La questione del Bisfenolo A (BPA), il principale ingrediente della plastica usato nei biberon di policarbonato, è tornata alla ribalta in Europa. Pochi giorni fa il quotidiano “Le Monde” riportava la notizia di un proposta approvata dal Senato francese in prima lettura, di sospendere la commercializzazione di biberon contenenti BPA. In attesa della decisione finale, il ministro della salute sta studiando la possibilità di ridurre i limiti di migrazione del Bisfenolo A nei cibi, e vuole rendere obbligatorio l’invito alle mamme di non scaldare i biberon in acqua bollente. La situazione è complessa perché dall’altra parte dell’Oceano negli Stati Uniti la maggior parte di produttori da tempo non produce più biberon con Bisfenolo e anche in Canada l’uso dell’additivo è vietato. Oggi il quotidiano inglese “The Independent” focalizza l’attenzione sulla questione perché marchi molto famosi nel paese come MothercarE, Boots e Disney producono biberon senza BPA ma solo per il mercato americano. Mothercare si è difesa dicendo che attraverso volantini e anche attraverso il sito consiglia alle mamme di sostituire i biberon ogni 6 mesi, di non usarli se ci sono segni di usura o graffi e di non metterli in acqua bollente. In ogni caso l’azienda ha deciso di proporre BPA free entro l’autunno 2010. La società Disney ha ammesso che i biberon negli Stati Uniti non contengono Bisfenolo A e che è stato deciso di interrompere la produzione anche in Europa. Anche la Boot sta cambiato materiale. In Inghilterra ci sono però aziende come Nuk e Born Free che da molto tempo hanno sostituito l’additivo con altri materiali come il polietersulfone e il polipropilene. La situazione è di attualità perché sempre in Inghilterra Breast Cancer ha lanciato un appello chiedendo la rimozione del bisfenolo dai biberon.In Italia ci sono marche come Mebby che da anni non usano il bisfenolo per prodotti come biberon e tiralatte. Chicco (leader di mercato) si è adeguato e da poche ha affiancato ai vecchi biberon amodelli nuovi modelli realizzati con altre materie prime.
Negli ultimi mesi negli Stati Uniti la situazione sui biberon è cambiata perché la Food and Drug Administration ha diffuso un comunicato elencando i rischi per la salute correlati alla presenza di Bisfenolo A (BPA) in alcuni recipienti di plastica per alimenti (un anno fa la stessa Fda non aveva adottato provvedimenti restrittivi dopo la pubblicazione di studi che avanzavano riserve sulla presenza del BPA nel cibo). Il motivo del cambiamento è dovuto agli studi tossicologici realizzati negli USA dall’Istituto nazionale della salute (NIH). I sospetti riguardano potenziali effetti dannosi del Bisfenolo sulla prostata, sul cervello, sul feto e sui bambini. Un grosso investimento è stato destinato all’avvio di nuove ricerche. La Fda si dichiara d’accordo sull’iniziativa, già adottata spontaneamente da diverse aziende americane, di non usare più BPA per i biberon (la velocità di migrazione del BPA aumenta di 55 volte quando le bottiglie contengono bevande calde). In altri paesi come il Canada le autorità sanitarie hanno vietato da tempo l’uso di BPA nei recipienti per i prodotti alimentari.
La questione del Bisfenolo A è stata segnalata anche pochi mesi fa dalla rivista dei consumatori americana Consumer Reports, che in un test condotto in laboratorio su alcuni alimenti confezionati ha trovato tracce della sostanza tossica in quasi tutti i 19 prodotti (succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti), compresi gli alimenti biologici. Le linee guida consigliano un’esposizione giornaliera di 50 microgrammi di BPA per kg di peso corporeo, ma si tratta di un valore degli anni 80.
Dopo le perplessità della Fda Americana, l’Efsa ha convocato un incontro tra gli Stati membri per discutere la questioen del Bisfenolo. Entro il mese di giugno 2010 dovrebbe uscire un documento ufficiale .
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LA DANIMARCA VIETA IL BISFENOLO A NEI BIBERON
Bisfenolo A( scheda tecnica)
Il Bisfenolo A , chimicamente 2,2-bis(4-idrossifenil) propano, è una delle sostanze chimiche utilizzate per produrre plastiche e resine. In particolare viene impiegato nella produzione di policarbonato, una plastica utilizzata per biberon, stoviglie, contenitori per alimenti e nella produzione di rivestimenti epossidici per materiali metallici, per lattine per bevande e grandi contenitori per vino. Ad alte dosi può interferire con il sistema endocrino, ma è tuttora controverso se questi effetti possono verificarsi anche a basse dosi. Nel gennaio 2007 l’Efsa ha pubblicato la valutazione sui rischi derivanti da migrazione di Bisfenolo A in alimenti e ha indicato il limite di 0,05 milligrammi/kg di peso corporeo come assunzione giornaliera tollerabile (TDI).