lo slogan, ma forse è il caso che si decida noi come nutrire i ns figli dopo che sono (siamo?) cresciuti con prodotti e gusti inappropriati.
il libro "the china study" spiega meravigliosamente come le lobby lavorino sodo per mantenere lo status quo. ed è misurabile quotidianamente anche da queste posizioni.
W Berrino e i risultati che parlano per lui.
Lorenzo (Lodi)

Alessandro Signore
Alessandro Signore
30 Marzo 2012 05:48

Qualche premessa: argomento vasto da trattare; sono vegetariano; mia moglie insegnava in una scuola materna vicino Milano (ma il fornitore era Onama); sono contro lo spreco di cibo: mia moglie ne sa qualcosa, come divento di umore nero quando gettiamo qualcosa, anche se regalataci dai nostri genitori.
Semplificando al massimo, potremmo fare un sondaggio e togliere la matematica perché sgradita e sostituirla con l’educazione fisica (non sarebbe neanche male un po’ di esercizio fisico).
In realtà, credo che il ruolo della scuola sia educare ed educazione è anche il cibo che è cultura. Certo non è facile educare al buon cibo se a casa i bambini mangiano cibi precotti e vanno nei fast food con i genitori. Occorre quindi coinvolgere le famiglie anche in questa educazione alimentare. Ma non abdicare! Altrimenti, si arriverà a servire nelle mense hamburger e patatine fritte così gli scarti sono vicini a zero.
Inoltre in un contesto multiculturale e multireligioso come Milano è oggi i vegetali sono l’unica cosa che tutte le religioni ammettono (cristiani, ebrei, musulmani, hindu, buddisti etc.) senza particolari restrizioni.
Ma come dicevo l’argomento è vasto, per cui mi limito a questi spunti di riflessione.

La ringrazio per questo sito che leggo sempre con attenzione.

Ilaria, nutrizionista
Ilaria, nutrizionista
30 Marzo 2012 06:32

mamma mia, da dove cominciare a commentare?…no, forse è meglio che io faccia un bel respiro e tenga la bocca chiusa, ne uscirebbero di sicuro parole sgradevoli verso quello che ho appena letto. Che assurdità!!!!!

Benedetta
Benedetta
30 Marzo 2012 07:43

Buongiorno,
sono una dietista ed ero presente al Convegno di Milano Ristorazione. Come è stato detto ieri "non esiste cibo buono o cattivo in assoluto", io penso che "non esiste teoria buona o cattiva in assoluto", ma esiste il buon senso ed è questo che deve guidare le nostre scelte che poi si ripercuotono su chi, queste stesse, le subiscono. Penso che "eliminare" i cibi più a rischio non sia la strategia giusta, credo che basti regolarne la loro assunzione. Bisogna fare educazione alimentare su ciò che fa "bene" e smetterla di parlare solo di ciò che fa "male". E’ un concetto se volete banale, ma pensate ai bambini, quando si dice loro "smettila di fare questo", loro inevitabilmente lo fanno e lo continuano a fare finchè glielo si dice. Ogni tanto, passiamo ai fatti e smettiamola con teoria demolitive. Insegniamo ai bambini ad andare a scuola a piedi, una bella passeggiata come succede a Venezia dove l’uso della macchina è l’eccezione e non la regola, facciamo mangiare loro ciò che si cucina a casa, perchè è fondamentale che ci sia continuità tra scuola e famiglia. Infatti, si fa così fatica a preparare menu scolastici con macro e micronutrienti a puntino (che tra lâ

Sabine, Ricercatrice in Psicologia dello sviluppo e dell'Educazione
Sabine, Ricercatrice in Psicologia dello sviluppo e dell'Educazione
30 Marzo 2012 07:55

Sig. La Pira, che i bambini la pensino come lei per me significa solo che lei ragiona come un bambino! Allora eliminiamo le scuole perchè di sicuro i bambini preferirebbero rimanere a giocare, non prendimao mai medicine perchè sono cattive, ed eliminiamo qualsiasi buona pratica perchè ci fa faticare o ci spinge al cambiamento. Il cambiamento, si sa, è faticoso ed è un processo impegnativo. Se un difetto c’è nel "programma Berrino" non è certo la qualità o la tipologia o l’appetibilità del cibo proposto a mensa, ma semmai aver proposto un cambiamento (che possiamo definire epocale) con poca attenzione al contesto sociale, agli attori che avrebbero dovuto e potuto cambiare. Io lavoro da decenni con le scuole e nelle scuole e so che un cambiamento deve essere preparato e condiviso da tutti gli attori, in questo caso certo le mense, ma anche gli insegnanti, i bambini e soprattutto le famiglie dovevano essere oggetto di informazione e formazione! Invece di sicuro un genitore "ingenuo" e poco informato avrà difficoltà a gestire la situazione e questo renderà difficile al bambio capire perchè con mamma e papà (i suoi principali riferimenti morali) si mangiano pizza, fritti, merendine dolci e caramelle e invece a scuola tocca essere tristi. Invece, anche i bambini possono essere felici ed imparare ad apprezzare il colore e il sapore vero delle cose da mangiare non alternate da insaporitori e coloranti artificiali e di sicuro tra una trenitina d’anno potranno ringraziare i loro insegnanti genitori e amministratori se potranno evitare di assumere quotidianamente medicinali anti-colesterolo, subire le restrizioni di una dieta drastica per non morire d’infarto, ictus o tumore. E penso che ogni genitore che sia portato a riflettere su questo sarebbe d’accordo con me che vale la pena sforzarsi per imparare a nutrirsi bene ora che piangere seriamente da adulti.

