La riduzione dell’utilizzo di pesticidi in agricoltura è uno degli obiettivi della strategia europea Farm to Fork lanciata nel 2020. La strategia prevede, entro il 2030, il dimezzamento dei rischi e dell’utilizzo delle sostanze chimiche usate. Inoltre è prevista la riduzione del 50% di quelle note per essere più pericolose per la salute, considerate “candidate alla sostituzione”. Per andare in modo più deciso in quella direzione, una start up tedesca, la VineForecast, ha messo a punto un sistema integrato di intelligenza artificiale (AI). Nelle intenzioni, dovrebbe permettere di ridurre di un quarto l’impiego di pesticidi nella produzione di vino, uno degli ambiti dove gli agricoltori li utilizzano maggiormente. Secondo le stime, infatti, in media una vite ‘riceve’ una quantità di pesticidi che è fino a 25 volte quella necessaria in un campo di grano o di mais.
Intelligenza artificiale e viticoltura: l’idea della start up
Ai fondatori (tra i quali c’è un fisico del clima) l’idea è venuta prendendo in considerazione le pratiche tradizionali, che prevedono la dispersione di varie sostanze in media ogni dieci giorni, seguendo calendari e protocolli prestabiliti, che non tengono conto della situazione locale. Come spiega FoodNavigator, in genere lo si deve fare, perché i parassiti e i patogeni che minacciano la vite sono tanti e di vario tipo. Queste minacce, quindi, possono compromettere interi raccolti in pochissimo tempo. Ma disperdere a piene mani insetticidi, erbicidi e fungicidi nei terreni come sulle piante, significa pagare un prezzo molto alto. Tutta la biodiversità della zona ne risente, dal microbiota del suolo alle acque, dagli impollinatori fino al gusto del vino, e rappresenta anche un rischio per la salute di chi ci lavora e di chi beve vino.
Previsioni iperlocali accurate grazie all’AI
È un prezzo che non ci si può più permettere, perché le conseguenze, in un mondo depauperato, sono peggiori della perdita della vite. Per questo gli ideatori hanno pensato, innanzitutto, di intervenire sul meteo, superando le rilevazioni quotidiane e fornendo, in tempo reale, un meteo iperlocalizzato grazie all’intelligenza artificiale, con una risoluzione di 25 metri quadrati, che fotografa il microclima del campo in ogni momento. Anche solo così, i viticoltori potrebbero capire molto meglio quando e come intervenire, perché i patogeni variano a seconda delle condizioni di temperatura, umidità, irraggiamento e così via.
Ma il sistema va molto oltre. Prevede infatti una piattaforma semplice da usare, nel quale il coltivatore inserisce informazioni come i microrganismi presenti nel suo terreno e i pesticidi già usati. Questa serie di dati aiuta l’intelligenza artificiale a ‘capire’ come è meglio procedere. Integrando queste informazioni con quelle del meteo, giunge a un’ottimizzazione dei trattamenti, che potrebbe tradursi in un calo molto significativo delle sostanze usate e in una loro maggiore efficacia. Tra l’altro, anche il vino ci guadagnerebbe, e molto, in sapore e aroma (oltre che in salubrità).
L’interesse dei viticoltori
VineForecast è già attiva in Germania e, secondo quanto riferito su FoodNavigator, le reazioni dei viticoltori sono molto positive, perché l’esigenza di cambiare è sentita, e perché lo strumento è stato pensato per essere utilizzato anche da chi non ha particolari competenze digitali. Inoltre, aiuta immediatamente a razionalizzare i trattamenti, consentendo anche un risparmio non irrilevante e l’accesso agli incentivi finanziari dedicati a chi riduce i pesticidi.
Al momento gli utilizzatori sono 70 e hanno vigneti di estensione variabile da mezzo ettaro a 100 ettari. Non ci sono limiti per le dimensioni. Inoltre, ci sono 650 viticoltori registrati, a conferma del grande interesse. Ciò ha spinto VineForecast a pensare a un’espansione in altri Paesi europei, iniziando da Austria e Svizzera (cioè quelli di lingua tedesca), e proseguendo con la Francia.
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Giornalista scientifica
Per gestire i vigneti non è necessaria l’intelligenza artificiale, bens+ sane tecniche biologiche e delle centraline che elaborano i dati climatici locali sulle proprie vigne, in modo da scegliare il momento migliore e i giusti dosaggi dei mezzi tecnici biologici, superiori ai pesticidi chimici, come dimostrano i dati del 2023… vedasi distruzione da peronospora dei vigneti convenzionali molto maggiore che in quelli biologici…
Seguiamo molti produttori da 5 decenni e le centraline climatiche vengono pagate coi fondi europei, cosi come l’assistenza tecnica ai viticultori biologici che hanno garantiti anche i maggiori costi e mancati ricavi delle produzioni biologiche grazie ai pagamnti agroambeintali corrispondenti … ma come detto se siamo bravi il biologico rende come la chimica… per cui la logica conseguenza è che i pesticidi di sintesi, pericolosi per la salute… devono essere vietati… e oggi, in ogni caso, a livello rpeventivo devono essere usati i formulati rameici biologici basso dosaggio… e non la chimica sintetica…
Giuseppe Altieri