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“Mi scusi ….superata la sua lotta contro Grom che ormai ha annoiato perché ciclicamente riporta i medesimi concetti, vorrei farle alcune domande”

Un lettore ci scrive:

Mi scusi…superata la sua lotta contro Grom che ormai ha annoiato perché ciclicamente riporta i medesimi concetti, vorrei farle alcune domande:

– Quanti negozi Grom ha analizzato per arrivare ad asserire che il tempo medio delle file è dimuito?

– Quali orari ha preso in considerazione dei medesimi?

– Quante volte si è recato nello stesso punto vendita – per avere un discreto campione da analizzare?

– Come ha degustato il Gelato per valutarne la consistenza?
Immagino si sia fatto inviare il gelato direttamente in vaschetta, o in cono, o in coppetta, perché, come sicuramente saprà, una volta che il Gelato è messo in vaschetta o in cono o in coppetta, grazie all’azione dell’ossigeno presente nell’aria, la sua temperatura si abbassa e la sua texture si modifica.  Un articolo che utilizza il condizionale per descrivere un’idea, non è un articolo degno di nota. Se lei ha documentazione in mano, ben venga, diversamente non scriva frasi come questa: “Forse la ricetta del gelato o le condizioni di conservazione hanno subito un aggiustamento, in questo modo si è uniformato agli standard del gelato artigianale”. Infine: le ricordo che comunicare non significa dire bugie ma dire solo una parte della verità, quella che fa comodo. Ed è proprio ciò che fa Grom che, sicuramente in maniera borderline, dice ciò che più gli serve per il suo servizio. Detto questo, vorrei che la sua analisi prendesse in campione altre gelaterie per confrontarne il gelato. Solo così sarebbe di vero interesse e riuscirebbe a far capire a migliaia di clienti Grom che possono trovare un gelato buono anche sotto casa.

Mattia

 

grome gelato 3
Grom usa additivi come tutte le gelaterie e quindi deve cambiare lo slogan proposto a caratteri cubitali nei negozi e sul sito

La mia non è una lotta contro Grom, ma è la presa di posizione contro una pubblicità ingannevole da parte di una delle più importanti catene di gelaterie italiane che dichiara di  “non usare additivi”. Lei sa che questo non è vero! Grom usa additivi come tutte le gelaterie e quindi deve cambiare lo slogan proposto a caratteri cubitali nei negozi e sul sito. Grom dice di avere chiesto un chiarimento al Ministero della salute perchè i suoi sono additivi “naturali”. In realtà basterebbe leggere la norma per sapere che gli additivi “naturali” sono come gli altri e vanno dichiarati in etichetta.
Per quanto riguarda le altre domande. Una regola fondamentale del giornalismo è  verificare le fonti. In redazione cerchiamo di applicarla. Prima di scrivere la frase “Forse la ricetta del gelato le condizioni di conservazione hanno subito un aggiustamento, in questo modo si è uniformato agli standard del gelato artigianali” , ho posto il quesito a Grom che ha confermato le mie “sensazioni”.
L’utima questione riguarda il confronto con le altre gelaterie.  Più di un anno fa ho proposto a Grom di fare un test anonimo con degli assaggiatori professionisti  per confrontare  il suo gelato con quello di altre gelaterie milanesi. La proposta purtroppo si è arenata.

Roberto La Pira

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vincenzo gemelli
vincenzo gemelli
6 Ottobre 2013 19:23

A me, questa storia di Grom, fa venire il nervoso.
Andare a cercare il pelo nell’uovo quando sicuramente è
un’ottimo prodotto, rispetto a tutte le porcherie in circolazione mi sembra una perdita di tempo, denaro ed energie.
Andate ad occuparvi di questioni serie, come peraltro fate benissimo..io non mi sento affatto ingannato da Grom,l’etichetta dice che non ci sono emulsionanti, coloranti, aromi e conservanti..non che è sprovvisto di additivi..è sprovvisto di quegli additivi! Poi scoprendo che tutto ruota intorno alla farina di semi di carrube..fatevi un’esame di coscienza e siate meno integralisti che state facendo pubblicità negativa a imprenditori seri e scrupolosi..ad avercene di gente come loro.

