I grassi sono fondamentali per la salute di cani e gatti, perché proprio come avviene negli esseri umani, sono in grado di fornire energia nei momenti di carenza di altri nutrienti e in più contribuiscono alla formazione e al mantenimento di diversi organi, nonché al corretto funzionamento del sistema nervoso e all’efficienza del sistema immunitario. Poiché solo una parte di queste molecole è prodotta direttamente dall’organismo, per assicurarsi un adeguato dosaggio occorre assumerli con l’alimentazione. Dal punto di vista chimico-biologico e funzionale, occorre distinguere tra grassi saturi e insaturi, che hanno effetti differenti sulla salute umana rispetto a quella animale.
A proposito di questi ultimi, occorre considerare che non tutti i pet food pronti contengono un’adeguata quantità di lipidi, per questo la dieta degli amici a quattro zampe può essere integrata con diverse tipologie di oli, ciascuno dei quali dotato di specifiche proprietà e che, a seconda delle esigenze dell’animale, devono essere assunti in maniera continuativa (secondo le dosi indicate dal veterinario) per poter espletare al meglio i loro effetti benefici. In caso contrario l’effetto sarà limitato o addirittura nullo.
Per quanto riguarda le fonti alimentari di grassi, non ne esiste una migliore in senso assoluto per il cane e per il gatto. Fatta eccezione per necessità individuali specifiche, entrambe le specie assumono soprattutto lipidi di origine animale, contenuti sia nei diversi alimenti con cui vengono nutriti, sia negli integratori (perlopiù burro e strutto) con cui la loro dieta può essere integrata. In generale la carne è una delle fonti di grassi saturi più importanti per gli animali domestici (talvolta addirittura l’unica), seguita dal pesce, che però contiene perlopiù acidi grassi insaturi. A queste fonti si possono aggiungere anche olio di pesce (o di fegato di pesce), burro, strutto, sugna, sego, uova, olio d’oliva, olio di mais, di lino, di arachidi, di cocco, di canola, di soia e di girasole, che contengono dal 50-60% di acidi grassi insaturi (per gli oli e i grassi di origine animale) all’80-90% per gli oli vegetali.
Rispetto ai dosaggi, bisogna sottolineare che le diete per animali prevedono una quantità minima di grassi, ma non un limite massimo che può essere inserito nella loro alimentazione. Mediamente la percentuale va dal 10-20% nei prodotti secchi, al 30% in quelli umidi (crudi o cotti), con la differenza fondamentale che, per evitare il fenomeno dell’irrancidimento lipidico, la quota di acidi grassi polinsaturi che si deteriorano più in fretta viene ridotta al minimo, a favore di una maggiore quota di grassi saturi. Tuttavia la percentuale di grassi può variare in caso delle diete casalinghe, comportando il rischio di sotto-dosaggio, che può far incorrere l’animale in un deficit nutrizionale, o di sovradosaggio, per il quale l’animale tenderà a ingrassare, sviluppando sovrappeso o obesità e andando incontro alle patologie correlate a queste condizioni.
Un altro aspetto degno di nota è il ruolo dei lipidi nell’influenzare il microbiota intestinale. Sempre più studi infatti, tra cui uno recente condotto presso la Scuola di nutrizione clinica sistemica veterinaria, dimostrano la sussistenza di un rapporto diretto tra livello di acidi grassi introdotti dagli animali domestici con l’alimentazione, composizione del microbiota intestinale ed efficienza delle attività microbiche intestinali e fecali. Prendendo in considerazione l’effetto di due diverse integrazioni di fonti lipidiche nella dieta del cane (una di origine animale, ovvero strutto suino, e l’altra di origine vegetale, ovvero olio di semi di canapa), i ricercatori hanno riscontrato che la provenienza dei grassi alimentari (tanto quanto la loro quantità) influisce sia sulla composizione della popolazione microbica intestinale sia sulla sua attività. Infatti i cani che avevano ricevuto un’integrazione a base di olio vegetale presentavano una maggiore quantità di Lactobacillus, microrganismi benefici, che durante gli esperimenti in vitro si sono dimostrati in grado di migliorare l’attività di digestione dei carboidrati.
Non è ancora chiaro se l’effetto benefico sia direttamente legato al profilo degli acidi grassi dell’olio di semi di canapa o piuttosto ai metaboliti secondari presenti nella pianta, ma i risultati dimostrano che non solo bilanciare l’apporto di lipidi nella dieta con gli altri nutrienti è fondamentale per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali dell’animale, ma selezionare correttamente la loro qualità è determinante rispetto all’efficienza nel mantenere in equilibrio il suo microbiota intestinale (che permane nonostante diverse comunità microbiche presenti nell’intestino del cane mostrino di adattarsi nel tempo alla tipologia di grassi assunti con la dieta).
Si tratta di una variabile da tenere in considerazione nel momento in cui ci si chiede quale sia il regime alimentare più indicato per il proprio amico a quattro zampe e/o se si vuole integrare la sua dieta con alimenti e ingredienti specifici per ripristinare il suo stato di equilibrio del microbiota, prevenire malattie gastrointestinali e allergie, gestire il peso, il diabete ed eventuali malattie renali e neurologiche e mantenere efficiente il suo sistema immunitario.
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Penso sarebbe interessante inserire periodicamente informazioni su queste tematiche, poichè spesso le scelte sull’alimentazione animale sono delegate.. alla pubblicità….
Stiamo preparando un articolo sull’argomento! A breve pubblicheremo.