L’American Heart Association ha aggiornato le linee guida sull’alimentazione corretta per la prevenzione delle malattie cardiache e cardiovascolari e le ha pubblicate su Circulation. Si tratta di un documento scientifico ricco di novità, a partire dalla sua impostazione. In primis, l’attenzione è posta su un modello di dieta globale, sul cosiddetto pattern alimentare, piuttosto che sulla raccomandazione di consumare o evitare singoli alimenti. Inoltre, questo modello è messo in relazione con le diverse fasi della vita e con le preferenze personali, etniche e religiose, ma anche, semplicemente, con lo stile di vita.
Nel documento si ritrovano per la prima volta espliciti riferimenti alla sostenibilità e viene messo in evidenza che gli stili di alimentazione per un cuore sano sono vantaggiosi anche per l’ambiente. Vi sono poi chiari inviti a prediligere una dieta con prodotti vegetali piutosto che alimenti di origine animale, tenendo comunque presente la qualità nutrizionale dell’insieme. Viene ricordato quanto sia importante educare i bambini ad avere un’alimentazione sana, in modo che mantengano più facilmente per tutta la vita le buone abitudini acquisite durante l’infanzia. Infine, gli alimenti consigliati devono essere semplici e rapidi da preparare e con ingredienti facilmente reperibili. La filosofia generale sembra quindi piuttosto distante da quella adottata in altri contesti analoghi, nei quali si indicavano obiettivi sicuramente corretti, ma complicati da raggiungere. In questo caso il principio ispiratore appare più realistico e rispettoso delle sensibilità e delle storie personali.
Per riassumere, i ricercatori americani hanno indicato dieci punti fondamentali a cui attenersi:
- Bilancia l’apporto calorico e alimentare con l’attività fisica per mantenere un peso corretto;
- Scegli un’ampia varietà di cibi e mangia molta frutta e verdura, per ottenere una gamma completa di sostanze nutritive dal cibo, piuttosto che assumerle attraverso gli integratori;
- Scegli cereali integrali e alimenti composti principalmente da cereali integrali;
- Includi fonti sane di proteine magre e/o ricche di fibre come quelle vegetali (da frutta secca a guscio e legumi), pesce o frutti di mare, latticini a basso contenuto di grassi o senza grassi e tagli magri di carne, limitando le carni rosse e lavorate;
- Usa oli vegetali liquidi non tropicali, come oli di oliva o di girasole;
- Prediligi cibi poco processati piuttosto che ultraprocessati;
- Riduci al minimo l’assunzione di bevande e alimenti con zuccheri aggiunti;
- Scegli o prepara cibi con poco o nessun sale;
- Limita il consumo di alcol e, se non bevi, non iniziare;
- Applica questi suggerimenti a prescindere da dove viene preparato o consumato ciò che intendi mangiare.
Oltre ai consigli, il documento mette per la prima volta in risalto anche alcuni punti critici, cioè fattori presenti nella società che possono rendere più arduo adottare una dieta adeguata. Tra questi spicca la diffusa disinformazione alimentare proveniente da internet. Molto critiche sono poi anche la mancanza di educazione alimentare nelle scuole e nei corsi di medicina e l’insicurezza alimentare e nutrizionale (si stima che, nel 2020, 37 milioni di americani abbiano avuto accesso limitato o poco stabile a cibi sicuri e nutrienti). A questi problemi si aggiungono infine il razzismo e la segregazione di quartiere, per cui molte delle comunità con percentuali più elevate di minoranze etniche hanno pochi negozi di alimentari e troppi fast-food e molte attività di marketing mirato e di sponsorizzazione di eventi con cibi e bevande non salutari sono rivolte proprio a questo tipo di comunità.
Nel documento si ricorda infine che le linee guida non sono esclusivamente un’indicazione rivolta ai singoli individui. Si sottolinea infatti che, per affrontare queste sfide, occorrono interventi politici e di sanità pubblica. Si ritiene che creare un ambiente che promuove e supporta l’aderenza a tali linee guida sia un imperativo per chi prende iniziative di salute pubblica e che queste dovrebbero essere sostenute e promosse dai medici. Sarebbe anzi opportuno che le indicazioni relative alle abitudini alimentari dei pazienti venissero inserite nelle cartelle cliniche, in modo da permettere un follow-up a ogni visita successiva.
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Giornalista scientifica
La versione inglese al punto 4 dice “nuts”, che voi avete tradotto con “frutta secca”.
Credo sia più chiaro tradurre con “frutta secca a guscio”, per non creare possibile confusione con la “frutta essiccata”.
Gentile Orazio, grazie del suggerimento.