Il 3 febbraio è stata pubblicata una dichiarazione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare in merito ai livelli tollerabili di cadmio su base settimanale (EFSA statement on tolerable weekly intake for cadmium). Si completa così il quadro delle indagini scientifiche sui rischi dei metalli pesanti presenti come residui negli alimenti. L’esito delle valutazioni appare nel complesso confortante, visto che sulla base dei modelli dietetici e dei livelli di contaminazione, non si intravedono pericoli per le aree più vulnerabili della popolazione.

La legislazione europea sulle contaminazioni alimentari da metalli pesanti è stata modificata negli ultimi anni, per mantenere coerenza con la ricerca scientifica (SCOOP) report on heavy metals in food – March 2004) e per garantire elevati standard di sicurezza ai consumatori. Il regolamento (CE) n. 1881/06 ha perciò aggiornato i limiti di cadmio, piombo e mercurio negli alimenti. Il successivo reg. (CE) n. 333/07 ha definito i metodi di campionamento e analisi da utilizzare nei controlli ufficiali sui livelli di piombo, cadmio, mercurio, alluminio inorganico, 3-MCPD e benzo(a)pirene nei cibi.

L’Efsa ha poi adottato negli ultimi anni una serie di opinioni scientifiche sui rischi e i livelli tollerabili di assunzione di cadmio (EFSA scientific opinion on cadmium), arsenico (EFSA scientific opinion on arsenic), piombo (EFSA scientific opinion on lead), mercurio  e metilmercurio (EFSA scientific opinion).

L’aspetto più curioso della “vicenda cadmio” è dato dal fatto che le due diverse valutazioni, quella più rigorosa dell’Efsa (2,5 µg/kg di massa corporea la settimana)  e quella più che doppio di JECFA (a 25 µg/kg su base mensile)  si basano su identici dati epidemiologici. Ma i metodi di lavoro sono differenti, e il “panel” EFSA ha perciò appena confermato le proprie precedenti valutazioni.

L’Autorità europea ha ribadito che l’attuale esposizione al cadmio non costituisce un rischio per la popolazione europea, ma bisogna pur ricordare che tale esposizione è essenzialmente legata ai cibi (per i non-fumatori), e che livelli eccessivi di accumulo nel lungo termine possono danneggiare i reni e le ossa.

Dario Dongo


Per maggiori informazioni:

–       Commissione europea, DG Sanco (Salute e Tutela del Consumatore),

–       EFSA Journal, parere sui livelli settimanali tollerabili di cadmio,