Cameriera in un ristorante trasporta piatti con assaggi o antipasti; concept: mezza porzione

Riservata sino a pochi anni fa ai più piccoli o a chi aveva meno appetito, la mezza porzione inizia a diventare protagonista sulle tavole dei ristoranti e, in alcuni casi, a essere inserita in menu con tanto di prezzo e regole. Pur rimanendo sempre a discrezione del ristoratore, servire una pietanza dimezzata, in passato percepito come un fastidio, è oggi considerato un’opportunità ed è entrata nei menu dei ristoranti con una sua identità ben precisa.

La mezza porzione nel mondo

La pratica delle cosiddette tasting portions (porzioni d’assaggio) non è codificata uniformemente in Europa, ma è un trend crescente ed è già consolidata in alcuni Paesi come la Spagna e il Regno Unito.

In Spagna molti menu hanno sempre optato per tre opzioni: la Tapa (molto piccola), la Media Raciòn (mezza porzione) e la Raciòn (porzione intera), mantenuta soprattutto nei piatti tradizionali. La Media Raciòn costa quasi sempre meno della Raciòn, ma non la metà: il suo prezzo può infatti variare dal 60% all’80% di quello della porzione intera, poiché il costo di preparazione e di servizio comunque rimane lo stesso.

Nel Regno Unito spopola la half portion (mezza porzione), soprattutto nei ristoranti di fascia alta. Presentata anche come parte di un tasting menu, si paga con un leggero sconto rispetto alla metà del prezzo intero. Anche le testate giornalistiche Repubblica in Italia, e Vogue UK e The Guardian nel Regno Unito hanno trattato l’argomento, riportando la tendenza come uno stato di fatto nato dalla coscienza anti-spreco del consumatore più attento.

Tavolata di piatti spagnoli con paella, tapas e salumi
In Spagna molti menu hanno sempre optato per tre opzioni: la Tapa, la Media Raciòn e la Raciòn

Si mangia di meno o di più?

Sia in Spagna che in UK, poi, si parla di ‘effetto tasting’: un fenomeno per cui il cliente, potendo ordinare di meno, si sente psicologicamente più libero e, di conseguenza, incoraggiato ad assaggiare un piatto in più (due antipasti invece di uno grande, per esempio). Questo porta a lasciare contento il cliente che spende meno per porzione, ma fa aumentare lo scontrino medio rendendo soddisfatto il ristoratore.

In USA i ristoranti sono diventati più flessibili nell’inserimento delle porzioni ridotte, visto il crescente utilizzo di farmaci per la perdita di peso che riducono l’appetito. Ed è proprio oltre oceano che ha fatto il suo ingresso il cosiddetto “teeny weeny mini meal” (letteralmente, un “mini pasto piccolissimo”) che soddisfa il desiderio di non sprecare cibo e quello di condividere una cena anche quando l’appetito diminuisce.

Quanto si paga la mezza porzione? 

Come già accennato nel caso spagnolo, la mezza porzione non si paga quasi mai esattamente il 50% del prezzo intero. La motivazione è facilmente individuabile nei costi di gestione che, a prescindere dal quantitativo servito, rimangono gli stessi per il ristoratore.

Le tempistiche per servire la mezza porzione o quella intera sono gli stessi, così come lo sforzo per la preparazione e i costi di manodopera non cambiano se l’impiattamento è complesso. Questi sono i motivi che fanno oscillare il prezzo della mezza porzione dal 60% all’80% del prezzo della porzione intera.

menu ristorante Acqua del rubinetto
La mezza porzione non si paga quasi mai esattamente il 50% del prezzo intero

La mezza porzione in Italia

Non è da meno l’Italia, dove la proposta della mezza porzione è in forte crescita con un suo posto in menu. Un esempio si può trovare in Piemonte dove la trattoria Le Putrelle propone in menù gli antipasti e i primi in formato ‘cit’ (mezza porzione) o ‘gros’ (intera) con un costo che varia dal 60% all’80%. In Italia, in particolare i ristoratori abbinano la mezza porzione alla scelta etica come motore per la lotta allo spreco e si è infatti notato un calo significativo negli avanzi nel piatto in particolari per i primi piatti

L’Italia, anzi, ha precorso i tempi e le mode, ed è proprio a Milano infatti che esiste dal 2018 una realtà che ha l’intento di soddisfare il cliente non solo nel palato ma anche nella scelta di una porzione ridotta: il ristorante Mezzé. Abbiamo chiesto allo chef, nonché uno dei proprietari Daniele Castaldi di raccontarci la genesi di questa idea.