Pitocco
Reply to  vincenzo gemelli
11 Ottobre 2013 14:10

Perdona i miei dubbi, ma come definisci ottimo una cosa prodtta industrialmente? Se tu conoscessi i processi agricolo-industriali di come vengono trattate le derrate alimentare sono certo che prima di dire ottimo ci penseresti moltissimo. Certo, il gusto al palato può sembrare buono, ma per questo ci sono centinaia di prodotti chimici esaltatori del gusto.
Senza contare che i prodotti utilizzati da Grom e da il 99% delle gelaterie, parlo della frutta, del latte ha una quantità di pesticidi, erbicidi da fare impallidire il più spietato asassino.
Pensa che in agricoltura c’è un diserbante (Harmony) che è sufficiente utilizzarne 3 (tre) grammi per ettaro per eliminare tutte le erbe “infestanti”. Hai capito? 3 gr/Ha!!
E poi vogliamo parlare di agricoltuira biologica? ma per favore, siamo seri.

marcello
marcello
6 Ottobre 2013 21:27

due anni orsono ho preso dello yogurt alla gelateria grom di viareggio c erano dei granelli di ghiaccio all interno del gelato secondo dovuti a una cattiva omogenizzazione lavoro da 32 anni nel settore del gelato industriale e certi colori tipo fragola sono dovuti all aggiunta di coloranti natuali tipo il rosso di barbabietola io personamente preferisco un gelato alla fragola con poco colore ma fatto soltanto con fragole senza l aggiunta di nessun colorante naturale o artificale nessuna aggiunta al gelato come gli stabillizzanti non si faun gelato mangiabile

Olimpia gelati srl
6 Ottobre 2013 22:54

GROM è riuscito dove tanti sognerebbero di arrivare ! Tanto di cappello a due bravi imprenditori . Comunque hanno contribuito con il loro successo a far parlare di gelato su tutti i media più importanti e autorevoli , e questo è comunque un bene per tutto il nostro settore

Pitocco
Reply to  Olimpia gelati srl
11 Ottobre 2013 14:18

Ormai la massa è incapace di distinguere tra un prodotto “buono” ed uno qualsiasi. L’educazione alimentare protrattasi per oltre 40 anni con schifezze scopiazzate dagli usa, con l’industrializzazione agricola, e sopratutto con il potere in mano a pochi grandi imprese commerciali, non può aspettarsi nulla di buono. Persone che vanno in inverno nei supermercati ed acquistano pomodori, melanzane, ravanelli, peperoni che non sanno o non capiscono nulla, ma che ingrassano le grandi multinazionali del settore a produrre tutto in funzione dell’oligopolio (Monsanto, Bayer, Dupont, Down, Sygenta) che a sua volta offre al mercato erbicidi, pesticidi, insetticidi, farmaci, semi (soia, mais, frumento, barbabietole, sorgo, colza) tutti indistintamente trattati con veleni e tutti strettamente brevettati.

Mauro R.
6 Ottobre 2013 23:22

Il gelato di Grom è buono? Ok. Ma il “gelato artigianale” e “naturale” è altra cosa. Vallo a chiedere a quei veri artisti del mestiere che fanno i propri 4-5 gusti solo col mantecatore senza l’uso del pastorizzatore e additivi. Mi chiedo sulla propria insegna questi maestri cosa dovrebbero scrivere visto che “artigianale” e “come una volta” sono già stati ampiamente usati da tutti. Saluti.

Paoblog
7 Ottobre 2013 08:28

Scrissi tempo fa, che Grom è la mia gelateria preferita, se non fosse che cammin facendo si scopre che la Grom fa un buon gelato, ma non è artigianale come vien da pensare.
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Quello che mi preme sottolineare, però, nonostante vada ancora da Grom quando capita l’occasione, che così come apprezzo la qualità, in un prodotto, ci tengo anche alla trasparenza della ditta che lo offre.
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E leggendo gli articoli di la Pira che segue, devo dire che mi sembra che la trasparenza si sia persa per strada, sostituita da un marketing che ci fa acquistare un buon prodotto industriale facendoci credere che sia artigianale; La Pira parla di pubblicità ingannevole verso il consumatore, ma io ci vedo anche della concorrenza sleale verso le altre gelaterie, molte delle quali a ben vedere saranno realmente artigianali.
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Nel momento in cui ci sono due gelaterie una accanto all’altra, una che inneggia al fatto che non usi additivi e l’altra che non dice nulla, quale sceglierà il consumatore più attento alla qualità alimentare?
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Continuerò ad andare da Grom, dove peraltro consumo soprattutto le granite, tuttavia questo atteggiamento commerciale non rientra nelle mie corde.
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Spesso la gente scambia per accanimento verso una persona e/o marchio quello che semplicemente è un ribadire che è necessario il rispetto nei confonti del cosumatore che come tale non può far altro che fidarsi di quanto affermano le aziende.
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È a furia di “spostare l’attenzione sulle cose più serie”, che siamo arrivati al punto in cui siamo. E la serietà di un imprenditore la si vede anche dalle piccole cose; ad esempio dall’intelligenza di modificare le pubblicità se le stesse sono accattivanti, ma non veritiere.
*
D’altro canto che gli costa a Grom di evitare di autoincensarsi con pubblicità che peccano di trasparenza? Se il suo prodotto è “il migliore del mondo”, lo dimostrerà facilmente sul campo, giocandosela alla pari con le altre gelaterie artigianali. Gelaterie che peraltro il gelato lo producono nel laboratorio annesso al punto vendita. Preparare la miscela ad Orbassano, congelarla e poi distribuirla nei punti vendita? Questo è un gelato industriale, forse migliore degli altri, ma non certo artigianale.

