Insegna di McDonald's

McDonald’s? Senza vergogna. Apparentemente senza limiti. Almeno fino a quando le ben collaudate strategie di marketing porteranno denaro nelle casse, e fino a quando qualcuno non riuscirà a imporre leggi capaci di fermarle. La catena di fast food sta mettendo in atto, in Inghilterra, tutte le tattiche di mercato più aggressive tipiche di Big Food e ben note da anni: distrazione dell’attenzione dalle vere cause dell’obesità, sponsorizzazione degli eventi dedicati a bambini e ragazzi, apertura di locali nelle vicinanze delle scuole, de-responsabilizzazione per il solo fatto di aver inserito qualche insalata nei menu, complicità di medici ben pagati e così via.

Il colosso del fast food sembra quindi pensare di avere un futuro di crescita non solo nei paesi più poveri, dove negli ultimi anni aveva concentrato le sue strategie espansive, ma anche in quelli più sviluppati, facendo leva sull’impoverimento della popolazione, che ricorre volentieri a cibo a bassissimo prezzo, e sul fatto che le persone cucinano sempre di meno. Poco importa se, in quello stesso paese, a dieci anni è già obeso un bambino su tre: se lo è, è perché i suoi genitori non hanno ordinato abbastanza insalate e non lo hanno convinto ad andare a piedi.

Una marea di denaro

È davvero preoccupante il quadro che emerge da un nuovo lavoro pubblicato dal British Medical Journal, basato su documenti ottenuti grazie alle leggi sulla libertà di informazione, anche perché delinea una situazione nella quale il fiume di denaro investito è talmente dirompente da indebolire le azioni di contrasto che l’Inghilterra sta cercando di attuare da anni, e da indurre molti di coloro che dovrebbero controllare a lasciare il campo all’espansione incontrollata del fast food.

Ma ecco alcuni dei settori nei quali si è concretizzato il piano di sviluppo che dovrebbe portare, nei prossimi quattro anni, all’apertura di 200 nuovi ristoranti, soprattutto nelle aree più povere del paese, con una popolazione meno istruita e con meno offerte alternative.

McDonald’s ha affermato che sta ai genitori accompagnare i figli, e fare scelte salutari

L’attacco in punta di diritto

In Inghilterra c’è un organismo che si chiama Ispettorato della pianificazione, incaricato di supervisionare eventuali ricorsi di aziende che si oppongano alle decisioni dei consigli comunali locali. Negli ultimi cinque anni, McDonald’s ha chiesto il suo intervento 14 volte, e ha perso solo in un caso (due sono ancora in dibattimento).

Altri 15 ricorsi identificati, presentati a vari organismi, erano invece relativi a richieste di eccezioni rispetto alle zone di esclusione, le aree teoricamente protette (ve ne sono in 41 delle 325 municipalità inglesi), a causa dell’elevato tasso di obesità infantile, dove non sarebbe lecito aprire nuove rivendite. In dieci casi, l’azienda ha portato un documento di venti pagine per sostenere che non ci siano prove del fatto che non aprire un fast food vicino a una scuola abbia qualche effetto sull’obesità infantile.

Quasi sempre, poi, ha sostenuto, in aula, che i clienti possono ordinare insalata e caffè e assumere meno di quattrocento calorie, e che non è quindi colpa sua se, a causa del cibo farcito di grassi, sale, salse, additivi e zucchero, ingrassano.

Tutta colpa dei genitori…

Per quanto riguarda i bambini, poi, sta ai genitori farli arrivare al ristorante a piedi o in bicicletta, anche se, nel caso specifico, ovvero l’apertura del decimo ristorante drive-through di Norwich, si dovrebbe costeggiare una tangenziale a scorrimento veloce e respirare quantità elevatissime di particolati e inquinanti. Il decimo McDonald’s di Norwich, città con 144.000 abitanti, dovrebbe aprire nella prima metà del 2025.

