Da 30 a mg a 2.5 mg per chilo: dovrebbe abbassarsi drasticamente il limite di migrazione della melammina dagli utensili agli alimenti, secondo la proposta di modifica appena avanzata dalla Commissione Europea.

La decisione è stata presa in seguito ai vasti studi condotti dall’Efsa (European Food Safety Authority) sulla melammina che passa negli alimenti provendo da materiali da imballaggio o da articoli destinati alla cottura, conservazione, trattamento, e conclusi con il rapporto del 13 Aprile 2010 in cui si rivedeva la dose massima giornaliera tollerabile dal corpo umano (TDI, Tollerable Daily Intake).

Il limite di migrazione sarebbe abbassato dagli attuali 30 mg per Kg di alimento a 2.5 mg per Kg, in considerazione anche di un riallineamento con i parametri legislativi già stabiliti per i prodotti contenenti latte e derivati provenienti dalla Cina. I nuovi requisiti, se la proposta verrà confermata, decorrereranno dal 1° Gennaio 2012.

Ilfattoalimentare.it ha seguito da mesi la questione melammina: era già stata affrontata poco tempo fa dall’Istituto tedesco per la valutazione del rischio BFR (Mestoli e stoviglie in melammina non vanno usati per friggere o cuocere, né nel microonde: possono rilasciare particelle tossiche) e nel 2010 dall’autorità europea (L’Efsa riduce del 60% il livello giornaliero di assunzione della melammina usata per piatti, posate, bicchieri di plastica).

Anche le ultime misure stabilite dall’Europa per articoli destinati al contatto alimentare e di provenienza cinese (Regolamento 284/2011) focalizzavano l’attenzione su potenziali rischi per il consumatore (Nuove regole e controlli più severi per gli oggetti da cucina cinesi).

Luca Foltran

foto: Photos.com

 

Per saperne di più:

Il testo della proposta di emendamento: http://members.wto.org/crnattachments/2011/sps/EEC/11_2726_00_e.pdf

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