Vincent
Vincent
Reply to  Paoblog
7 Ottobre 2013 12:18

Grom fa un ottimo gelato industriale Punto.
Vende molto marketing perchè alla gente piace mangiare molto marketing.
Grom dice che i sui addittivi sono naturali come se gli altri usassero addittivi soprannaturali o extraterrestri.
La pubblicità che fa non è molto trasparente ma pochi lo capiscono.
Il Fatto alimentare fa il suo lavoro e lo fa bene da anni.

francesco
francesco
7 Ottobre 2013 13:53

Concordo pienamente con questo ultimo commento di Vincent.
Grom fa un ottimo prodotto industriale. Tutto il resto è marketing

Corrado
Corrado
8 Ottobre 2013 12:50

Su Grom non posso dire nulla.
Mai acquistato o degustato un suo gelato.
Sul Fatto Alimentare, dico come lettore e come collega: Si è comportato in maniera etica e rispettosa della legge sulla stampa.
Ha evidenziato una pubblicità ingannevole verso il consumatore.
Adesso sta a Grom rettificare e/o al Garante intervenire, se ci sono violazioni.
I consumatori hanno il diritto di essere informati in modo trasparente, per poter selezionare i prodotti sul mercato.

cristina
cristina
8 Ottobre 2013 15:22

Tanto di cappello agli artisti del gelato, che non usano additivi ne aromi naturali diversi da quelli propri del gusto in questione, ma purtroppo non si trovano e Grom che è certamente ben sopra la media di chi si dichiara gelateria artigianale. Il punto è che la legge dovrebbe essere cambiata perche il termine ‘artigianale’ da adito a fraintendimenti e dovrebbe essere riservato a chi produce un gelato senza alcuna aggiunta estranea.

Vincent
Vincent
Reply to  cristina
9 Ottobre 2013 07:43

“…a chi produce un gelato senza alcuna aggiunta estranea”.Questo e’ il cunsumatore tipo su cui fa presa il marketing di Grom.Colpa e’ la scarsa conoscenza dei processi con cui viene prodotto un gelato come tanti altri prodotti alimentari sia industriali che cosiddetti “arigianali”

Giuliano
Giuliano
8 Ottobre 2013 22:34

La qualità e la forza di grom è proprio questa: Usare tecnologie industriali x fare un gelato artigianale!
Detto questo fa bene La Pira a contrastare l’informazione ingannevole come questa di Grom dell’additivo naturale distinzione che non esiste nemmeno per la legge!

Enzo
10 Ottobre 2013 10:27

Marketing!Marketing!Marketing!.
Questo è l’ingrediente superiore nel gelato di Grom.
La Pira, eccellente ed unica voce per contrastare la vendita di un prodotto processato industrialmente e presentato come “artigianale”.

alfredo
10 Ottobre 2013 11:31

innanzitutto sembra che un artigiano che comincia a lavorare in modo interessante venga popsto automaticamente (e spesso solo per invidia) nello scaffale delle industrie.
Lo sforzo che deve fare l’imprenditore che si ritrova a gestire un importante successo è più faticoso rispetto l’artigiano così come inteso dall’occhi comune: bottega sottocasa di 40mq che lavora quasi a vista.
Per quanto riguarda gli additivi… non conosco direttamente la ricetta di Grom, ma posso immaginare che si stia parlando della farina ottenuta dalla macinazione dei semi di carrubba che per la normativa europea è considerata additivo (mentre il glutine isolato dalla farina no! – per esempio). In questo caso sarebbe opportuno parlare di una necessaria revisione delle tabelle degli additivi affinchè possano essere escluse alcune sostanze, come la farina di semi di carrubbe, dall’appellativo di additivo.
Dal mio punto di vista, per quanto riguarda Grom, non si deve assolutamente etichettare il loro gelato come “gelato di Grom”, ma indentificare i questo marchio un concetto; concetto del gelato vintage, come si faceva una volta e molto vicino, come ricetta, alla genesi del gelato.
Alfredo Barbagallo

