Allerta Escherichia coli larve insetti 477039487

L’Efsa ha dato una valutazione positiva all’introduzione di un prodotto alimentare derivato da insetti. Si tratta della larva della tarma della farina gialla essiccata (Tenebrio molitor) sia nella versione intera che sotto forma di farina. Le valutazioni dell’Efsa in termini di sicurezza sono una tappa necessaria per la regolamentazione dei nuovi alimenti (novel food*) in quanto si tratta di una consulenza scientifica che affianca il lavoro degli enti europei e nazionali che devono poi autorizzarne la commercializzazione. Secondo il regolamento sui “novel Food”, entro sette mesi dal parere la Commissione europea dovrebbe presentare una proposta di autorizzazione per l’immissione sul mercato che dovrà essere poi votata dai Paesi membri.

La farina ottenuta con le larve essiccate, verrà  proposta come snack o come ingrediente alimentare in una serie di prodotti come biscotti, barrette, chips… Il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa osserva che il consumo non risulta svantaggioso dal punto di vista nutrizionale. Anche gli studi di tossicità presentati dalla letteratura non hanno sollevato problemi di sicurezza. Il consumo di larve di Tenebrio può però causare reazioni allergiche in soggetti con allergia ai crostacei e agli acari della polvere. Alla luce di queste considerazioni il giudizio conclusivo relativo alla sicurezza alimentare è stato positivo.

Il giudizio conclusivo dell’Efsa relativo alla sicurezza alimentare è stato positivo

Dall’entrata in vigore del regolamento sui nuovi alimenti il 1° gennaio 2018, l’Efsa ha ricevuto un gran numero di richieste di valutazione in merito a un’ampia varietà di fonti di alimenti sia tradizionali che inedite. Nella lista troviamo prodotti erboristici derivati dalle piante, alimenti a base di alghe e frutti non autoctoni, oltre a diverse varietà di insetti commestibili. La dott.ssa Helle Knutsen, biologa molecolare e tossicologa membro del gruppo di esperti dell’Efsa sulla nutrizione umana e presidente del gruppo di lavoro sui nuovi alimenti, ha detto che “le richieste di valutazione di nuovi alimenti sono talmente varie che abbiamo bisogno di competenze scientifiche diversificate per valutarle. Tanto per citarne alcune: nutrizione umana, tossicologia, chimica e microbiologia. La composizione del gruppo di lavoro le riflette e, insieme, i nostri scienziati formano un gruppo multidisciplinare di grande esperienza”.

Ermolaos Ververis, chimico ed esperto Efsa in scienza degli alimenti che ha coordinato l’elaborazione del primo parere adottato sugli insetti usati come nuovi alimenti, ha dichiarato: “gli insetti sono organismi complessi, e ciò rende problematica la caratterizzazione della composizione dei prodotti alimentari da essi derivati. Comprenderne la microbiologia è di fondamentale importanza, considerato anche che si consuma l’insetto intero. Vari cibi derivati da insetti vengono spesso dichiarati fonte di proteine per l’alimentazione.” Le formule a base di insetti possono essere a elevato contenuto proteico, benché i livelli proteici utili possono risultare sovrastimati quando sia presente la chitina, una delle principali sostanze che compongono l’esoscheletro degli insetti. Un nodo fondamentale della valutazione è che molte allergie alimentari sono connesse alle proteine, per cui dobbiamo valutare anche se il consumo di insetti possa scatenare reazioni allergiche. Tali reazioni possono essere provocate dalla sensibilità individuale alle proteine di insetti, dalla reazione crociata con altri allergeni o da allergeni residuati da mangimi per insetti, ad esempio il glutine. È un lavoro impegnativo perché la qualità e la disponibilità dei dati varia, e c’è molta diversità tra una specie di insetti e l’altra.

