Inserzionisti pubblicitari e indipendenza redazionale: Il Fatto Alimentare chiarisce la propria posizione all’insegna della trasparenza
Inserzionisti pubblicitari e indipendenza redazionale: Il Fatto Alimentare chiarisce la propria posizione all’insegna della trasparenza
Roberto La Pira 26 Novembre 2014Spett.le Il Fatto Alimentare,
premetto che sin da subito ho apprezzato (e continuo ad apprezzare) la vostra testata giornalistica, utile come poche. Allo stesso tempo però devo esprimere il mio disaccordo su quanto pubblicate a inizio pagina e cioè che essendo la vostra un’iniziativa che non percepisce risorse extra accettate di buon grado eventuali donazioni da parte dei vostri lettori. Come mai allora fornite spazi pubblicitari ad aziende alimentari (Novi, Conad, Alce Nero e altre), nel caso in cui vi fosse da indagare e scrivere articoli sulle stesse aziende alle quali date spazi pubblicitari sulla vostra testata giornalistica lo fareste comunque e se sì, lo fareste in maniera ineccepibile, vera, chiara e onesta?
Chiedo scusa per i dubbi che ho espresso ma apprezzerete i miei quesiti poiché sono sicuro preferiate avere dei lettori che pongano domande e sollevino dubbi invece che i classici lettori poco attenti e facilmente influenzabili.
Leonardo Fornario
Gentile Leonardo, quando è nato questo sito abbiamo ricevuto diverse mail come le sue da parte di lettori che chiedevano delucidazioni sul conflitto di interesse tra pubblicità e giornalismo indipendente. Poi la gente ha iniziato a leggere con attenzione i nostri articoli e ha capito che non è nostra abitudine scrivere finti articoli (detti publiredazionali) per ingraziarci o favorire gli inserzionisti. Facciamo i giornalisti e il codice deontologico vieta qualsiasi promiscuità con gli sponsor, noi rispettiamo semplicemente questa regola. Le aziende che sponsorizzano il sito con i loro banner rispettano il nostro lavoro e comunque il loro contributo copre solo una parte delle spese, come avviene per tutti i quotidiani e per la stragrande maggioranza delle riviste.
Noi non riceviamo contributi pubblici o privati, il sito non fa riferimento a editori o società, ma offriamo articoli redatti da giornalisti professionisti ed esperti dei vari settori, abbiamo pubblicato libri e vademecum che i lettori possono scaricare gratuitamente. Per questo chiediamo un contributo alle persone che apprezzano questo lavoro. Ciò non toglie che senza sponsor non ci sarebbe la nostra testata, come non ci sarebbero le radio, le televisioni private e i giornali italiani che leggiamo e ascoltiamo ogni giorno.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Oggigiorno molti sono per così dire abituati a vedere la scarsa professionalità di certi giornali/siti, da non credere più ad un lavoro portato avanti onestamente.
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E costringe chi scrive a precisare continuamente che agisce in buona fede, ecc. il che in ogni caso è tutto relativo. Si è mai visto uno che agisce scorrettamente dichiararlo pubblicamente?
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Questo per dire che (vale per il Fatto Alimentare come per chiunque altro), l’attendibilità uno se la conquista sul campo. E se scrivi articoli condizionati dalla pubblicità, si vede.
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Ci vuole poco a perdere la credibilità, vedi ad esempio…> http://paoblog.net/2010/09/06/quattroruote-credibilita/