Una volta chi acquistava il latte fresco metteva in borsa la bottiglia di vetro della Centrale locale. Oggi in parte è ancora così, ma la scelta si è ampliata. Oltre ai produttori locali, ci sono un paio di marchi diffusi a livello nazionale come Granarolo e Parmalat affiancati dal latte fresco confezionato con il marchio del distributore che rappresenta il 22% delle vendite.
L’aspetto che attira maggiormente il consumatore verso i prodotti con il marchio del supermercato è la convenienza, visto che la marca commerciale costa generalmente il 23% in meno rispetto al listino medio e il 30% in meno rispetto alle marche leader e al marchio delle Centrali del latte locali.
Il Fatto Alimentare ha operato un confronto tra il latte fresco Simply, pastorizzato parzialmente scremato in bottiglia di PET da 1 litro, e lo stesso prodotto della Centrale del Latte di Brescia che produce il latte anche per la catena di supermercati. Le differenze di prezzo rilevate in un supermercato della provincia di Brescia sono evidenti: il latte Simply costa 1,15 €/l contro 1,65 del locale. Un bel risparmio, considerando che il latte fresco viene spesso consumato tutti i giorni.
Per il consumatore si tratta in ogni caso di un prodotto garantito. Il latte della Centrale di Brescia viene raccolto quotidianamente presso stalle selezionate sottoposte a severi controlli igienico-sanitari. C’è però una differenza tra la materia prima utilizzata per il latte della Centrale e quella impiegata per il prodotto Simply.
Come ci confermano in azienda, La Centrale del latte indica sull’etichetta del latte pastorizzato la zona di mungitura di Brescia. Questa scelta vuol dire identificare, stoccare in serbatoi dedicati e lavorare in maniera separata il latte crudo proveniente esclusivamente da allevamenti situati in provincia di Brescia, dalle altre partite e questo comporta maggiori oneri di gestione e sfridi di lavorazione non indifferenti.
Il latte Simply proviene da allevamenti selezionati e riporta in etichetta la zona di mungitura (Lombardia) e può essere lavorato e confezionato senza esigenze di separazione da altri tipi di latte di provenienza sempre italiana. Naturalmente questa più ampia possibilità di raccolta riduce i costi in fase di approvvigionamento e amplia le potenziali aree di reperibilità.
Comunque sia, quando il consumatore acquista latte fresco a marca commerciale o con il marchio della Centrale locale, ha sempre la garanzia che non si tratta di prodotto importato e che la materia prima viene pastorizzata poche ore dopo la mungitura.
Claudio Troiani
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