Merluzzi nuotano in una grande vasca per pesci

Nel giro di un paio di decenni la taglia media del merluzzo del Mar Baltico (Gadus morhua), una specie del tutto particolare, si è drammaticamente ridotta. Se fino alla fine del secolo scorso un esemplare giunto a piena maturazione poteva essere lungo più di un metro, e pesare fino a 40 chilogrammi, oggi al massimo occupa lo spazio di un piatto da portata, e in molti casi si ferma a una ventina di centimetri. Il crollo delle dimensioni è regolato a livello genetico, e ha colpito una specie che si è evoluta nelle condizioni di bassa salinità, elevate concentrazioni di CO2, fluttuazioni climatiche estreme e scarsità di ossigeno tipiche di quel bacino, e che non sembra avere la capacità di riprendersi, nonostante dal 2019 nella zona vi sia il divieto assoluto di pesca.

La pressione esercitata dalle attività umane ha quindi provocato un’accelerazione nei processi evolutivi, spingendo gli esemplari a diventare più piccoli. E anche quando la pesca sfrenata a quelli più grandi è cessata, le modifiche genetiche sono rimaste, almeno per ora.

Lo studio

La scoperta dei gravi effetti antropici sul genoma del merluzzo del Baltico è stata fatta dai ricercatori del Geomar Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, in Germania, che hanno pubblicato quanto scoperto su Science Advances.

Per seguire l’andamento delle taglie nel tempo, i ricercatori hanno utilizzato due strumenti molto diversi: l’analisi genetica da una parte, e quella degli otoliti dall’altra, condotte su 152 esemplari pescati tra il 1996 e il 2019. Questi ultimi sono formazioni calcaree presenti nel cranio dei pesci che, in modo analogo a quanto avviene con gli anelli degli alberi, registrano, di fatto, tutto ciò che accade nella vita dell’animale, e possono quindi fornire una traccia chiara di quanto avvenuto negli anni.

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C’è stata una diminuzione del 48% delle taglie medie

Il risultato è stato preoccupante, perché gli otoliti hanno confermato ciò che ricercatori e pescatori hanno sempre riferito, negli ultimi anni, ovvero il crollo delle dimensioni dei merluzzi, con una diminuzione del 48% delle taglie medie.

Merluzzi più piccoli

Ma l’indagine genetica ha svelato qualcosa di più: sono cambiati anche i geni, con un fenomeno che viene chiamato selezione direzionale, cioè selezione verso una direzione specifica. Gli esemplari con i geni per una maturazione più lenta, che porta a una dimensione inferiore, che hanno maggiori probabilità di sfuggire alla pesca, sono risultati favoriti rispetto a quelli a crescita più veloce, che raggiungevano il metro di stazza. Oggi la L50, cioè la dimensione media alla quale il 50% dei merluzzi raggiunge la maturità, è straordinariamente bassa, attorno ai 20 centimetri. Purtroppo, però, i merluzzi piccoli si riproducono anche di meno, rispetto a quelli grandi, e ciò spiega perché, nonostante il divieto sia in essere già da sei anni, non vi sia alcun segno di ripresa della popolazione, come hanno mostrato gli ultimi dati, aggiornati al 2025.

Il danno provocato dalle attività umane potrebbe quindi essere irreversibile, anche perché aggravato da profondi cambiamenti dello stato del mare. Una forte prova indiretta della assoluta necessità di reinventare la pesca, rendendola sostenibile e tutelando la biodiversità e il patrimonio genetico degli abitanti del mare.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com, Thorsten Reusch, Geomar

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gianni
gianni
8 Luglio 2025 20:37

Se qualcuno si domanda veramente il perchè di queste difficoltà genetiche, è necessario sapere che non ci sono limiti al peggio, con il mondo intero che si indebita sempre di più per fare le guerre nessuno penserà a ripulire, le buone intenzioni sono solo parole vuote.

https://it.euronews.com/green/2021/11/05/acque-piu-calde-e-inquinate-ecco-come-sta-morendo-il-mar-baltico
————A profondità superiori agli 80 metri il Mar Baltico è già considerato una zona morta, poiché la quantità di ossigeno non è sufficiente per gli organismi viventi
———————–non è solo il riscaldamento globale ad uccidere il Baltico. L’inquinamento causato dalla produzione industriale e dall’agricoltura è un pesante fardello per un mare così piccolo e poco profondo. Di conseguenza, il Baltico è riconosciuto come uno degli ecosistemi più inquinati del mondo. “È preoccupante, considerando anche che al momento nessuno sta davvero facendo qualcosa di serio per preservarlo – dice Juris Aigars, ricercatore dell’Istituto lettone di ecologia acquatica -. Si pensa soprattutto a trovare nuovi modi per ottenere qualche beneficio economico”.

https://www.rigeneriamoterritorio.it/scrubber-sotto-accusa-hanno-causato-danni-ambientali-per-milioni-di-dollari/
——–componenti del sistema di pulizia dei gas di scarico delle navi, ampiamente adoperati in questi ultimi anni per adeguare le emissioni navali di ossidi di zolfo alle norme———-

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2023/09/29/news/mar_baltico_armi_abbandonate_sul_fondale_da_decenni_disastro_ambientale-416226639/
—-Nel Mar Baltico 300mila tonnellate di munizioni che inquinano e preoccupano l’Ue—

e ora anche l'”incidente” al nordstreamdue…….

gianni
gianni
10 Luglio 2025 13:49

Una volta che cadono le incrostazioni create dalla propaganda e dalla autoreferenzialità si rivela la cruda realtà, Matrix insegna.
Perchè lo stesso pesce striminzito se mette fuori la testa dall’acqua si rende conto di essere circondato da nazioni che insegnano l’ecologia e la cura dell’ambiente a tutto il mondo.
Pessimi maestri e pessimi allievi, noi.

Azul98
2 Agosto 2025 16:33

Ma se nel circolo artico hanno concesso la licenza di pescare persino il krill,elemento fondamentale per la vita dei cetacei,della fauna ittica del mare del nord,un elemento fondamentale per regolare l’ecosistema e la vita nel mare artico, il Baltico come tanti altri mari è da sempre infestato da pesca fuorilegge, overfishing,tra Islanda e UK,un supersfruttamento che ne ha drasticamente ridotto l’enorme quantità di merluzzo che si riproduceva,in un mare ormai lontano dal chiamarsi ancora così,visto che ormai tra Inquinanento, sversamenti in mare delle navi da pesca,moria della vita nel profondo del mare,dove i pesci depongono le uova,ha portato in 50 anni, a quasi l’estinzione della specie,o smettono dando il tempo al mare di rigenerarsi e sarà un periodo talmente lungo, che ci si dimenticerà cosa significa sfruttamento eccessivo dei nostri mari, oppure del merluzzo ci sarà la sua estinzione.

marina
marina
16 Agosto 2025 19:01

articolo sui merluzzi estremamente interessante. Taglio divulgativo, ma con dati scientifici e citando le fonti. BRAVA AGNESE!