Capsule di integratori alimentari o farmaci contenenti polvere bianca; sullo sfondo bottiglietta in vetro con altre capsule; concept: integratore, farmaci, antibiotici, probiotici

Ingannevole e contraria alle norme sulle pubblicità degli integratori alimentari. Così è stata giudicata dal Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria la pubblicità di “Lenifren Gocce” e “Lenifren Capsule” di Biodelta Srl, comparsa sul numero di maggio 2022 del periodico Benessere. Con la pronuncia n.13/2022 del 26 luglio è stata quindi ordinata la cessazione per violazione degli articoli 2 e 23-bis del Codice di autodisciplina pubblicitaria.

La pubblicità degli integratori

Lo Iap sosteneva infatti che il messaggio pubblicitario attribuisse ai prodotti in questione proprietà che trascendono quelle di un integratore alimentare, con il rischio di indurre in errore i consumatori e le consumatrici sui loro effetti reali. Sono stati contestati, in particolare i richiami a condizioni patologiche come “insonnia in adulti e bambini”, “attacchi d’ansia” e “fame nervosa”, oltre a impropri riferimenti al “riequilibrio dell’umore” e a una non meglio precisata azione diretta a “contrastare disturbi di natura psicosomatica”.

Lo Iap ha contestato i riferimenti a condizioni patologiche come insonnia, ansia e fame nervosa presenti nella pubblicità degli integratori Lenifren

Se da un lato Biodelta si è detta disponibile a sostituire il claimcontrasta i disturbi di natura psicosomatica” con la frase “promuove il normale funzionamento del sistema nervoso”, dall’altro non considerava ingannevole il messaggio pubblicitario, che anzi riteneva conforme ai claim autorizzati da Efsa e ministero della Salute per vitamine, minerali e preparati vegetali.

La decisione dello IAP

Secondo Biodelta, inoltre, sarebbe erroneo considerare “insonnia”, “attacchi d’ansia” e “fame nervosa” alla stregua di situazioni e/o condizioni patologiche. Invero, l’insonnia consisterebbe in un “disturbo del sonno”, gli attacchi d’ansia in un “disturbo o stato psichico” non ricadente nella definizione di patologia, la fame nervosa a sua volta in un disturbo (non rientrando nella più ampia e severa categoria delle patologie alimentari come per esempio la bulimia nervosa). A supporto della propria posizione l’azienda ha ricordato che il ministero della Salute ha autorizzato alcuni claim simili (ad esempio il claim “controllo del senso di fame” per la Griffonia), mentre altri sono in attesa di giudizio da parte di Efsa.

La questione è stata quindi portata davanti al Giurì che ha dato ragione al Comitato di controllo, affermando che la pubblicità degli integratori viola gli articoli 2 e 23bis del Codice di autodisciplina, relativamente ai claim “per insonnia in adulti e bambini”, “per fame nervosa”, “contrastare la fame nervosa” e “contrastare i disturbi di natura psicosomatica”, ordinandone la cessazione.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora