Ieri abbiamo pubblicato un articolo criticando le frasi utilizzate da Grom in un depliant, dovesi lascia intendere che solo il suo gelato contiene additivi nobili come la farina di semi di carrube (E410), mentre le altre gelaterie impiegano additivi che potrebbero non essere una panacea per lo stomaco.
Oggi abbiamo ricevuto una nota di Guido Martinetti di Grom che pubblichiamo.
Brevemente e per l’attenzione che devo ai suoi lettori: sono assolutamente convinto che la presenza di un unico addensante, al posto che i 3-4 comunemente utilizzati, sia un beneficio per il consumatore. Ritengo inoltre che mettere sullo stesso piano la farina di semi di carruba – che costa 3 – 4 volte gli altri addensanti normalmente presenti in gelateria e che è prodotta con trattamenti chimico fisici infinitamente meno aggressivi rispetto alla carragenina, al guar, agli alginati etc etc – sia un errore, non sotto il profilo normativo naturalmente, ma dal punto di vista sostanziale.
Anche Grom, ovviamente, potrebbe utilizzare gli altri addensanti citati, ottenendo migliori risultati per ciò che riguarda la struttura del gelato (a partire proprio dal fatto che si scioglierebbe più lentamente) ma non lo fa perché ritiene – in modo coerente con la filosofia che da sempre ci anima – sia un gesto di attenzione verso i nostri clienti.
Le auguro buon lavoro Guido Martinetti
Ringrazio Martinetti ma mi tocca fare alcune precisazioni.
Non è vero che le gelaterie utilizzano 3 – 4 addensanti. Nella stragrande maggioranza dei casi si abbinano due addensanti: la farina di semi di carruba (E410) utilizzata anche da Grom e la farina di semi di guar (E412). Si tratta di una combinazione ottimale perché garantisce una certa stabilità al gelato, che così non cola come invece accade a quello di Martinetti. Ritenere questa scelta poco nobile è opinabile, perché i due additivi garantiscono la consistenza che un buon gelato deve avere. Per quanto riguarda i costi la questione merita un approfondimento. La scelta di utilizzare solo farina di semi di carrube incide sui costi di produzione perché, trattandosi di un additivo poco efficace, bisogna impiegare dosi 4-5 volte superiori rispetto ad altri addensanti. In ogni caso la scelta di usare un solo addensante come fa Grom non si può considerare in assoluto un elemento di qualità superiore e comunque non è assolutamente vero che sia un bene per lo stomaco.
Invitamo ancora Grom a togliere da tutti i locali le frasi dove si parla del suo gelato come un prodotto senza additivi e di modificare il depliant. Il marketing di un prodotto può essere aggressivo ma le regole vanno rispettate da tutti.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Io trovo il gelato di Grom buonissimo e questo dopo averlo paragonato ad altri di altre gelaterie nella mia città, penso che la pubblicità che fanno alla loro catena di negozi non sia per niente ingannevole e anzi trovo che ci sia un po’ un vostro accanimento nei loro confronti, preferirei che tanto interesse venisse utilizzato per chi altera i cibi o mette in pericolo la salute altrui e questo non mi sembra proprio il caso di Grom….sono ragazzi giovani che hanno investito sul loro futuro e lo hanno fatto in maniera egregia. Questo è solo un mio parere personale
Saluti
Romina
non conosco il gelato Grom ma il lavoro di questo sito è eccellente: è giusto che la pubblicità di qualsiasi prodotto debba essere CORRETTA e non esaltare le proprie peculiarità (cioè qualità inesistenti) andando a sminuire i prodotti concorrenti. Questo è un mezzuccio che i pubblicitari amano utilizzare e, da pubblicitaria e da mamma quale sono, capisco quando parla “un buon prodotto” o “un efficace ufficio marketing”. Questo mi sembra proprio il caso di un ottimo ufficio marketing. Senza nulla togliere alla “naturalità” del gelato e al suo gusto, da mamma vorrei sapere sempre cosa stanno mangiando i miei figli. Complimenti al vostro lavoro e continuate così: non guadagnerete mai quanto l’ufficio marketing di qualsiasi azienda ma avete tutta la stima dei vostri lettori.