Giovanni Sogari, ricercatore in ambito sociale e consumeristico all’Università di Parma, sostiene che: “ci sono ragioni derivanti dalle nostre esperienze sociali e culturali, il cosiddetto “fattore disgusto”, che rendono il pensiero di mangiare insetti repellente per molti europei. Con il tempo e l’esposizione tali atteggiamenti potranno mutare”. Mario Mazzocchi, esperto di statistica economica e docente presso l’Università di Bologna, ha affermato: “ci sono chiari vantaggi ambientali ed economici nel sostituire le fonti tradizionali di proteine animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e provocano meno emissioni di gas serra. L’abbassamento di costi e prezzi potrebbe migliorare la disponibilità di alimenti, mentre la nuova domanda creerà nuove opportunità economiche, che potrebbero però interferire con i settori esistenti”.

L’Efsa continuerà esaminare le numerose richieste di valutazione di nuovi alimenti a base di insetti e non solo

Gli scienziati Efsa continueranno a inserire le numerose richieste di valutazione di nuovi alimenti nella loro agenda, mentre i responsabili delle decisioni a Bruxelles e nelle capitali nazionali decideranno se tali alimenti debbano essere autorizzati per finire nei piatti europei. In definitiva i consumatori potranno scegliere con fiducia ciò che mangiano, ben sapendo che la relativa sicurezza è stata accuratamente verificata.

(*)La nozione di “nuovi alimenti” non è una novità. Nel corso della storia nuovi tipi di alimenti, ingredienti alimentari o modalità di produzione sono apparsi in Europa da tutti gli angoli del globo. Banane, pomodori, pasta, frutti tropicali, mais, riso, un’ampia varietà di spezie arrivarono tutti in Europa, in origine, come nuovi alimenti. Tra gli ultimi arrivati ci sono ora i semi di chia, gli alimenti a base di alghe, il frutto del baobab e la physalis (o alchechengio peruviano). Ai sensi della normativa UE qualsiasi cibo che non sia stato consumato “in modo rilevante” prima del maggio 1997 è da considerarsi un nuovo alimento. La categoria comprende nuovi alimenti, alimenti da nuove fonti, nuove sostanze utilizzate nei prodotti alimentari nonché nuove modalità e tecnologie per la produzione di alimenti. Tra gli esempi: gli oli ricchi di acidi grassi omega-3 derivati dal krill come nuova fonte alimentare, gli insetti commestibili, gli steroli vegetali come nuove sostanze o le nanotecnologie come nuove modalità di produzione di alimenti.

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Valentina
Valentina
15 Gennaio 2021 15:17

Verrà indicato sulle confezioni dove presente sottoforma di farina?
O vogliono farcelo mangiare a nostra insaputa?
Vorrà dire che si tornerà come i nostri nonni ad autoprodurci in casa il necessario, orto e galline.

Valeria Nardi
Reply to  Valentina
15 Gennaio 2021 15:19

Certo. Dev’essere indicata, come tutti gli ingredienti di una preparazione.

Raffaele
Raffaele
Reply to  Valentina
15 Gennaio 2021 15:59

Ahahahaha certamente, tutti con la stalla in giardino a mungere le vacche prima di andare in ufficio

Mauro
Mauro
17 Gennaio 2021 11:39

Mi pare che si sia tirato via in modo troppo superficiale sul problema delle allergie, che riguarda molte persone, mi sembrano preoccupanti i rischi da “proteine di insetti, dalla reazione crociata con altri allergeni o da allergeni residuati da mangimi per insetti, ad esempio il glutine” “ai crostacei e agli acari della polvere”.

In particolare quest’ultima pochissimo conosciuta, e molti non sanno di averla perché si riduce a piccoli fastidi al risveglio, perché in casa di acari ne hanno pochi grazie a una pulizia ben fatta, e potrebbero avere reazioni gravi introducendone una quantità significativa con una bella porzione di lasagne di Tenebrio.

