L’entomofagia come rimedio all’aggravarsi della crisi ambientale e come soluzione del prossimo futuro (che la Fao calendarizza al 2050) alla richiesta di proteine per un Pianeta sovrappopolato (con più di 9 miliardi di abitanti), non è più fantascienza, neppure in Europa. Dopo la larva di Tenebrio molitor o larva gialla della farina, la Locusta migratoria e la larva di Alphitobius diaperinus o verme della farina minore, lo scorso 5 gennaio l’autorizzazione già concessa dalla Commissione europea alla messa in commercio per uso alimentare umano di insetti considerati edibili si è estesa anche all’Acheta domesticus (il grillo comune). Come spiega Dario Dongo, avvocato esperto in diritto alimentare internazionale, «ciò significa che dal 24 gennaio 2023 questo insetto può ufficialmente entrare sotto forma di farina in prodotti da forno, dolci, cioccolato, salse, bevande e sostituti della carne venduti nei supermercati e serviti nei ristoranti di tutti i Paesi Ue, entro i limiti e secondo le condizioni previste dalla normativa comunitaria* e nel rispetto dei requisiti specifici prescritti dall’Efsa».

L’introduzione degli insetti nell’alimentazione umana è un argomento di cui in Occidente si discute da anni. «Eppure  – prosegue Dongo – per quanto in Europa tali ingredienti siano considerati “novel food”, in realtà si tratta di cibi che, con sorti alterne, fanno parte della dieta umana fin dal Paleolitico, che hanno trovato spazio nelle abitudini sulle tavole del mondo classico nonché nelle Sacre Scritture e che tradizionalmente rappresentano una prelibatezza in molte parti del mondo» (dal Sud America, all’Africa e all’Asia, fino alla Sardegna, dove viene prodotto il casu marzu, pregiato formaggio contenente vermi). A queste si sono aggiunti Canada, Stati Uniti, Australia, Giappone, ma anche Svizzera, Belgio, Olanda, alcuni cantoni della Germania, Finlandia, Norvegia, Regno Unito e Francia, tanto che, secondo la Fao, attualmente oltre 2 miliardi di persone nel mondo consumano regolarmente insetti edibili».

Oggi il mercato mondiale degli insetti è al centro di un business che, secondo il rapporto pubblicato nel febbraio 2020 da Global Market Insights ha ormai superato i 112 milioni di dollari e che arriverà a toccare i 710 milioni di dollari a valore nel 2024 e a raggiungere gli 1,5 miliardi di dollari entro il 2026. Anche l’Europa contribuisce con una produzione annua di “proteine di insetti” che, secondo l’International Platform of Insects for Food and Feed (Ipiff), si aggira attorno alle 6 mila tonnellate e che potrebbe arrivare a 3 milioni di tonnellate nel 2030.

Eppure finora in molti Paesi del vecchio continente, questo tipo di produzione è destinata soprattutto all’alimentazione animale, sottoforma di Proteine animali trasformate (Pat) da introdurre nei mangimi. Come spiega Dongo «solo di recente, coerentemente con la strategia Farm to Fork, che mira a promuovere una produzione di alimenti e mangimi più circolare e sostenibile, le istituzioni europee hanno iniziato a considerare un ampliamento dei settori d’impiego, attribuendo all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) il compito di valutare come inedita fonte nutrizionale alcune tra le 2000 specie di insetti riconosciute come edibili».

Fried insects
Di un grillo si usa l’80%, rispetto al 55% dei polli e al 40% dei bovini

In Italia l’apertura all’entomofagia è incoraggiata dal Miac (il Modello italiano di allevamento di insetti commestibili, lanciato nel giugno del 2018 dal Centro per lo sviluppo sostenibile, Università degli studi di Milano, Università degli studi di Torino e Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie) e, «nonostante i timori espressi da Coldiretti rispetto alla possibile messa in discussione delle eccellenze produttive che caratterizzano la cultura gastronomica italiana, è incoraggiata da alcune startup che hanno colto le opportunità (in termini economici e di sostenibilità) di questa nuova produzione», come la Alia Insect Farm di Milano, un’azienda innovativa che si occupano di allevamento di grilli destinati all’alimentazione umana.