Da mamma lei può benissimo vedere ciò che Grom mette nei suoi gelati visto che la loro lista ingredienti è chiara e decisamente esaustiva.
Lo stesso non si può dire purtroppo per altri gelatieri che però non godono della stessa attenzione riservata a Grom
Sinceramente penso che questo accanimento nei confronti di Grom sia estremamente esagerato. Credo che sia una delle poche gelaterie in Italia ad avere una lista degli ingredienti chiara e trasparente e questo consente al consumatore IN PRIMA PERSONA di sapere esattamente cosa sta mangiando e di informarsi sull’effettiva qualità degli ingredienti e, tra le altre cose, su cosa sia questa farina di semi di carruba e in cosa si differenzia dagli altri addensanti. Trovo, anzi, che siate stati molto più scorretti voi nell’affermare che il buon gelato debba avere una consistenza diversa da quella che ha il gelato Grom e che per ottenerla sia indispensabile l’uso dei due additivi sopra citati. Questa è una vostra opinione e non credo sia giusto influenzare negativamente chi ancora non ha avuto la fortuna di sporcarsi la maglietta con il buonissimo gelato di Grom.
Alessia
Rispetto la sua opinione ma sostenere che Grom è una delle poche gelaterie in Italia ad avere una lista degli ingredienti , mi sembra un pochino esagerato.
In realtà Alessia ha scritto che è una delle poche gelaterie in Italia ad avere una lista degli ingredienti chiara e trasparente, non che sia una delle poche ad avere la lista ingredienti. C’è differenza direi tra le due affermazioni…
No Sig. La Pira, non è esagerato e questo mi crea qualche dubbio sulla sua frequentazione di Gelaterie.
Nella stragrande maggioranza delle Gelaterie italiane la lista degli ingredienti non è trasparente, ti guardano storto se la chiedi e non è esposta.
Io non ho i termini scientifici per giudicare quanto lei asserisce, ma se GROM ha fatto strada è perché ha trovato una voragine in cui inserirsi: si chiama Gelato scadente!!!
Grom è arrivato e ha fatto quello che avrebbero dovuto fare tanti gelatai che invece hanno iniziato a produrre con preparati, buste e polveri.
Paolo, in uno dei primi articoli su Grom abbiamo scritto che l’arrivo di queste nuove gelaterie sul mercato ha avuto un effetto positivo sull’intero settore, perchè ha contribuito a migliorare il livello qualitativo del gelato artigianale. Molti artigiani improvvisati hanno dovuto confrontarsi con questa realtà e provvedere velocemente a migliorare il prodotto.
Francamente trovo quanto meno bizzarro, per non usare altre espressioni meno educate e consone alla pubblicazione, che il Sig. Martinetti, da grande e stimato professionista quale è, possa affermare simili assurdità; mi riferisco al fatto che la farina di semi di carrube costerebbe 3/4 volte gli altri addensanti utilizzati in gelateria, citando guar, alginato di sodio e carragenina. Ma come le acquistano le materie prime, tramite la posta di Topolino ? Da due anni a questa parte il guar, fino ad allora molto più economico della carruba, ha una quotazione del tutto analoga a quest’ultima, più bassa all’incirca del 15/20%; l’alginato di sodio costa in media il 20/30% in più della carruba,così come le carragenine, che vale la pena precisare sono una famiglia che raggruppa diverse tipologie, e non un ingrediente solo. Mi rivolgo direttamente ai titolari del marchio Grom e domando: avete finito di mistificare la realtà del gelato artigianale a vostro uso e consumo ? Avete costruito il vostro successo su una comunicazione tanto efficace quanto scorretta, avete alimentato il mito di due giovani sognatori che con misere risorse iniziali hanno costruito una realtà internazionale, vi siete fatti strada principalmente denigrando e svilendo il lavoro di tanti altri artigiani che come voi, pardon meglio, hanno sempre investito le loro energie professionali ed umane nel gelato artigianale, ma con molta più passione, umiltà e correttezza. Ora venirci a spiegare che la carruba costa 4 volte il guar non credete sfori già nel delirio di onnipotenza ? Ma voi credete davvero che nessuno legga quello che divulgate, e che tutti si bevano come un frullato le tesi che affermate ?
