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Le autorità erano a conoscenza fin dal 1980 delle malformazioni agli animali da laboratorio provocate dal glifosato, la sostanza contenuta nell’erbicida più venduto al mondo, Roundup® Monsanto.

Lo rivela un report pubblicato il 7 giugno da una squadra di universitari e giornalisti scientifici inglesi, irlandesi e brasiliani. “Roundup e difetti delle nascite: si sta mantenendo il pubblico all’oscuro?” è la traduzione informale dell’eloquente titolo di questa ricerca, a disposizione di tutti sul web.

Secondo uno studio pubblicato in Argentina dall’ente governativo di ricerca Conicet nel settembre 2010, l’esposizione a diluizioni di glifosato molto inferiori a quelle spruzzate nei campi coltivati e nei giardini per combattere le erbacce si associa a un elevato rischio di malformazioni alla nascita di rane e pollame. La notizia ha destato una certa preoccupazione, perché nel Paese oltre il 50% dei terreni sono coltivati con la soia geneticamente modificata al preciso scopo di resistere proprio al glifosato (“Roundup Ready”, appunto).

In termini generali, il rischio è connaturato a diverse sostanze impiegate in agricoltura. Perciò i legislatori di varie aree del mondo ne hanno delegato ad autorità competenti la valutazione scientifica, per decidere se autorizzare e a quali condizioni l’utilizzo di determinate molecole nella produzione di antiparassitari e diserbanti, e così via.

Ma l’elemento più grave messo in luce dal rapporto “Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?” è che le autorità sono da anni a conoscenza degli studi su glifosato e danni alla salute di alcuni animali. E non avrebbero prestato la dovuta attenzione a questo elemento che, secondo gli autori, merita indagini più approfondite sulla potenziale nocività per gli animali, l’ambiente e le persone.

Peggio ancora, l’autorità federale tedesca per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare (German Federal Office for Consumer Protection and Food Safety, BVL) – a seguito della richiesta del commissario per la Salute e i consumatori John Dalli di rivalutare la sicurezza del glifosato anche alla luce di dello studio argentino – avrebbe negato le evidenze sulla causa di difetti alla nascita ed esposizione al glifosato degli animali.

La Commissione europea, tra l’altro, ha deciso di posticipare di tre anni (al 2015), la revisione decennale delle verifiche sulla sicurezza del glifosato e altre 38 sostanze che era prevista per il 2012.

È forse il caso di svolgere ulteriori indagini, considerato l’ampio utilizzo della sostanza a livello globale. O almeno chiarire perché le valutazioni ufficiali siano così distanti da studi scientifici di eminenti università.

Per maggiori informazioni:

Il rapporto “Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?”, a cura di Michael Antoniou (King’s College London School of Medicine, UK), Mohamed Ezz El-Din Mostafa Habib (Institute of Biology, Unicamp, São Paulo, Brazil), C. Vyvyan Howard (University of Ulster, Irlanda del Nord), Richard C. Jennings (University of Cambridge, UK), Carlo Leifert (Newcastle University, UK), Rubens Onofre Nodari (Federal University of Santa Catarina, Brazil), Claire Robinson e John Fagan (editorialista e co-fondatore di “Earth Open Source”, rispettivamente), ©Earth Open Source, 2011

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