A queste si aggiunge la Fucibo di Vicenza, dal 2021 il primo marchio di insetti made in Italy, affiliato all’e-commerce specializzato 21 bites, che oltre a “firmare” il primo lancio di biscotti e patatine a base di farina di insetti sul mercato italiano, dal 2015 gestisce il sito web L’Entomofago, che rappresenta il primo organo internazionale d’informazione specializzato negli insetti commestibili per l’essere umano. L’obiettivo è di informare e sensibilizzare i consumatori sui vantaggi ecologici, nutrizionali e salutistici di una dieta basata (anche) su questi nuovi ingredienti, nonché di abbattere le barriere culturali che, insieme al sapore “diverso” portano a guardare con diffidenza un cibo estraneo alla cultura alimentare nazionale e, anzi, tradizionalmente associato piuttosto all’idea di sporcizia e contaminazione.

«A rassicurare i cittadini comunitari ci ha pensato anche normativa europea relativa all’impiego di questo novel food, che ne specifica le caratteristiche nutrizionali e microbiologiche, i regolamenti per la gestione degli allevamenti e per l’etichettatura dei prodotti a base di insetti, la cui presenza (che nel caso di prodotti da forno non può superare il 5%), deve essere esplicitamente segnalata tra gli ingredienti nonché annoverata nell’elenco degli allergeni» prosegue Dario Dongo. C’è di più, numerosi studi (tra cui quelli della British Nutrition Foundation e dell’Accademia dei Georgofili) sottolineano il vantaggio nutrizionale dell’introduzione nella dieta degli insetti, che hanno un contenuto proteico e di aminoacidi essenziali pari al 70% (2-3 volte maggiore rispetto alla carne rossa e più dei livelli raccomandati dalla Fao) a fronte di un apporto di grassi totali inferiore al 12%. Si tratta di una buona fonte di grassi insaturi sani, vitamine e minerali (pare che alcune specie abbiano un contenuto di ferro maggiore rispetto al manzo). La componente di fibre si aggira attorno al 9%, così come quello di chitina, il componente principale dell’esoscheletro degli insetti, che può favorire i microrganismi intestinali buoni, rafforzare il sistema immunitario, agire come potenziale antimicrobico, aiutare il trasporto nel sangue e l’escrezione del colesterolo e contribuire a limitare i danni da osteoporosi.

L’allevamento di insetti produce fino a 2.850 volte meno gas serra rispetto a quello dei bovini

Per quanto riguarda le aziende, la spinta ad avviare un allevamento di insetti può venire dalla constatazione che questi animali comportano minori spese di gestione e hanno un basso impatto ambientale. Oltre a ciò consumano meno risorse (mangime, acqua, terreno) e producono fino a 2.850 volte meno gas serra rispetto ai bovini, amano naturalmente vivere in colonie numerose, all’interno di piccoli  spazi  bui  e chiusi, si possono alimentare con gli scarti di frutta e verdura assicurano una buona resa (di un grillo si usa l’80%, rispetto al 55% dei polli e al 40% dei bovini) e producono escrementi utili come fertilizzante, secondo un criterio di economia circolare.

Tuttavia, un potenziale ostacolo all’affermazione stabile della produzione e del consumo degli insetti a scopo alimentare è attualmente rappresentato dalle difficoltà di organizzare, per la prima volta nella storia, allevamenti a numeri industriali e in ambiente artificiale, con un’attenzione particolare alla scelta del substrato e dell’alimentazione fornita (che devono essere controllati, privo di sostanze tossiche o nocive che possano dare origine alla contaminazione delle carni e, di conseguenza, delle farine), ma anche dall’elevato consumo di energia solo in parte coperto da fonti rinnovabili (gli insetti crescono a temperature elevate, intorno ai 25°-30°C) e quindi dai costi del prodotto finito (oggi la farina di grillo costa circa 15 euro per 200 grammi) che impedisce di renderlo competitivo sul mercato.

Secondo Confagricoltura, per il futuro del comparto sarà dirimente la leva delle risorse pubbliche, ovvero la possibilità di far rientrare questa attività produttiva tra le misure finanziabili della prossima Politica agricola comune (Pac) in Europa, dove nel frattempo si sta valutando l’introduzione in ambito alimentare di altri tipi di insetti (Gryllodes sigillatus o grilli rigati; larve di Alphitobius diaperinus o coleottero), polveri proteiche di buffalo worm; Hermetia illucens ovvero mosca soldato nera, o soldier black fly; Apis mellifera o ape europea).