Complimenti ancora a La Pira, a mio modesto parere non un crociato come altrove definito, ma un onesto difensore della verità.
Marco grazie per il contributo al dibattito. Per quanto riguarda i complimenti, noi in redazione cerchiamo di fare il nostro mestiere.
Non esiste alcun lavoro scientifico serio che evidenzi un qualsiasi rischio per il consumatore della farina di semi di carrube, della farina di semi di guar, degli alginati o dell’agar. Mettete quello che volete nel vostro gelato ma piantatela di giustificare scelte di marketing con affermazioni inerenti la salute del consumatore
Vincenzo Fogliano
Professor of Food Design University of Wageningen (Olanda)
Io vorrei capire a chi si rivolge la vostra campagna di marketing? Al consumatore di massa che non conosce neanche cosa sia la carrube e che puoi farli credere che sia un prodotto “nobile” e quindi raro e costoso e pertanto buono per la salute.Oppure al consumatore esperto di alimentazione che segue siti anche tecnici come questo alla quale fate solo scappare una risata per ciò che dite. Volete darvi un aurea di superiorità qualitativa e tecnica raccontanto queste assurdità.
Signor Martinetti documentati bene prima di fare queste campagne di marketing.
Non amo il gelato di Grom, cio’ non di meno, in tutte le altre gelaterie non sai cosa metti nello stomaco. Non e’ spesso proprio indicato quel che compone il gelato, altri casi ho avuto dubbi che fosse veritiero quanto indicato e quanto utilizzato (dal tipo di gelato e dall’intervista che spesso faccio al gelatiere quando mi e’ possibile). In altri casi, invece, e’ una tale sfilza di prodotti chimici (eppure non mi spavento perche’ sono perito chimico) sintetici, che mi viene a nausea anche solo ‘l’idea di mangiare quei gelati, al di la’ dell incoerenza di atteggiarsi ad artigiani, quando si e’ diventati dei piccoli chimici. Nel suo articolo, sig. La Pira, manca qualsiasi accenno a vantaggi e svantaggi per il nostro stomaco, dei vari addensanti, cche possa aiutarci a capire.
> in tutte le altre gelaterie non sai cosa metti
> nello stomaco
Suvvia, un po’ di buon senso. In MOLTISSIME gelaterie, non in TUTTE. Esistono (pochissimi) artigiani seri e soprattutto trasparenti, non diciamo che non esistono. Io vado lì a mangiare il gelato (e non da Grom).
Anche il McDonald’s ha la lista degli ingredienti in vista, al contrario di TUTTI i ristoranti, e questo è positivo, ma non per questo è un ristorante di qualità.
Non arriviamo all’equazione trasparenza = qualità.
Contenere tre, quattro, cinque , ecc…ingredienti non è un valore aggiunto ! e sopratutto non da garanzia del valore nutritivo del prodotto anche perché gli addensanti e i coloranti o altri additivi alimentari APPROVATI PER LEGGE NELLE SPECIFICHE QUANTITÀ non sono ASSOLUTAMENTE UN RISCHIO PER LA SALUTE.
Mentre enfatizzare l’attenzione su questo aspetto potrebbe trarre in inganno il consumatore finale.
RICORDIAMOCI SEMPRE CHE NON ESISTE IL CONCETTO CHE CIO CHE E’ CHIMICO FA MALE E CIO CHE E’ NATURALE FA BENE PERCHÉ QUESTA E’ UN GRAVE ERRORE DETTATO DA UNA SCARSA CULTURA CHE PORTA IL CONSUMATORE FINALE AD ESTREMISMI.
Fa piacere leggere che ci siano tante persone competenti sul Fatto Alimentare. Intendiamoci come Italiani siamo tutti contenti che GROM abbia successo, solo che almeno qui non si possono dire bugie… e neanche mezze verità. Complimenti a La Pira.