Margherita, medico
Margherita, medico
30 Marzo 2012 09:02

Egregio sig. La Pira, se dovessimo guardare a ciò che gradiscono questi bambini, probabilmente abituati dai genitori a mangiare merendine davanti alla tv, potremmo offrire lecca lecca e smarties al posto del pasto, così saremmo certi di assicurare una giusta (o sovrabbondante) quantità di calorie e non avere sprechi! Non pensa che ANCHE la scuola dovrebbe essere il luogo dove cominciare una seria educazione alimentare? Ha mai visto le statistiche sull’obesità infantile in Italia? Questi sono i figli che vogliamo? O forse si dovrebbe provare ad insistere a proporre menù sani e bilanciati, e SOPRATTUTTO insegnare ai genitori a nutrire i figli in modo coretto?
Dott.ssa Margherita Giuliodori

mirella
mirella
3 Aprile 2012 17:35

forse si dovrebbero fare delle porzioni più piccole. Mi è capitato di entrare in una scuola di Milano, durante la refezione, sinceramente ho visto bistecche e piselli ed un’orribile pizza da brivido, naturalmente da sacco nero. Proporrei di far pranzare i bambini/ragazzi con il cestino di casa ma ………..mi sà che non attacca.Altra idea sarebbe di dotare i ragazzi di contenitore termico e portarsi a casa ciò che non mangiano a scuola. Credo che i genitori, vedendo un simile scempio prendano posizione. Comunque è una questione di bussines e Pantalone paga.

Francesca Marinelli, impiegata e mamma
Francesca Marinelli, impiegata e mamma
30 Marzo 2012 13:25

Ah, dimenticavo. Se i bambini non mangiano, forse allora non hanno fame. Ha mai sentito ultimamente di bambini morti di fame in Italia??? e volendo questo cibo può essere portato nei centri d’accoglienza o simili dove danno da mangiare ai senza tetto!

mac
mac
30 Marzo 2012 15:21

da corrire-milano di oggi
«Mense sotto accusa, migliorare la qualità» Scontro tra Comune e Milano Ristorazione IL CONSULENTE – Ma la stessa collaborazione di Berrino con MiRi, scaduta a dicembre, non è stata rinnovata.
Nonostante il tifo dei genitori delle commissioni mensa e l’approvazione della vicesindaco.
La linea Berrino, che non è low cost, è «troppo onerosa» secondo Iacono. Lo specialista della prevenzione aveva presentato un progetto da 150 mila euro all’anno per sperimentare su mille alunni le nuove ricette, formare i cuochi e gestire laboratori per bambini e maestri. Proposta cestinata da Iacono: «Non ci interessa». Anche se la vicesindaco ribadisce che l’apporto di Berrino è «prezioso» e «sicuramente non rinunceremo a questa collaborazione
GLI SPRECHI – E le agenzie hanno registrato il dato fornito da Milano Ristorazione sugli sprechi: finiscono nella spazzatura delle nostre mense 140 tonnellate di cibo ogni tre settimane. «Non dipende solo dalla qualità – ha spiegato Iacono – ma anche dalla quantità. Pensiamo a una riduzione delle porzioni, che sottoporremo alla Asl».

PER CUI:
1) il contratto al Prof Berrino non è stato rinnovato
2) i genitori ed la vicesindaco lo volevano
3) La vicesindaco dice che non rinunceranno a questa collaborazione
4) gli sprechi sono dovuti alla qualità e quantità del cibo.
domanda: perche vi scagliate ciclicamente contro Berrino??

Laura, impiegata e mamma
Laura, impiegata e mamma
31 Marzo 2012 07:34

La Pira,
sono ottimista e suppongo il suo articolo sia solo una provocazione, perché se effettivamente pensa ciò che ha scritto, allora quoto Sabine che mi ha preceduto nel commento: ragiona come un bambino! Ma, per non offendere i bambini che ragionano molto meglio di lei, lei ragiona come un povero bambino che non è stato accompagnato dai genitori alla scoperta del cibo, dei sapori, dei colori e dei profumi dei prodotti sani che vengono dalla terra.
Non si impara a mangiare riempiendo il carrello al supermercato di scatole colorate, si impara a mangiare seduti a tavola con babbo e mamma sporcandosi con il succo della frutta matura!