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
19 Gennaio 2021 11:55

Ricordiamo, tanto per partire “ab ovo”, che gli individui delle varie specie umane erano cercatori-raccoglitori e si sono nutriti per lungo tempo di insetti, vermi e carogne e ci sono anche evidenze di cannibalismo. Cioè, erano onnivori nel senso più ampio della parola. Inoltre andavano in giro nudi e anche i rapporti avvenivano “in pubblico”. Poi con la civiltà sono apparsi il pudore, il disgusto, la vergogna e ci vorrebbero forse molti secoli per modificare qualcosa. Quindi personalmente non riesco a credere che il consumo degli insetti e dei vermi nella nostra dieta possa avere a breve termine un grande successo. Ma visto che stiamo parlando di diete, ne approfitto per rispondere ai commenti degli amici de Il Fatto Alimentare (here after IFA) pubblicati sul numero del 5/01/21 (VEGANUARY). Gli interventi (usiamo ormai la terminologia del congressi in quanto la rivista IFA suscita una specie di discussione pubblica) sono dei lettori: Benedetti, Giorgio, Andrea, Gianni, Smriglio, Mauro, Carola. La Sig.ra Carola in particolare mi ha “rifilato” un programma da leggere con ben 136 note bibliografiche e con l’invito “leggere e pensare”. Ricordiamo che Wikipedia è un’enciclopedia multilingue fondata “sulla certezza che ciascuno possieda delle conoscenze che può condividere con altri……I contributori sono studenti, insegnanti, esperti, semplici appassionati ecc. ecc. ecc.” Quindi è un grande calderone ricco di informazioni, ma di nessun valore scientifico e anche se vi sono citazioni di riviste ufficiali esse sono ovviamente inquinate da pareri a priori non attendibili. Simpatico e sintetico il commento del Sig. Andrea (wikipedia…USA, direi en plein). A questo punto mi permetto di far notare alcune informazioni che tutti loro forse non hanno mai considerato. A) ““Non vi è evidenza scientifica che la carne rossa non lavorata, assunta nelle giuste quantità e nell’ambito di una dieta variata, sia un agente cancerogeno certo. Per alcune categorie come i bambini e le donne in gravidanza costituisce un alimento molto importante per fornire i nutrienti necessari come il ferro e la vitamina B12.”” (Ipse dixit: ISSalute-Istituto Superiore di Sanità – 04/06/2019). B) Da persone interessate alle diete vegetariane e vegane quali siete dovreste completare le vostre informazioni sull’attuale produzione dei vegetali cliccando su qualcuna delle seguenti parole: pesticidi, fungicidi, erbicidi, insetticidi, verderame…ed effetti sulla salute dell’uomo, sugli animali e sull’ambiente. E qui ripeto con la Sig.ra Carola “leggere e pensare”. Per concludere, sono convinto che l’Italia sia il più bel paese del mondo, situato alla latitudine giusta, mi dichiaro totalmente d’accordo con Giorgio e voto per la dieta mediterranea. Saluti cordialissimi.

Valeria Nardi
Reply to  Filippo Smriglio
19 Gennaio 2021 12:09

Allora inseriamo tutto il testo dell’Iss: La carne rossa è un alimento molto discusso. Il dibattito sui suoi reali rischi e benefici è sempre più acceso, supportato da studi scientifici che ne associano il consumo a un aumento del rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro e altre malattie.
Nel 2015 lo IARC (International Agency for Research on Cancer) – Agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa di valutare e classificare le prove di cancerogenicità delle sostanze – ha definito la carne rossa come probabilmente cancerogena (Gruppo 2A) e la carne lavorata come cancerogena (Gruppo 1) (1,2), soprattutto rispetto alla comparsa di tumore del colon-retto ma anche di altri tipi di tumore (per esempio, al pancreas, alla mammella (4), allo stomaco e alla prostata), sebbene per questi ultimi i dati raccolti siano ancora insufficienti. Tutti gli studi considerati sono stati condotti solo sulla popolazione adulta. Innanzitutto, conviene distinguere tra:

carne rossa, la parte muscolare di manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra
carne lavorata, carne sottoposta a salatura, stagionatura, fermentazione, affumicatura o altri processi come l’aggiunta di conservanti (nitriti e nitrati) per migliorarne il sapore o la conservazione (salumi, insaccati, carne in scatola, ecc.)
Nella maggioranza dei casi si tratta di carne rossa di manzo o maiale ma può anche essere pollame o altri tipi di carne. In questo caso, non è chiaro se l’aumento del rischio sia legato alla carne stessa (ferro-eme), al processo di salatura o agli additivi che si utilizzano per conservarla come nitriti e nitrati. È bene precisare che gli studi epidemiologici offrono dati di correlazioni scientifiche che non possono essere interpretati come prove di un rapporto di causa-effetto. Ciò significa che si può parlare di aumento del rischio, e quindi di aumento della probabilità che compaia la malattia, quando si consuma carne rossa o lavorata, ma non si può dire che la malattia comparirà sicuramente in conseguenza del loro consumo. È bene sottolineare che l’aumento del rischio di comparsa del tumore dipende dalla quantità e frequenza di consumo di questi alimenti.
In generale, il consumo di carne rossa o lavorata non deve superare i limiti raccomandati dalle Linee Guida per una sana alimentazione. La popolazione adulta non dovrebbe mangiare più di due volte a settimana una porzione, pari a 50 grammi, di carne lavorata e non più di tre volte una porzione, pari a 100-150 grammi, di carne rossa, per un massimo di 350-500 grammi a settimana (8).
Il consumo di carne rossa, tuttavia, va sempre definito in base alle condizioni individuali di salute e alla necessità, ad esempio, di ferro e vitamina B12, di cui è un “fornitore” prezioso. In particolare, il fabbisogno di questi indispensabili nutrienti, difficili da reperire ed assimilare dagli alimenti di origine vegetale (nei quali la vitamina B12 è assente), è aumentato nelle donne in gravidanza e nei bambini.

Valeria Nardi
Reply to  Filippo Smriglio
19 Gennaio 2021 12:14

Se invece andiamo direttamente sul sito del WHO: “Red meat was classified as Group 2A, probably carcinogenic to humans. What does this mean exactly?
In the case of red meat, the classification is based on limited evidence from epidemiological studies showing positive associations between eating red meat and developing colorectal cancer as well as strong mechanistic evidence.

Limited evidence means that a positive association has been observed between exposure to the agent and cancer but that other explanations for the observations (technically termed chance, bias, or confounding) could not be ruled out.
Processed meat was classified as Group 1, carcinogenic to humans. What does this mean?
This category is used when there is sufficient evidence of carcinogenicity in humans. In other words, there is convincing evidence that the agent causes cancer. The evaluation is usually based on epidemiological studies showing the development of cancer in exposed humans.

In the case of processed meat, this classification is based on sufficient evidence from epidemiological studies that eating processed meat causes colorectal cancer.

