“Cancellata la legge sui cibi adulterati”,
“Obbligatoria l’indicazione di origine per tutti i prodotti alimentari”,
“Approvata la norma europea contro l’olio extra vergine di oliva di scarsa qualità”.
Queste notizie, pubblicate con una certa enfasi sui giornali nell’ultimo mese, sono tre bufale, o se preferite il frutto di un mondo mediatico abituato a non verificare in modo adeguato le notizie e a dare informazioni un pò approssimative.
Sull’abrogazione della legge che cancella i reati alimentari, annunciata da La Stampa, dal Corriere della sera il 17 gennaio e ripresa da la Repubblica e da centinaia di testate, ilfattoalimentare.it ha scritto subito che si trattava di una bufala, denunciando un allarmismo ingiustificato. Pochi ci hanno creduto. Per giorni siamo rimasti soli proponendo articoli di approfondimento ma la situazione non è cambiata. Dopo quasi una settimana, con un pò di ritardo arriva la svolta, prima il ministro Calderoli, poi il ministro Fazio e infine la Corte di cassazione dicono che la norma non è mai stata abrogata.
Sull’indicazione di origine obbligatoria dei prodotti alimentari, approvata in modo bipartisan dal Parlamento italiano, ilfattoalimentare.it ha detto subito che la legge viola le norme europee e non può essere applicata. Il motivo è semplice, se l’Italia adotta in modo unilaterale l’etichetta di origine obbligatoria per tutti i prodotti, alle frontiere verrebbero bloccate le partite di alimenti degli altri Paesi europei, creando seri problemi. Nonostante ciò il ministro dell’Agricoltura e molti addetti ai lavori hanno ribadito con insistenza la validità del provvedimento, pur sapendo che l’Unione europea ne impedirà l’adozione. L’assurda posizione è stata criticata in un’intervista rilasciata al nostro sito da Paola Testori Coggi, direttore della DG Sanco, che definiva il testo difficilmente adottabile. Una settimana dopo due commissari europei all’Agricoltura e alla Salute hanno ribadito lo stesso concetto in una lettera inviata ai ministeri interessati. I politici italiani però continuano imperterriti la loro campagna mediatica, facendo finta di non sapere che la norma sull’origine non entrerà mai in vigore.
La terza bufala riguarda una nuova norma europea sull’olio che, secondo i giornali italiani, dovrebbe contrastare la vendita di extra vergine di oliva di scarsa qualità. La realtà è un pò diversa. Il nuovo provvedimento, in vigore dal 1 aprile 2011, ingloba nella categoria dell’extra vergine gli oli difettosi ottenuti dalla spremitura di olive maltrattate, che deve essere deodorato per via del cattivo odore. Stiamo parlando di quantità elevate di olio di origine spagnola, che per anni è stato commercializzato in modo scorretto come extra vergine, e che dal mese di aprile sarà ufficialmente legalizzato.
Se in un mese i media hanno proposto tante notizie sbagliate cosa succederà nei prossimi mesi?
Roberto La Pira
Foto:Phtos.com