Giuliano
Giuliano
Reply to  alfredo
11 Ottobre 2013 11:54

Il gelato è buono ma è il gelato meno simile a quello fatto come una volta!
Dico questo perchè la struttura molto cremosa e fine è ottenuta da un emulsionatore industriale modernissimo e costoso in grado di rendere il grasso in particelle molto piccole favorendo così la percezione vellutata al palato.
Come dice giustamente Alessandro la definzione di artigianale non esiste e non ha confini definiti (come quella di naturale…) ma è vero che tecnologicamente si può dire che produca la miscela con impianti industriali e il gelato con metodi e attrezzature artigianali (il mantecatore). Il risultato finale è quello di un gelato artigianale a tutti gli effetti come composizione e quantità di aria inglobata (overrun). Ottima idea al servizio di noi consumatori però con un marketing troppo aggressivo persino ingannevole (gli additivi ci sono!)

Alessandro
Alessandro
10 Ottobre 2013 12:14

Ostinarsi a distinguere tra industriale e artigianale quando di fatto non c’è una norma che definisce i due campi e quando oltretutto sulla definizione del termine “artigianale” non c’è identità di vedute serve è sterile…Ognuno ha la sua versione del termine “artigianale” in base a ciò che fa più comodo sostenere…
Negozi Grom io non ne ho mai visti, ma nel sito non vedo (forse perchè ho guardato di fretta) alcun riferimento alla distinzione additivi naturali/chimici; vedo solo sul sito un grande bollino blu (riportato anche nell’articolo) dove si fa riferimento all’assenza di alcuni additivi…questa dichiarazione da parte di Grom è vera o falsa?
Quali sono i dati di fatto a mio avviso? Sostenere da parte di Grom la differenza tra additivi chimici e naturali è una baggianata, concordo. Dire che alcuni additivi non sono presenti è una verità (dal quel poco che ho letto sulla lista ingredienti).
La comunicazione/concorrenza sleale si verificherebbe nel momento in cui NESSUNA gelateria usasse quegli additivi nei propri gelati…ma immagino che esistano gelaterie “sotto casa” che usano coloranti o armoni, no?
Se la risposta è no, anche quello che scrivono in quel bel bollino blu è una baggianata. Ma siccome io non lo so, vorrei avere la risposta da parte di tutti gli esperti del settore che sono intervenuti fino ad oggi.

giunela
giunela
10 Ottobre 2013 16:32

Io me lo preparo in casa e mangio solo questo. Con buona pace di Grom o di altri.

Vincent
Vincent
11 Ottobre 2013 20:17

Ovvio che non esiste ancora un disciplinare che regoli la definizione di gelato artigianale per legge.Comunque vorrei porre il concetto in questi termini:secondo voi chi vende un mobile di legno artigianale il falegname sotto casa che utilizzando anche delle macchine ,sceglie il legno,lo guarda lo misura,lo taglia e lo assembla e quindi lo rifinisce mettendo in questa operazione tutta la sua esperienza oppure quelli che vende Ikea?Chi e’ un artigiano del gelato allora?E’ colui che sceglie le materie prime,le miscela con maestria e crea dei gusti unici ogni giorno.Colui che produce nel retrobottega,piccole quantita’ di prodotto e che tramette la propria arte ai suoi dipendenti.Puo’ definirsi artigianale una tonnellata di gelato prodotto giornalmente.Allora anche Algida potrebbe fregiarsi di questo termine.Quindi grom non e’ un artigiano se consideriamo questo.Ora potra’ anche non usare questo o quell’ addittivo ma sempre un gelato prodotto in quantita’ industriali.Il gelato di una volta veniva prodotto da piccole botteghe poco per volta e venduto in giornata altrimenti diventava duro come il ghiaccio.Non si usava nessuna farina di carrube ne si surgelava la base ne altro ma solo latte panna,uova e i prodotti che formavano i vari gusti.Impariamo a gustare il gelato e non il marketing che lo adorna.