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
22 Gennaio 2021 00:44

Gentilissima Valeria Nardi, la ringrazio molto, ma conoscevo i brani di letteratura che mi ha riportato. Riscriviamone qui alcuni punti salienti. Lei ha scritto: A) La carne rossa è un alimento molto discusso. Il dibattito sui suoi reali rischi e benefici è sempre più acceso. B) … probabilmente cancerogeni. C) … non è chiaro se l’aumento del rischio sia legato alla carne stessa (ferro-eme), al processo di salatura o agli additivi. D) …gli studi epidemiologici offrono dati di correlazioni scientifiche che non possono essere interpretati come prove di un rapporto di causa-effetto. E) In particolare, il fabbisogno di questi indispensabili nutrienti, difficili da reperire ed assimilare dagli alimenti di origine vegetale (nei quali la vitamina B12 è assente), è aumentato nelle donne in gravidanza e nei bambini. Io avevo scritto: ““Non vi è evidenza scientifica che la carne rossa non lavorata, assunta nelle giuste quantità e nell’ambito di una dieta variata, sia un agente cancerogeno certo. Per alcune categorie come i bambini e le donne in gravidanza costituisce un alimento molto importante per fornire i nutrienti necessari come il ferro e la vitamina B12.”” ISSalute-Istituto Superiore di Sanità – 04/06/2019). Mi sembrano sovrapponibili! E ancora, secondo quanto riporta il World Health Organization: “Limited evidence means that a positive association has been observed between exposure to the agent and cancer but that other explanations for the observations (technically termed chance, bias, or confounding) could not be ruled out.” Conclusione: mi sembra che siamo tutti d’accordo. Io la ringrazio per la conferma che ha dato a quanto avevo riportato, e per avermi un po’ rinfrescato la lingua inglese, perché ora ho 84 anni abbondanti e mi sono un po’ arrugginito da quando ero Visiting in UK. Comunque la correlazione tra consumo di carne rossa e alcuni tipi di cancro viene definita convincente, ma una conoscenza scientifica, ovvero rigorosa, del fenomeno è ancora ben lontana. Stranamente e un po’ per scherzare, ricordando uno dei fondamenti della meccanica quantistica, la situazione è analoga a quella del gatto di Schrodinger, e cioè la carne rossa è contemporaneamente cancerogena e non cancerogena, e solo nel momento in cui il sistema viene “osservato” che esso decade in una delle due soluzioni.

gianni
gianni
22 Gennaio 2021 14:04

Ottima osservazione signor Smriglio, ma mi faccia qualche esempio di inoppugnabili evidenze scientiche, talmente univoche da non avere bisogno di essere prima “interpretate da esperti” per essere diffuse e capite anche dai profani, quando si parla di salute umana sulla Terra……Tenendo ben presente la singolarità di ogni persona.

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
25 Gennaio 2021 19:00

Risposta al Sig. Gianni,
Per iniziare, citiamo Karl Popper: il principio di falsificabilità (dal tedesco Fälschungsmöglichkeit, traducibile come “possibilità di confutazione”) identifica il criterio per separare l’ambito delle teorie controllabili, che appartiene alla scienza, da quello delle teorie non controllabili che appartiene alla metafisica. In base ad esso un’ipotesi (o una teoria che dir si voglia) ha carattere scientifico soltanto quando è suscettibile di essere smentita dai fatti dell’esperienza. E questa è la forza della Scienza. Albert Einstein diceva: nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato.» E qual è il metodo scientifico da seguire? Quello ipotetico-deduttivo suggerito da Galileo: una volta formulata una teoria, “prova e riprova”. Quindi una risposta alla sua domanda non gliela posso dare perché …non esiste. Per quanto riguarda l’evidenza della correlazione carnerossa-cancro, essa proviene dall’osservazione empirica su un altissimo numero di individui da parte di istituzioni molto importanti e questo la rende molto plausibile. Per tornare ancora al Popper, egli disse che nella scienza non basta osservare, ma bisogna sapere anche cosa osservare. Cioè, nel nostro caso, la carne deve contenere uno o più fattori in grado di produrre una variazione nel DNA origine di una cellula tumorale. Ma perché bisogna assumerne in grande quantità ed ancora, perché quando la carne è “lavorata” l’effetto sembra essere così evidente da poterla dichiarare cancerogena? Al momento non abbiamo alcuna soluzione plausibile, ma pensi a quali effetti avrebbe sui mercati, sulle industrie e sull’economia mondiale. Poi, per quanto riguarda noi, direttamente interessati, mi sembra di essere davanti al dilemma del bicchiere mezzo vuoto ed allo stesso tempo anche mezzo pieno. L’immagine del filetto di chianina al sangue appena scottato sulla brace per alcuni di noi è il massimo della goduria, per altri un oltraggio alla natura, al mondo animale, alla nostra salute, ecc. Io sono favorevole alla dieta mediterranea con poca carne, ma da quando ho visto come vengono trattati gli animali di allevamento, me ne è passata la voglia.

gianni
gianni
26 Gennaio 2021 22:01

“Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di SCIENZA, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità.”