In un altro processo, a Mansfield, l’azienda ha affermato che sta ai genitori accompagnare i figli, e fare scelte salutari, e ha vinto. Il ristorante ha aperto nel 2023, con una partita della locale squadra giovanile di football, la Ravenshead FC, sponsorizzata, le cui maglie avevano, ben evidente, il doppio arco dorato. Tra l’altro, in un rovesciamento completo della realtà, la sponsorizzazione delle squadre giovanili sarebbe la prova dell’impegno attivo di McDonald’s per la promozione della salute dei ragazzi.

Nei vari procedimenti, poi, l’azienda ha chiesto spesso il rimborso delle spese legali sostenute per gli appelli, con la motivazione che le municipalità erano state irragionevoli, nel provare a fermarli. Anche se queste richieste non sono state accolte quasi mai, rappresentano comunque un’ulteriore forma di intimidazione economica, per le casse delle comunità locali, quasi sempre vuote, e inducono i consigli comunali a non tentare neppure di fermare le nuove licenze.

Infine, l’azienda gioca anche la carta della disoccupazione: i nuovi locali avrebbero portato posti di lavoro in zone economicamente depresse.

McDonald’s ha sostenuto, in aula, che i clienti possono ordinare insalata e caffè e assumere meno di quattrocento calorie

Dottori pro McDonald’s

Come già visto in altre operazioni molto simili portate avanti da altri colossi di Big Food, un aiuto all’aumento delle vendite arriva sempre da qualche medico compiacente. In questo caso, almeno un medico di medicina generale ha sostenuto che l’obesità ha oltre cento cause diverse, e che nei menu di McDonald’s si trovano opzioni bilanciate, a basso contenuto di calorie e sane come appunto l’insalata. Del resto, anche un take away orientale o di altro tipo può contenere moltissime calorie, altrettanti grassi e sale o zuccheri. Secondo diversi esperti di salute pubblica, chiamati dalla rivista per commentare i dati, questo “brain washing” è uno degli strumenti più pericolosi e più efficaci, perché le famiglie si fidano dei propri medici e pediatri. E se la disinformazione arriva da loro, diventa poi estremamente difficile smontarla, anche quando è palesemente falsa, o distorta.

Che fare?

La situazione sembra quasi impossibile da modificare. Tuttavia, come hanno sottolineato alcuni esperti chiamati a commentare quanto emerso, non lo è affatto. Basterebbe definire leggi nazionali severe e, soprattutto, farle applicare senza eccezioni. E, parallelamente, lanciare un’azione educativa forte, che contrasti le argomentazioni distorte e spesso false portate avanti da specialisti a libro paga dell’azienda. I divieti sono utili, perché impediscono il dilagare del cibo di pessima qualità e sensibilizzano la popolazione. Ma fino a quando le persone non saranno informate correttamente e quindi consapevoli, e non decideranno di fare scelte migliori a prescindere da ciò che le circonda – concludono – quella della sanità pubblica versus colossi come McDonald’s sarà sempre la battaglia di Davide contro Golia.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, Mcdonalds.com/gb/en

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Tonino Riccardi
Tonino Riccardi
10 Febbraio 2025 22:42

Pecunia non olet… PURTROPPO ❗

Claudia
Claudia
11 Febbraio 2025 20:21

Vorrei dire alcune cose, sperando di non essere insultata: è vero che i responsabili dell’educazione alimentare dei propri figli devono essere i genitori e NON Mc Donalds né qualunque altra marca di qualsiasi genere e tipo. E’ vero che al Mc Donalds spesso ci vanno i meno abbienti e quelli con poche possibilità, ma è anche vero che se non andassero al Mc Donalds non andrebbero comunque in un posto salutare, né tantomeno al supermercato ad acquistare frutta e verdura. Trovo irritante la pigrizia del voler cercare un colpevole alle proprie mancanze. I genitori di oggi non hanno più voglia di fare i genitori, il tempo ce l’hanno, ma lo occupano sui Social e su Internet, meglio ordinare l’Happy Meal e togliersi di mezzo la lamentela del ragazzino noioso, piuttosto che preparare una zuppa di verdure e del pesce con contorno vegetale.

fede
fede
Reply to  Claudia
5 Marzo 2025 11:04

assolutamente concorde

prufner
prufner
Reply to  Claudia
5 Marzo 2025 16:37

Concordo al 100% e poi purtroppo se hai veramente poche possibilità la serata al Mc una tantum diventa un occasione di svago.
L’alternativa purtroppo sarebbe a casa e immagino non a mangiare “tartare di tonno” o “filetto di branzino”………….