paola emilia cicerone
paola emilia cicerone
31 Marzo 2012 18:18

Forse la riform Berrino è stata troppo radicale, avrebbe dovuto esere preceduta da una più ampia campagna di informazione e formazione e poi introdotta con moderazione..Resta il fatto che io non credo che i bambini- e neanche gli adulti se è per questo-debbano imparare a mangiare solo quello che gli piace..Intanto perchè gusto e salute possono non andare d’accordo, e poi perchè secondo me educazione – e la scuola dovrebbe educare- vuol dire che se ti mettono davanti un piatto che contiene qualcosa di sano,commestibile e non proibito dalla tua religione lo mangi anche se non ti entusiasma..per lo stesso motivo per cui resti seduto nel banco invece di andare a fare una passeggiata…

Roberto La Pira
Roberto La Pira
2 Aprile 2012 06:52

Gentile Enzo apprezzo il suo spirito, ma vorrei dire una cosa molto semplice chealtri interventi tendono a sottolineare. La mia posizione non è di offrire hamburger merendine e patatine tutti i giorni coem molti interventi lasciano intendere ma di cambiare menu inserendo piatti che sono sempre stati serviti a tavola. I salumi non sono veleno, la carne non è tossica e anche i ravioli in brodo non fanno proprio male … insomma un pò di buon senso che forse manca.

Enzo
Enzo
1 Aprile 2012 21:26

Ogni giorno nelle scuole milanesi nel 40% circa delle ore di lezione i bambini sono annoiati e i compiti per casa finiscono nella spazzatura. Si tratta di una quantità esagerata su cui occorre riflettere. I bambini hanno clamorosamente bocciato i programmi didattici delle scuole.

Di fronte a questi numeri che senso ha parlare di programmi educativi o voler introdurre a tutti costi argomenti culturali chiaramente sgraditi che non interessano a nessuno? Cosa si aspetta a cambiare?

Perchè non si eliminano le ore di matematica e non si aumentano quelle di educazione fisica, con tante belle partite di pallone? Perchè non si sostituiscono le odiose ore di storia e di grammatica, introducendo la visione di cartoni animati come Dragon Ball, che i bambini seguirebbero davvero con vivo interesse?

Nelle scuole e nei comuni spesso quando si preparano i programmi prevale l’aspetto burocratico o didattico e non si considera il divertimento. Alla fine l’effetto è disastroso perché si prepara un programma perfettamente equilibrato con tutte le nozioni e i processi educativi necessari, che però non viene seguito.

Milano Educazione deve fare studiare i bambini e rendere interessanti le ore di lezione. Gli attuali programmi didattici vanno abbandonati al più presto e ripristinato un gioco bilanciato che piaccia ai diretti interessati. lostrafattoelementare.it da otto mesi porta avanti una posizione molto critica verso questo problema e abbiamo ricevuto decine e decine di mail con accuse assurde. Ma non importa. La cosa veramente importante è quella di avere scoperto che noi la pensiamo come bambini.

E se non siete d’accordo con voi non ci giochiamo più!

Diego D'Agostino
Diego D'Agostino
3 Aprile 2012 23:00

A leggere i commenti si vede trasparire tutta la â

giuseppe
giuseppe
4 Aprile 2012 08:48

premetto che non sono di milano, ma per ragioni professionali conosco un po’ la storia legata a milano ristorazioni e alle critiche che ciclicamente ci sono giustamente sulla qualità dei cibi e dei menu’, la mia modesta opinione guarda da un lato a scelte che magari possono essere non gradite ai bambini ma io rifletterei su come e quando vengono preparati tali pasti e su che qualità vogliamo che abbiano, per essere appetibili.sfido qualche genitore salutista e non a mangiare un piatto di pasta preparato alle 9 di mattina e consumato alle ore 12, dopo che è stato tenuto in caldo per diverse ore, a quel piatto ci possiamo mettere tutti i sughi e condimenti graditi dai bambini ma sicuramente sarà cestinato perchè immangiabile e lontano da quello che mamma ci prepara a casa. allora forse non è sempre vero che un menu’ non viene gradito perchè ci sono alimenti che i nostri bimbi non gradiscono , ma è la qualità finale del piatto che è discutibile.certe operatività purtroppo impongono certi risultati finali che spesso generano spreco di cibo e denaro. io alcune volte penso che forse sia meglio tornare al vecchio e intramontabile panino farcito come volete con salumi, carne etc che almeno nutre e non viene cestinato. Non sarà il miglior esempio di una alimentazione sana al 100% ma almeno non genera spreco . a mio avviso bisogna tornare ai vecchi modelli di organizzazione scolastica dove una piccola mensa riusciva a fare meglio , era piu’ vicina alle esigenze dei ns. bambini e offriva dei cibi sicuramente meglio preparati e presentati.

Roberto La Pira
Roberto La Pira
4 Aprile 2012 13:51

Gentile Olivotto, grazie. Il problema da lei sollevato è importante e delicato ed esiste realmente. In tutta questa vicenda sembra che la mia battaglia sia contro Berrino,ma non è così. Gli sprechi continueranno se non si cambia menu e se non migliora l’appetibilità dei piatti. Il mio obiettivo e fare mangiare di più i bambini. Sono convinto che il buon senso alla fine in prevarrà. Ma è disarmante notare come di fronte a questi dati inconfutabili di spreco e di rifiuto qualcuno si ostini a portare avanti i menu di Berrino.