«Nel frattempo – conclude Dongo- le decisioni della Commissione europea e i pareri espressi dall’Efsa dimostrano che tradizione e innovazione non sono antagonisti, e fa sperare che, proprio come è accaduto con frutti esotici, alghe e sushi, anche gli insetti troveranno il loro spazio e la giusta valorizzazione nella tradizione culinaria occidentale».

*REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2023/5 DELLA COMMISSIONE del 3 gennaio 2023

© Riproduzione riservata. Foto: AdobeStock, Fotolia

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antonio zambetta
antonio zambetta
2 Marzo 2023 08:52

Vuol dire che che nei prossimi cento anni lasceremo estinguersi i bovini perché troppo inquinanti e perché saranno diventati poco redditizi? E il latte per i bambini chi lo fornirà? E gli splendidi formaggi italiani… Addio, parmigiano, addio gorgonzola, addio dolci caciotte pugliesi… addio mozzarelle di bufala, addio!

Roberto La Pira
Reply to  antonio zambetta
2 Marzo 2023 09:36

Nei prossimi anni si continuerà a mangiare carne e a bere latte e ci sarà anche chi mangia insetti

MARIAGRAZIA
MARIAGRAZIA
2 Marzo 2023 08:57

Nel caso venissero introdotti gradualmente nei prodotti venduti nei negozi , singolarmente o inseriti nei cibi trasformati o nelle varie , biscotti , etc, saranno obbligatoriamente ben evidenziati tra gli ingredienti stampati sugli involucri?

Roberto La Pira
Reply to  MARIAGRAZIA
2 Marzo 2023 09:35

Angelo Bianchi
Angelo Bianchi
2 Marzo 2023 14:03

Io cucino per mestiere sinceramente non ci trovo nulla di scandaloso nel consumo di determinati insetti è solo una questione culturale che dopo un po’ di tempo dalla messa in circolazione passerà inosservata e diventerà normale e anzi molto gradita

Maurizio
Maurizio
2 Marzo 2023 18:30

Auspico l’uso o un maggior utilizzo delle farine da insetti nei mangimi dei nostri animali domestici così bisognosi di proteine. In tal modo ci sarebbe molta più soia per l’alimentazione umana

Doriana
Doriana
2 Marzo 2023 18:34

Fare la spesa diventerà un incubo, se questi “novel food” (l’inglese serve sempre a coprire cose strane…) non saranno tenuti ben separati dai cibi normali o, per lo meno, con una bella etichetta che evidenzi che cosa una persona potrebbe trovare dentro il cibo.
E sinceramente non credo che lo saranno, belle chiare, perché questi sono gli ordini: dubito che scriveranno ben in evidenza “contiene farina di grillo”, “contiene pezzettini di cavalletta”, utilizzeranno termini latini. Hermetia Illucens quantità 5% suona così bene.
E dopo l’entomofagia, tanto apprezzata dalla Commissione Europea che pensa sempre al nostro bene, non vedo l’ora di sapere che cosa ci dobbiamo aspettare.

Stefania
Stefania
Reply to  Doriana
5 Marzo 2023 01:19

Meglio mangiare cibo spazzatura ultra processato con additivi e coadiuvanti tecnologici creati in laboratorio, ovviamente!
Comunque, tanto per la cronaca, si calcola che annualmente si consumino in modo inconsapevole circa 500 g di insetti a testa…
È proprio vero, è principalmente una questione culturale!

Roberto La Pira
Reply to  Stefania
5 Marzo 2023 09:31

Qual è la fonte della notizia ?

Doriana
Doriana
Reply to  Stefania
13 Marzo 2023 18:28

Io non ho scritto che sia meglio mangiare cibo ultraprocessato.
Mi sono solo augurata che il legislatore metta i consumatori nella condizione di scegliere in modo chiaro e trasparente ciò che vogliono mettere in tavola. E ho espresso dubbi sull’onestà dei suddetti legislatori nell’affrontare la questione. Spero di essere clamorosamente smentita.
Questione culturale oppure no, io voglio sapere che cosa mangio.

Danila
Danila
5 Marzo 2023 10:09

interessante…. !

Massimo Longo
Massimo Longo
15 Marzo 2023 08:29

Il tema è di attualità, e prima o poi credo che dovrò occuparmene professionalmente.
L’articolo, molto interessante e documentato, come sempre accade su questo sito, sarà un eccellente contributo.
Massimo Longo