A Milano una persona è deceduta e otto risultano ricoverate per legionella, all’interno di un nuovo sospetto focolaio nel quartiere San Siro, nell’area di via Rembrandt. Altre due sono state contagiate, ma non sono ricoverate: in totale quindi il focolaio interessa 11 persone. ATS Città Metropolitana ha avviato campionamenti nelle abitazioni delle persone coinvolte e sta verificando altri luoghi sensibili del quartiere, ma per ora non ci sono risultati di laboratorio che chiariscano l’origine del contagio.
La legionella a Milano
L’episodio arriva a quattro mesi e mezzo dal focolaio rilevato il 1° luglio in via Rizzoli, con cinque persone ricoverate e un decesso. Anche in quel caso ATS e Metropolitana Milanese erano intervenute immediatamente con la disinfezione dell’impianto di acqua calda e la sospensione temporanea dell’erogazione, ripristinata il giorno successivo, e i controlli effettuati non avevano rilevato la presenza del batterio. La fonte del contagio non è stata individuata.
Questi casi confermano come la legionella non sia un fenomeno raro nell’area milanese. Nel 2023, per esempio, a Corsico e Buccinasco sono stati notificati 61 casi, con la morte di quattro persone anziane e con gravi comorbidità. Il problema è in crescita a livello nazionale: i dati consolidati del 2022 parlano di oltre 3.900 casi in Italia, un numero che in dieci anni è raddoppiato. In tutta l’Unione Europea i casi sono stati circa 11mila. Gli esperti collegano l’aumento alla diffusione capillare di impianti di climatizzazione in edifici pubblici e privati: centri commerciali, aeroporti, ospedali, alberghi, palestre, uffici pubblici e anche navi da crociera, oltre alle grandi centrali termiche condominiali.
L’origine dei focolai
Per capire l’origine dei focolai è utile ricordare che le legionelle sono batteri molto diffusi in natura, presenti in acque sorgive, laghi, fiumi e in generale in ambienti umidi. Raggiungono facilmente impianti artificiali come serbatoi, tubature, fontane e condotti di climatizzazione, dove possono proliferare se trovano condizioni favorevoli. Le temperature comprese tra 20 e 55 °C, la presenza di acqua stagnante e di incrostazioni rappresentano ambienti ideali per la loro crescita. Non sorprende quindi che i focolai siano spesso collegati a impianti di raffreddamento o riscaldamento dell’aria, a torri evaporative, a serbatoi trascurati o a centrali termiche condominiali dove l’acqua circola poco o ristagna per lunghi periodi.

Il contagio avviene esclusivamente per via inalatoria, respirando microgocce d’acqua contaminate disperse nell’aria. Questo può accadere, per esempio, quando la nebulizzazione di una doccia, di un rubinetto incrostato o di un impianto di climatizzazione centralizzato immette aerosol nell’ambiente. La malattia, che può provocare polmoniti anche gravi, ha un tasso di mortalità che nei casi più severi oscilla tra il 10 e il 15%, soprattutto tra soggetti fragili o immunocompromessi. È però importante sottolineare che non si trasmette da persona a persona.
Uno dei dubbi più frequenti riguarda la sicurezza dell’acqua potabile. ATS ribadisce che la legionella non si contrae bevendo l’acqua del rubinetto, né fredda né calda, e che i comuni condizionatori domestici con split non rappresentano una fonte di rischio perché funzionano ad aria e non con acqua. L’acqua dell’acquedotto milanese rimane dunque sicura, anche in presenza di indagini in corso. Per questo motivo è bene chiarire che non ha alcun senso acquistare acqua minerale: non offre nessuna protezione aggiuntiva e non esiste alcun legame tra i focolai di legionella e la potabilità dell’acqua distribuita dalle reti pubbliche.
Prevenire la legionella
Alcune semplici attenzioni permettono comunque di ridurre ulteriormente i rischi domestici. Nelle abitazioni rimaste chiuse per settimane, come accade nelle seconde case, è consigliabile far scorrere l’acqua calda e fredda per alcuni minuti e aerare i locali per disperdere l’eventuale aerosol che si forma. Una periodica pulizia o decalcificazione dei soffioni della doccia e dei rompigetto dei rubinetti aiuta a evitare incrostazioni e ristagni. Anche le tubature utilizzate per irrigare i giardini non dovrebbero restare piene d’acqua e al sole per tempi prolungati.

Molto più complessa è la gestione degli impianti centralizzati come torri di raffreddamento, vasche, condotte e scambiatori: qui la prevenzione passa da una regolare manutenzione, dalla disinfezione con cloro o altri trattamenti e dall’eliminazione dei ristagni. È proprio in queste strutture che, quando la manutenzione è scarsa, il batterio può proliferare e diffondersi anche all’esterno, raggiungendo i quartieri circostanti attraverso il pennacchio di vapore in uscita dalle torri, soprattutto nelle giornate calde e ventilate.
Per quanto riguarda il nuovo focolaio di San Siro, ATS continuerà nei prossimi giorni i campionamenti e le verifiche per individuare l’origine del contagio. Come già accaduto in via Rizzoli, non ci sono indicazioni che facciano pensare a un coinvolgimento della rete idrica cittadina. L’acqua del rubinetto resta potabile e sicura.
Aggiornamento del 28 novembre 2025
Il focolaio conta 12 casi segnalati con un decesso. L’ultimo risale al 13 novembre, e attualmente un paziente è ancora ricoverato. I casi abitano tutti in edifici diversi e non sono collegati tra loro dall’abitare nello stesso stabile. Sono state campionate 30 abitazioni (11 di casi e controlli). I primi 10 esiti disponibili hanno rilevato una sola positività in un’abitazione di controllo, per cui è stata disposta la bonifica. Sono state censite e valutate tutte le torri evaporative della zona, campionandone una in funzione. Sono in corso anche le analisi sui campioni prelevati dalla rete acquedottistica pubblica. Ispezioni su luoghi di possibile frequentazione comune e siti sensibili non hanno riscontrato situazioni a rischio; nel quartiere non sono presenti fontane ornamentali come potenziale fonte.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare



per la legionella, sono verificate le pulizie periodiche dei climatizzatori ed affini dei grandi edifici, delle istituzioni etc? Se sono prossimi ad altri edifici, l’aria calda o fredda secondo le stagioni che provengono da climatizzatori e simili, pervadono ambienti di fronte o vicini e spesso anche con polveri sofffocanti.