Su una rivista ho trovato una pubblicità di una “bevanda funzionale” prodotta dalla NaturalBoom, descritta come “il primo mental drink” (vedi foto). Vi scrivo perché mi ha colpito una frase attribuita a ilfattoalimentare.it che recita: “A partire dal 2019 non potranno più essere vendute all’interno delle strutture scolastiche quali elementari, medie e superiori bevande ipercaloriche”. L’asterisco rimanda a un vostro articolo del 2017. Interessata l’ho letto l’articolo senza però trovare coincidenza con quanto riportato dalla pubblicità. Sapreste dirmi come mai? Sonia
Gentilissima Sonia,
grazie per averci segnalato questa pubblicità con il riferimento al nostro articolo “Stop alle bibite zuccherate nelle scuole secondarie dell’Ue. Iniziativa volontaria dei produttori. Però non toccano la pubblicità rivolta a bambini e adolescenti”. Come ha giustamente notato anche lei, il contenuto del testo è diverso da quanto riportato nella pubblicità della “bevanda funzionale”. Noi avevamo scritto che dal “2019, le aziende aderenti a Unesda – tra cui Coca-Cola, Fanta, Lipton, Oasis, Orangina, Pepsi, Schweppes e Sprite – venderanno nelle scuole secondarie europee solo bibite a ridotto contenuto calorico o senza calorie, oltre alle bottigliette di acqua”.
Si tratta quindi di un’iniziativa volontaria dei produttori e non di un divieto, come lascia intendere la pubblicità (di cui non eravamo a conoscenza). Inoltre l’azienda, oltre a citare la fonte in maniera imprecisa, non ci ha avvisati di voler utilizzare il nostro contributo per fini commerciali.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione