Che il maiale abbia la tosse non deve stupire. Così come non deve stupire come questa sia un sintomo di diverse cause che vanno da un ambiente polveroso a un’infezione polmonare, la quale potrebbe essere anche provocata da un virus influenzale potenzialmente pericoloso per l’uomo. Di tosse ve ne sono diverse: da quella secca a quella grassa, o da quella di un singolo maiale a quella che si diffonde da un maiale all’altro in tempi più o meno rapidi.
Individuare la tosse del maiale
La tosse non è inoltre un sintomo a sé stante e deve portare ad approfondimenti diagnostici e anche a interventi terapeutici, come la somministrazione di farmaci tra i quali, in caso di infezioni batteriche, anche di antibiotici. Problemi inoltre molto complessi vi sono quando la tosse compare non in un singolo animale, che può essere visitato da un veterinario, ma in un allevamento di molte centinaia e migliaia di animali, dove le tradizionali e ben collaudate tecniche di visita clinica non sono più adeguate e oggi sono sostituite dalla veterinaria di precisione che sempre più utilizza l’intelligenza artificiale.
Individuare precocemente la tosse come segnale di una malattia respiratoria è fondamentale per migliorare benessere e produttività dei suini, riducendo l’uso di antibiotici. Ma come rendersi conto che i maiali iniziano a tossire senza andare a vivere dentro ogni singolo reparto di un allevamento di maiali, con un orecchio attento e in costante ascolto cogliere i sintomi respiratori dei suini senza la distrazione dei rumori di fondo per valutarli in maniera oggettiva? Questo è oggi possibile con l’utilizzo di appositi sensori acustici, software e indispensabili algoritmi di un’intelligenza artificiale che permettono d’individuare la presenza di sintomi respiratori, consentendo a veterinari e allevatori di focalizzare i loro interventi sull’ambiente e con terapie, con conseguenti benefici immediati e a medio e lungo termine quantificabili sulla salute degli animali e sui risultati aziendali.
L’intelligenza artificiale in allevamento
Utilizzando l’analisi del suono in un allevamento si incorre in alcune problematiche, come la sovrapposizione di suoni differenti, il riverbero, la distanza o la non applicabilità dei filtri. Inoltre, l’identificazione audio dipende dalla soggettività della catalogazione e dall’accuratezza dell’interpretazione. Per questo oggi si usano dei software in grado di fornire una rappresentazione visiva delle onde sonore della tosse che consentono la loro esatta identificazione e valutazione sviluppando sistemi PLF (Precision Livestock Farming) attraverso la creazione di algoritmi che consentono l’interpretazione attendibile e oggettiva dei risultati, eliminando i rumori di fondo.
Gli odierni sistemi forniscono dati aggregati e grafici in tempo reale sull’andamento della situazione della salute respiratoria dei maiali che aiutano i veterinari e i proprietari dell’allevamento suino a prendere le decisioni adeguate per affrontare e risolvere i problemi. Questo consente di individuare precocemente la malattia respiratoria, mettere in atto azioni correttive anticipate con conseguente aumento della produttività, seguire nel tempo l’andamento di una malattia respiratoria e il successo o meno di una terapia, consentendo di sospenderla appena sia raggiunto l’esito voluto con risparmio di farmaci, soprattutto antibiotici, e anche del loro impatto ambientale. Inoltre i dati sonori raccolti sono archiviati ed elaborati insieme alle informazioni sulla qualità dell’aria, tasso di mortalità e interventi sanitari per effettuare una analisi dei fattori di rischio che consentono di migliorare la sicurezza e il benessere degli animali.
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Professore Emerito dell’Università degli Studi di Parma e docente nella Facoltà di Medicina Veterinaria dal 1953 al 2002