Finalmente sono arrivate le norme per le insalate pronte in busta classificate dagli addetti ai lavori come prodotti di IV gamma. È infatti stato emanato il decreto attuativo della Legge del 13 maggio 2011 numero 77 che stabilisce regole precise alle quali tutti i produttori e distributori devono uniformarsi per garantire la sicurezza degli alimenti tagliati e lavati pronti da consumare crudi o da cuocere. A partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, le aziende avranno 12 mesi di tempo per adeguarsi.
Sino ad ora, in assenza di regole ufficiali, le aziende si sono uniformate alle linee guida dell’Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari) che ora sono state in buona parte trasformate in articoli di legge. Per sapere quali sono gli elementi principali della legge e capire cosa cambierà abbiamo rivolto alcune domande a Domenico Stirparo, avvocato di Aiipa.
Qual è la novità portata dal decreto?
La Legge del 13 maggio 2011 n. 77 era una legge quadro, che forniva principi generici che il regolamento di attuazione ha trasformato in regole certe. In particolare sono previsti cambiamenti sull’etichettatura dei prodotti pronti al consumo e sulle regole di produzione e conservazione della merce lungo tutta la filiera. Ci sono anche novità per gli imballaggi ecocompatibili e adatti al riciclo.
Cosa cambia in etichetta?
Al momento la discriminante tra un prodotto solo tagliato e un prodotto tagliato, lavato e controllato pronto al consumo, riguarda solo il prezzo. Con l’approvazione del decreto sarà possibile distinguere, grazie alle informazioni riportate sulla confezione, i prodotti pronti all’uso da portare a tavola o da trasferire in pentola, da quelli che non lo sono. Le diciture sulla confezione dovranno quindi esplicitare nel primo caso che si tratta di “prodotto lavato e pronto al consumo” oppure “prodotto lavato e pronto all’uso”. Se queste scritte non compaiono bisogna procedere al lavaggio. Un’altra indicazione utile sarà quella relativa alle condizioni d’uso. Tra le scritte ci deve essere una dicitura che consiglia di consumare entro due giorni dall’apertura e l’invito a conservare in frigorifero.
Per quanto riguarda la fase produttiva, invece …
Il prodotto da quando viene confezionato deve essere conservato a una temperatura inferiore o uguale agli 8°C lungo tutti i passaggi di distribuzione, compreso il carico/scarico della merce, lo stoccaggio in magazzino e il trasporto, fino alla conservazione al supermercato (e ovviamente anche in casa dopo l’acquisto). Durante la lavorazione invece, lo stabilimento deve garantire una temperatura non superiore ai 14°C e la presenza di due vasche di lavaggio.
Ci sono difficoltà ad attuare la normativa?
Le aziende che fanno parte del Gruppo IV gamma della nostra associazione partono già da una situazione in cui si seguono buone pratiche di lavorazione e conservazione del prodotto. La difficoltà è soprattutto nel mantenimento di una temperatura costante e stabile per ogni fase della lavorazione, senza interruzioni della catena del freddo. La fase più complessa è la distribuzione che comprende anche lo spostamento delle merce e le fasi di carico e scarico.
Fino a oggi veniva rispettata la catena del freddo?
Non esiste una mappa di tutta la filiera produttiva e distributiva. Diciamo che fin ora non esisteva né in Italia, né in Europa un obbligo per gli operatori di mantenere le temperature omogenee e soprattutto costanti per tutta la filiera. L’Italia è il primo paese europeo a dotarsi di regole specifiche per la IV gamma, inclusa una temperatura omogenea di mantenimento.
Questo implica la presenza di futuri controlli …
Sì, non vi è legge senza controlli, anche se la norma prevede c 12 mesi per l’adeguamento. I controlli saranno di tipo classico, non potendo ricorrere ai cosiddetti imballaggi attivi (quelli che mostrano in etichetta il percorso termico della vaschetta di insalata). Si tratta di sistemi ancora in fase grezza e da mettere a punto, ma anche “fuorvianti” poiché forniscono informazioni sulla temperatura dell’imballo e non del prodotto. Inoltre i costi per l’azienda sarebbero troppo elevati rispetto ai risultati e alle informazioni che possono garantire.
Eleonora Viganò
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redazione Il Fatto Alimentare
Buongiorno,
scusate ma io faccio un po’ fatica a districarmi con le leggi ed i decreti emanati in questo paese.
ho trovato il testo legge che attua le disposizioni, ma non trovo le disposizioni precise, dove si trovano?
Il decreto non è stato ancora approvato lo scriviamo nell’articolo
Ho letto che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni sulla gazzetta ufficiale,ma mi chiedevo dove trovare il testo e le disposizioni precise. Alla fine le ho trovate.
Non sono d’accordo che in Europa non esista una norma e/o delle indicazioni sui prodotti in oggetto perché in Francia esiste dal 1997 (“Végétéaux crus prets à l’emploi”). Inoltre con grande dispiacere vedo che sono state modificate (in peggio) le condizioni di produzione, conservazione, distribuzione e vendita di un prodotto cosi delicato come è IV gamma. Come si fa a conservare un prodotto di IV gamma, pronto al consumo, a 8°C? Si vede che la lobby dei produttori ha vinto!