Karl Popper dice anche questo……lasciando intendere, a me, che la verità irrefutabile che dovrebbe essere il massimo dei traguardi sia un pò difficile da raggiungere, ammettendo un limite umano, forse sbaglio e qualcun altro l’avrà capita diversamente…..
Il problema non è dato nè dagli scienziati in quanto tali nè dalle risultanze delle “libere” ricerche, per ora frammentarie e mai univoche, ma dal mondo dei brevetti che sequestrano brandelli di Scienza, li applicano per lucro, a volte anche malamente e sempre per lucro difendono le loro applicazioni anche quando sono poi totalmente o parzialmente oscurate da altre risultanze scientifiche contrarie.

E gli scienziati data la parzialità dei risultati sono costretti a collegamenti arditi, a interpretazioni contestabili, le interpretazioni portano a correnti, a fazioni, a movimenti consociativi pro e contro certe evidenze che poi i media, più o meno liberi, trasmettono e amplificano a favore del vasto pubblico con conseguente formazione di ulteriori fazioni agguerrite di commentatori come noi tutti che diciamo la nostra.
Signor Smriglio, lei parla della metafisica come ripostiglio di quelle materie che non possono aver riscontri fisici, abbia pazienza siamo appena arrivati sotto l’albero della mela biblica e io sono più ottimista, quello che non sappiamo oggi forse potremo sapere domani….ostinatamente ottimista.
Come sono anche convinto che noi riceviamo un DNA alla nascita ma la nostra vita,malattia e morte non siano determinate soltanto da questo complesso parametro iniziale, ma anche da una serie di importanti fattori epigenetici soggettivi……ecco un punto dirimente tra carnivoristi e vega/vegetariani.
Come anche lei ammette i sistemi di allevamento in prevalenza intensivi creano condizioni di prepotenza sistematica, sfruttamento indiscriminato, annullamento vero e proprio di significato della vita animale, ecco questo sistema fornisce cibo frutto di sofferenze e a me sembra un fattore epigenetico molto negativo e controproducente.
E non dimentichiamo infine che fino a ieri sono stati fatti errori madornali ( altri anche nel campo vegetale naturalmente) che continuano anche oggi pur sottotono e in diminuzione speriamo………e parlo dell’uso e abuso degli antibiotici, oppure della pratica di dar da mangiare a erbivori tutte le parti di scarto di macellazione…. la scienza ha indagato ma diplomaticamente ha preferito non creare danni al settore e ha bisbigliato anzichè urlare? C’erano elementi scientifici sufficienti per temere conseguenze sulla salute umana a medio-lungo termine?
Probabilmente si può rispondere si a entrambe le domande.