Karim
Karim
12 Febbraio 2025 01:28

La gente deve semplicemente capire che i cibi iper calorici non vanno mangiati tutti i giorni. Non possiamo chiudere tutte le pizzerie, ristoranti bar fast food, pasticcerie etc… perché la gente non vuole prendersi la propria responsabilità

Claudia
Claudia
Reply to  Karim
12 Febbraio 2025 11:50

Hai ragione e la penso come te, inoltre per il discorso dell’articolo sui soldi, chi non ha soldi e va al MC Donalds, non andrebbe comunque in posti “sani” né a fare la spesa di frutta e verdura al mercato, se non vanno al Mc Donalds vanno dal Kebab o in pizzeria, quindi cosa si vuole fare? Chiudere tutto ?

Roberto
Roberto
4 Marzo 2025 18:49

Dall’articolo:

“McDonald’s ha affermato che sta ai genitori accompagnare i figli, e fare scelte salutari”

Mi sembra una cosa ovvia…

Più che altro c’è da chiedersi perchè in certe aree sia più a buon mercato (e quindi più facilmente accessibile) un panino con hamburger e patatine fritte piuttosto che un piatto di sana insalata mista.

Amici che sono stati New York mi hanno detto che una vaschetta di insalata mista al supermercato costava 15 dollari, il triplo del costo di un hamburger da McDonald’s…

fede
fede
Reply to  Roberto
5 Marzo 2025 11:07

perchè il prodotto base al mc gli costa poco… evidentemente oramai produrre insalata sana, naturale in zona insane e innaturali è più difficoltoso e costoso e quindi viene a costa di più al consumatore finale… siamo in un mondo capovolto e anche queste sono le conseguenze o cambiamo passo o inutile lamentarsi poi

fede
fede
5 Marzo 2025 11:16

il mc come tutti gli altri vende, la sua filosofia è vedere e fare soldi, non è il rispetto dell’ambiente, degli animali, delle persone e la salute di tutti questi tre elementi… non è una onlus, deve fatturare… è per questo che esiste, quindi vende ove gli è più conveniente e sa perfettamente bene che vicino ad una scuola o in una zona povera della città, con prezzi concorrenziali, vincerà. Conta su una produzione di bassissimo costo, zero ostacoli o costi per i danni che crea, zero responsabilità, bassi costi di spese personale e grazie anche alla massima standardizzazione di tutto, abbassa ancora di più le sue spese generali. Del resto appunto loro fanno il loro e giustamente vincono le cause perchè piaccia o meno, è vero che sono i genitori, le scuole e le altre istituzioni, compresi i medici quando i genitori non sono in grado di arrivarci da soli, devono insegnare la cultura culinaria e la salute che ne deriva o meno da un certo tipo e cadenza di consumo di taluni “cibi” o non cibi, naturali o iperprocessati, tra i grassi saturi o meno, tra gli zuccheri e l’acqua… Non è poi tanto difficile far mangiare sano i bambini, evitare certi posti e fagli fare sport… quello che serve è buon senso (il medico, che spesso ne sa ancora meno di noi o fa finta di non saperlo o quel che sa è scientificamente sbagliato, non serve…), basta il buon senso, la buona volontà, la presenza del genitore che deve tornare a fare il genitore non il lavoratore e basta, l’amore per se stessi e per i propri figli, la cura… è tutta roba che dovremmo ricordarci che è fondamentale, non facoltativa, altrimenti i figli non van fatti. Inutile incolpare i fastfood per l’obesità, come inutile incolpare la tv per la sedenatarietà, i videogiochi per l’epilessia, i telefonini per l’estraniarsi dal mondo e da tutto il resto.

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