Bottle and glass of milk latte crudo
Il 7% e 3% di campioni di latte crudo aveva contaminazioni rispettivamente da Campylobacter e Listeria

L’Autorità irlandese per la sicurezza alimentare (FSAI) ha diffuso i risultati di un monitoraggio microbiologico, che conferma la presenza di agenti patogeni nel latte crudo e nei filtri in linea delle apparecchiature di mungitura.

La Listeria monocytogenes e il Campylobacter sono stati rilevati, rispettivamente, nel 7% e 3% di campioni di latte crudo, mentre nei filtri queste percentuali sono notevolmente superiori: 20% e 22%, rispettivamente, il che suggerisce una contaminazione del latte crudo potenzialmente maggiore. La Salmonella è stata rilevata nell’1% dei filtri e nello 0,5% dei campioni di latte crudo, mentre l’Escherichia coli è stata rilevata nel 6% dei campioni di filtri, con la possibilità, quindi, di contaminare il latte crudo.

 

Secondo la FSAI, anche se l’igiene degli stabilimenti e la salute degli animali negli allevamenti irlandesi sono molto migliorati negli ultimi anni, le aziende rimangono un serbatoio significativo di agenti patogeni. Anche se si adottano le migliori norme igieniche, è possibile che il latte crudo possa essere contaminato. Per questo, l’Authority irlandese raccomanda nuovamente di vietare il consumo umano di latte crudo e, in mancanza di un provvedimento di questo tipo, di bollire il latte non pastorizzato, in particolare quando viene consumato da neonati, bambini, donne in gravidanza, anziani e persone con il sistema immunitario indebolito o che soffrono di una malattia cronica.

 

Beniamino Bonardi

© Riproduzione riservata

foto: istockphotos.com

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Sandro kensan
3 Aprile 2015 20:28

Manca il dato di quanti ricoverati in ospedale ci sono.

Marco
Marco
17 Aprile 2015 12:14

Sono d’accordo con gli Irlandesi.

Costante
Costante
19 Aprile 2015 19:25

Meno male che se ne sono accorti anche gli Irlandesi, e talvolta possono essere presenti anche altri agenti microbici potenzialmente molto pericolosi talvolta anche nelle stalle meglio igienizzate, ma in Italia queste cose le diciamo a voce alta da parecchi anni, e qualcuno legato a concetti di km zero anche di fronte all’evidenza, spudoratamente difende ancora la distribuzione di latte crudo lasciando all’imprecisione della sanificazione domestica del latte venduto ai lattodistributori il rischio di gravi patologie.
Il Ministero non dovrebbe limitarsi alle raccomandazioni di bollire il latte crudo prima del consumo, ma proteggere il consumatore con disposizioni più drastiche. Non a caso ai centri di pastorizzazione ufficialmente si richiedono prove oggettive lotto per lotto dei parametri di trattamento termico.