origine, cibo italiano bandiera

Delicious caprese salad with ripe tomatoes and mozzarella cheese with fresh basil leaves. Italian food.Sugli scaffali dei supermercati sono sempre più numerose le confezioni su cui campeggia in bella vista una bandiera italiana, o qualsiasi altro richiamo al made in Italy del prodotto e delle materie prime con cui è realizzato. Ormai un quarto delle 80 mila referenze che compongono il paniere dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy è rappresentato da prodotti alimentari che richiamano in etichetta l’origine italiana, per un mercato che vale oltre 7,4 miliardi di euro, considerando solo le vendite attraverso supermercati e ipermercati.

La crescita del settore dei cibi che vantano l’origine italiana in etichetta però non dipende solo dalla reputazione di qualità del Made in Italy e dalle preferenze dei consumatori. Un contributo rilevante che ha favorito questa tendenza è correlato alle etichette di origine presenti in  latte e derivati, pasta, riso e pomodoro, che hanno spinto i produttori a mettere bene in evidenza la provenienza italiana delle materie prime.

osservatorio immagino origine made in italy
Fonte: Osservatorio Immagino

La bandiera tricolore è l’indicazione di italianità più diffusa sulle confezioni: è presente sul 14,8% dei prodotti, che rappresentano il 15,3% del fatturato. In seconda posizione si trova la dicitura “prodotto in Italia” presente sul 9,1% delle confezioni, pari al 5,7% delle vendite. La scritta “100% italiano” è presente sul 6,6% dei prodotti, che rappresentano però il 9,5% del giro d’affari. L’aumento delle vendite maggiore ha riguardato il settore dei cibi Dop e dei vini Docg, che, secondo i dati dell’Osservatorio Immagino, sono cresciuti rispettivamente del 7,1% e del 4,8% su base annua, pur rappresentando solo una piccola parte dei prodotti del paniere.

Osservando le diciture in etichetta si nota un incremento dei riferimenti alle singole regioni, che rappresenta ormai il 10,8% del paniere alimentare, per un mercato pari a 2,4 miliardi di euro, con un aumento dell’offerta del 4,4%. In prima posizione troviamo richiami a: Piemonte, Toscana e Sicilia, ciascuna delle quali rappresenta l’1,3% delle referenze analizzate dall’Osservatorio.

Se invece guardiamo il fatturato, la regione in testa è il Trentino-Alto Adige, grazie a vini, spumanti, yogurt e salumi. Seguono alla pari la Sicilia con vini e sughi pronti, il Piemonte, che si distingue per la carne bovina, i succhi di frutta, l’acqua minerale naturale, i vini e il miele, e l’Emilia-Romagna con i suoi vini e i suoi salumi. Si fa notare il Molise, che grazie alla pasta segna un boom delle vendite rispetto alla precedente rilevazione, con una crescita del 30,7%.

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sabrina
sabrina
1 Settembre 2020 09:45

Buongiorno, avrei una curiosità: l’origine italiana con cui si definiscono i prodotti alimentari si riferisce al prodotto finito o alla materia prima? Mi sono sempre fatta questa domanda. Perché se io produco marmellate di qualità in Italia ma acquisto giocoforza la frutta dall’estero (se trovo carenza di materia prima italiana) il mio prodotto finito E’ di origine italiana, giusto? la frutta è solo un ingrediente e la marmellata è un prodotto trasformato.