I supermercati britannici Iceland per un Natale in difesa degli orangotanghi. Iniziative natalizie contro l’olio di palma, causa di deforestazione
I supermercati britannici Iceland per un Natale in difesa degli orangotanghi. Iniziative natalizie contro l’olio di palma, causa di deforestazione
Beniamino Bonardi 20 Novembre 2018Un Natale senza olio di palma e “orangutan friendly”. È la campagna avviata nel Regno Unito dalla catena di supermercati Iceland, specializzata in prodotti surgelati. L’iniziativa vuole sensibilizzare sulla continua distruzione della foresta pluviale nel Sud-Est asiatico per far posto alla coltivazione di palme da olio, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza della popolazione degli orangotanghi. La campagna di Iceland avrebbe dovuto avere il suo pezzo forte in un cartoon realizzato da Greenpeace, che racconta la storia di una bambina e di un piccolo orango “sfrattato” dalla foresta per dare spazio alle piantagioni di palma da olio, che nell’edizione italiana è stato doppiato da Noemi e in quella inglese da Emma Thompson.
Iceland aveva stanziato mezzo milione di sterline per la trasmissione del video in tv durante il periodo natalizio ma l’organo britannico di vigilanza sulla pubblicità televisiva, Clearcast, lo ha bloccato, perché viola il divieto di inserire contenuti politici negli spot. Per Iceland è stato comunque un successo, perché su Facebook il video è stato condiviso da più di 680 mila persone e visto oltre 16 milioni di volte.
La catena di supermercati è quindi passata alla fase due della campagna, facendo girare per le strade di Londra un orangotango meccanico, controllato a distanza, che cerca casa, dopo essere stato sfrattato dalla foresta. L’orango che andrà poi in altre città del Regno Unito, nei pressi dei supermercati Iceland, è stato creato da una squadra che ha lavorato a film e programmi televisivi, tra cui Doctor Who e Sherlock.
La scorsa primavera, Iceland aveva annunciato l’eliminazione entro il 2018 dell’olio di palma da tutti i prodotti a proprio marchio, per una quantità di oltre 500 tonnellate annue. Si tratta della prima catena di supermercati britannica a prendere questa decisione. “Finché lceland non può garantire che l’olio di palma non sta causando la distruzione della foresta pluviale, diciamo semplicemente no all’olio di palma”, ha spiegato Richard Walker, amministratore delegato di Iceland, che un anno fa ha visitato il Borneo per verificare l’impatto della deforestazione. “Non crediamo che sul mercato di massa esista qualcosa come un olio di palma ‘sostenibile’, che sia verificabile”.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Come nota a margine, commovente che la gente creda che ci sia qualcosa di meccanico oltre alla maschera (la cui mimica, sì, è controllata a distanza con quel radiocomando semplificato). Credo ci vorrà ancora qualche secolo prima che il mondo della meccatronica sia in grado di produrre qualcosa capace di muoversi in modo così fluido imitando movimenti umani/animali ;).