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
30 Gennaio 2021 17:28

Senta Signor Gianni, Lei è come un fiume in piena che vuole presentare tutti i fatti che gradisce e che non gradisce contemporaneamente. Riporto alcuni punti a caso della sua esposizione “” Signor Smriglio, 1) lei parla della metafisica come ripostiglio di quelle materie che non possono aver riscontri fisici…””. Mi sta rimproverando, ma questo lo ha detto Karl Popper. 2) “” …abbia pazienza siamo appena arrivati sotto l’albero della mela biblica… ”“ Secondo me non siamo arrivati sotto la mela biblica ma siamo partiti dalla mela di ISAC NEWTON. 3) ““…e io sono più ottimista, quello che non sappiamo oggi forse potremo sapere domani…”” Ma di questo sono convinti tutti gli uomini ragionevoli, in primis gli scienziati.
E ancora il Signor Gianni continua: “”E gli scienziati data la parzialità dei risultati sono costretti a collegamenti arditi, a interpretazioni contestabili, le interpretazioni portano a correnti, a fazioni, a movimenti consociativi pro e contro certe evidenze…; la scienza… ha bisbigliato anziché urlare dal mondo dei brevetti che sequestrano brandelli di Scienza, li applicano per lucro, a volte anche malamente e sempre per lucro difendono le loro applicazioni anche quando sono poi totalmente o parzialmente oscurate da altre risultanze scientifiche contrarie””. Sempre secondo me, anche questa è una visione errata con sfumature apocalittiche.
Io, nella mia risposta precedente le ho semplicemente descritto quelle che sono le basi epistemologiche della ricerca, quella pura, quella che apparentemente “non serve a niente”. Ho conosciuto dei premi Nobel (alcuni di persona) e, tanto per fare alcuni esempi, mi fa piacere ricordarli: Harold Urey, Nobel 1934 per la chimica (ha scoperto l’acqua pesante e ha effettuato con Miller l’esperimento della produzione di amminoacidi con scariche elettriche); Paul Dirac fisico, Nobel nel 1933, (ha “previsto” l’esistenza dell’antimateria); Emilio Segrè fisico, Nobel nel 1959 (ha scoperto l’antiprotone, ancora antimateria). E non posso non citare Carlo Rubbia, Nobel nel 1984, che ha trovato i bosoni intermedi W e Z, un traguardo fondamentale nella conoscenza del mondo fisico, realizzato spendendo il 10% dell’esperimento americano e arrivando primo. Tutte scoperte che sul momento sembravano solo un fatto di conoscenza e basta. Ebbene, oggi l’acqua pesante è utilizzata nei reattori nucleari; l’esperimento sugli amminoacidi, venti dei quali costituiscono la base della struttura chimica del nostro corpo, dà informazioni sull’inizio della vita sulla terra e l’antimateria è utilizzata nella rivelazione e cura dei tumori (per esempio la pet). Ma nessuno di loro ha mai brevettato niente né ha mai partecipato a “movimenti consociativi” o ha lucrato sulla scoperta secondo la sua, Signor Gianni, visione della Scienza. Per concludere le ripeto che la Scienza è conoscenza, l’applicazione conseguente è una scelta politica. Esempio eclatante: dalle conoscenze di fisica nucleare sono stati sviluppati metodi per scoprire e curare i tumori, per produrre energia, ma anche per fare la bomba atomica. E qui Signor Gianni si sfoghi pure come vuole. Cordiali saluti.

gianni
gianni
3 Febbraio 2021 23:39

Grazie per la risposta, accetto le critiche e non era mia intenzione colpevolizzala di nulla, per amor di discussione ribatterò su un unico ( o forse due) punti…..gli uomini sono effettivamente sotto l’albero biblico della mela ( o conoscenza per intenderci ), basta vedere tutto il lavorio sulla genetica per riparare il mondo avvelenato, indovini da chi………ma non ho mai inteso fare di ogni erba un unico fascio, ci sono entità generose e altre furbe e speculatrici ma c’è anche l’idea romantica della SCIENZA illuminante algida e neutrale , bisognerà svegliarsi da questo sogno altrimenti si ripeteranno ciclicamente errori di applicazione che non sono solo politici.

Ormai tutta la ricerca non è fatta solo per capire il funzionamento della natura e riequilibrare la vita umana su schemi naturali,, la scienza attuale “vuole” capire per imbrigliare, dominare e sfruttare creando ( dis) equilibri “nuovi”, meraviglie della scienza in minuscolo.
A proposito dell’energia atomica dei nobili padri, la Cina ha appena avviato un impianto a fusione che a regime raggiungerà in un piccolo punto geografico la bellezza di 150 milioni di gradi celsius, cioè dieci volte la temperatura del Sole, che bello!!!….
Se qualcosa andrà storto forse rimpiangeremo la curiosità…….comunque la invidio per aver conosciuto tanti scienziati, fosse capitato a me da catastrofista avrei potuto scatenarmi, ma avrei ottenuto lo stesso risultato di oggi, cioè niente. E nemmeno sono parente di Cassandra.
Cordialmente.