Una lettrice ci chiede se le mozzarelle e altri cibi devono avere il doppio imballaggio. L’esperto chiarisce quali materiali possono stare a diretto contatto con gli alimenti
Una lettrice ci chiede se le mozzarelle e altri cibi devono avere il doppio imballaggio. L’esperto chiarisce quali materiali possono stare a diretto contatto con gli alimenti
Dario Dongo 4 Aprile 2013Riceviamo da una nostra lettrice:
Vorrei raccontare quello che mi è accaduto in un caseificio situato in provincia di Salerno. Ho acquistato delle mozzarelle e la commessa le ha messe nei sacchetti di plastica con il logo aziendale. Ho chiesto se poteva mettermi i latticini in un contenitore di polistirolo per agevolare il trasporto in auto e lei mi ha risposto: «No, non si può vendere il prodotto senza il sacchetto di plastica».
Altre persone mi hanno confermato che è entrata in vigore una norma in base a cui il cibo deve stare in due sacchetti per cui non basta che il prodotto sia gà confezionato in busta. Ma allora ci deve per forza essere un secondo imballaggio esterno? Se è così, quando vado a fare la spesa, il negozio commette un reato vendendomi prodotti senza la doppia confezione. O mi sbaglio?
Grazie, Elena
Risponde Dario Dongo, esperto di diritto alimentare
la ringrazio dello spunto che ci offre per ricordarci di un presidio essenziale alla nostra sicurezza: gli imballi possono essere uno, due, anche tre, ma è sempre necessario che gli alimenti siano messi a contatto solo ed esclusivamente con materiali idonei (ai sensi del regolamento CE n. 1935/2004 e successivi).
Nel caso delle mozzarelle, il prodotto deve essere venduto nei sacchetti di plastica, immerso nel cosiddetto “liquido di governo”, per una semplice ragione: questi sacchetti sono stati fabbricati con materiali idonei al contatto con alimenti. Il polistirolo, al contrario, non lo è perché potrebbe cedere e far ‘migrare’ nel cibo sostanze non adatte a essere ingerite.
Consideriamo, ad esempio, la carta di giornale. Nella tradizione popolare, la si ripiegava a mo’ di cono o cartoccio allo scopo di raccogliere e servire i cibi caldi venduti nelle strade, come fritti e caldarroste. Con il tempo, ci si è resi conto che la cessione di residui di inchiostro negli alimenti può essere pericolosa e oggi questo tipo di imballo non si usa più.
Insomma, a casa e anche fuori é importante fare attenzione ai materiali, agli oggetti, agli involucri e alle stoviglie che mettiamo a contatto con gli alimenti: tutti devono essere compatibili con questo utilizzo. Come verificarlo? Anzitutto, occorre controllare la presenza sulle confezioni o nelle etichette del simbolo UE di compatibilità, rappresentato da forchetta e coltello. Ne abbiamo parlato a lungo in un articolo del 30 gennaio. In secondo luogo, occorre un po’ di prudenza.
Nell’incertezza, è meglio affidarsi a marchi noti e a punti vendita ragionevolmente seri. Il motivo è semplice: il valore del marchio è direttamente proporzionale alla buona reputazione dei prodotti, e questa non può prescindere da accurati sistemi di qualità.
Dario Dongo
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade
Le mozzarelle dopo essere state chiuse in sacchetti per alimenti possono essere inserite essere inserite in un altro contenitore in polistirolo, anche al fine di garantire la temperatura di conservazione. Stefano
Concordo con l’Avvocato Dongo e ritengo il comportamento dell’addetta alla vendita molto professionale, colgo l’occasione per precisare che il D.L. 98/1986 convertito in Legge 252/1986 obbliga la vendita dei formaggi freschi a pasta filata preconfezionati all’origine lasciando la possibilità della vendita con preincarto solo ai caseifici.
Saluti.
Ma davvero voleva portare a casa delle mozzarelle direttamente nel polistirolo?!? Sono allibito!
Il logo per alimenti, bicchiere e forchetta, non vengono sempre utilizizzati, infatti esistono casi in cui è possibile ometterli, classico esempio sono le pentole in Acciaio INOX.
Inoltre facciamo attenzione, esistono anche polistiroli idonei al contatto con alimenti (non il caso in oggetto), poi interviene la tipologia di alimento impiegato a complicare la vita dell’utilizzatore finale.
Per non parlare di alimenti con guscio e formaggi stagionati!!
Un saluto a tutti Stefano R.