Da dove è nata l’idea di Mezzé?

Siamo nati con questa idea sin dall’inizio, il nostro menu è nato già nella forma ‘mezzé’, e il cliente trova tutti i piatti in menu offerti sia in porzione intera che in mezza porzione.

Qual è il vostro obiettivo?

Il meccanismo delle entrate dei primi e dei secondi da noi è un po’ stravolto proprio dalla nostra filosofia di origine, in cui l’idea di fondo è di creare un livello di convivialità e di condivisione maggiore tra i nostri clienti. Dietro la nostra idea c’è questa filosofia che, logicamente, poi non tutti i clienti vivono allo stesso modo, ossia che in uno stesso tavolo siano ordinate tutte una serie di mezzé che permettono a tutti di assaggiare più cose, anche in una logica di condivisione più vicina a uno stile di mezzé libanese o da tapas spagnola.

Tavola imbandita di piatti della cucina vegetariana
La proposta della mezza porzione in menu segue anche una logica di condivisione tra commensali

Quale è il costo della mezza porzione? 

Il costo della mezza porzione è esattamente la metà di quello della porzione intera. La porzione è calcolata anche in termini di peso, è esattamente la metà di quella intera ed è servita in un piatto più piccolo. I nostri piatti inoltre vengono quai tutti accompagnati da contorni che vengono anch’essi ridotti in quantità, esattamente la metà della porzione intera. L’elemento fondamentale per noi è che il cliente sia contento sia della qualità, che della quantità

Come viene calcolato il prezzo? 

Nel calcolo del prezzo abbiamo preso in considerazione un aspetto per noi fondamentale e cioè che rendere la mezza porzione sfavorevole economicamente al piatto intero sarebbe sfavorevole per il cliente e andrebbe in contraddizione con la nostra filosofia. In merito al ricarico, ovviamente la nostra scelta di mantenere il 50% esula da quelli che sono poi i costi reali perché comunque, ad esempio, la cura per l’impiattamento sulla mezza porzione è esattamente lo stesso che sulla porzione intera e tutta la struttura in cucina è stata pensata proprio in funzione delle mezzé per avere una buona agilità al momento del servizio per cui noi sosteniamo questo aspetto.

Ci sono in menù dei piatti che non figurano come mezzé?

Non rientrano tra le pietanze mezzé quei piatti che non sono porzionabili come gli sformatini e i dolci che vengono serviti in monoporzione, per cui diventa più difficile creare una mezza porzione. Bisogna anche considerare che il dolce è già comunque una porzione adeguata essendo una coccola di fine pasto, la mezza porzione di dolce rischia di diventare poi il mignon.

Come si comporta il cliente? Consuma realmente di più? 

Ciò che ha attirato il cliente sin da subito è stato proprio il nome del ristorante, che rispecchia l’offerta che diamo. Da noi la media di consumo è interessante perché la richiesta maggiore è un ordine di tre mezzé, ma c’è anche chi ne ordina quattro, e chi ne ordina una (cosa che non è vietata).

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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francis
francis
10 Novembre 2025 16:28

“Nel Regno Unito spopola la half portion (mezza porzione), soprattutto nei ristoranti di fascia alta”
In Italia invece nei ristoranti di fascia alta, MAGARI portassero almeno una mezza porzione!… Oh, nessuno obbliga ad andarci, infatti a me non mi vedono…
Per il resto, è una buona idea, se nel menù c’è è una cosa in più. Però se deve costare l’80%… Si prende intero con 2 piatti…

florianon vassallo
florianon vassallo
20 Novembre 2025 10:31

La mezza porzione costituisce un allineamento alla scarsita’ mondiale di cibo e alla tendenza di modulare in modo piu’ oculato la quantita’ di cibo in relazione alla qualita’ di vita delle persone e certamente ha un evidente ruolo psicologico positivo in chi la richiede.

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