Alessandro
Alessandro
Reply to  Vincent
12 Ottobre 2013 10:59

Beh, non si può ridurre l’artigianalità ad un mero rapporto di quantità prodotta. Il gelatiere sotto casa mia può pure scegliere personalmente ogni singolo ingrediente ma se non lo sa fare, il suo prodotto risulta pessimo, eppure, secondo la tua definizione, comunque artigianale. Cosa ce ne facciamo di prodotti così? li esaltiamo perchè sono artigianali? Ad un pessimo mobile fatto da un pessimo artigiano preferisco senza dubbio un onesto mobile Ikea.
Concordo: impariamo a gustare il gelato, ma senza il preconcetto che artigianale sia sempre sinonimo di ottimo. E’ la stessa logica sbagliata che ci porta a supporre che il made in italy sia sempre il meglio, che le uova del contadino siano meglio di quelle della GDO…I giudizi assoluti sono sempre pericolosi…
Il fatto che Grom produca in quantità industriali poi non significa che faccia prodotti industriali, visto che i processi di produzione del gelato industriale sono ben diversi da quelli attuati da Grom. Esempio: il gelatiere sotto casa sbuccia le mele a mano, Grom avrà attrezzature industriali per farlo: in un’ora il gelatiere sbuccia 10 kg, Grom 1000 kg. Risultato: mele sbucciate per entrambi, semplicemente su scala diversa. Il gelatiere sotto casa ha un mantecatore. Gorm ne avrà 20. Risultato: enorme differenza sulla quantità totale di prodotto, ma non sulla qualità del prodotto. Il fatto che il gelatiere sotto casa ponga più attenzione di Grom alla scelta degli ingredienti è una supposizione basata su quali fatti o conoscenze? Se ci vogliamo attaccare a qualcosa, attacchiamoci al fatto che le basi vengono surgelate e mandate ai vari negozi. Se si riuscisse a fare un’analisi sensoriale oggettiva su vari prodotti sarebbe interessante sapere se questo incide negativamente o meno sul prodotto finito. Ma non attraverso supposizioni, ma attraverso analisi sensoriali condotte in modo scientifico.

Vincent
Vincent
12 Ottobre 2013 17:19

Ci sono bravi artigiani,mediocri e cattivi.Io non sto discutendo la qualita’ sensoriale di un prodotto ma piuttosto il concetto di artigianalita’.Chi produce grandi quantita’ usa per forza di cose procedimenti industriali,quali nel nostro caso ad esempio omogenizzazione,surgelazione ecc. per poter mantenere una qualita’ accettabile nei punti vendita.Grom fa un buon gelato industriale con meno addittivi di Algida ma pur sempre un prodotto industriale.Ora possiamo argomentare sulla qualita’.Io personalmente preferisco un gelato fatto dal maestro gelatiere sotto casa ogni mattina in piccole quantita’con prodotti freschi e non surgelati e consumato immediatamente piuttosto che un gelato prodotto da 10 tonnelate di base surgelata una settimana fa.Poi potrai dirmi che il sapore e’ lo stesso ma per sentire le sottili sfumature di un prodotto non standardizzato ci vuole un gusto allenato ed attento che la massa dei consumatori non ha.Per questo Grom utilizza il marketing allo scopo di suggestionare questa massa e far credere che il loro gelato e come quello di una volta naturale,senza aggiunta di addittivi “innaturali” ecc.Questo e’il vero gelato artigianale! e’ il messaggio che subdolamente cercano di far passare.

Alessandro
Alessandro
Reply to  Vincent
12 Ottobre 2013 18:22

Non voglio passare per uno strenuo difensore di Grom perchè non lo sono, nè ho interesse ad esserlo.
E’ sbagliata l’equazione “processi industriali = prodotti industriali”. Se io cuocio il ragù nel mio pentolino di casa o se lo cuocio in una brasiera da 300 lt con gli stessi ingredienti ottengo un prodotto in tutto e per tutto simile. Se io sbuccio le mele a mano o utilizzo uno sbucciatore ottengo lo stesso prodotto. Ho solo il vantaggio di ottenere una quantità di prodotto superiore in meno tempo. Se La Pira stesso, nell’articolo “tutti i segreti del gelato artigianale”, menziona Grom, è evidente che nemmeno lui, da cui tutte le discussioni su Grom generalmente partono, ritiene che sia un prodotto industriale. Tra l’altro è curioso: una critica che viene mossa a Grom è quella che il prodotto è poco soffice a causa del non utilizzo di emulsionanti! Eppure qui c’è chi chiede il gelato “come una volta”…vabbeh, questa era solo una provocazione. Se Grom ha dei mantecatori di dimensioni tali da consentire loro di produrre in un’ora la stessa quantità che un gelatiere sotto casa può preparare in un giorno, non significa che quello diventi un prodotto industriale. A commento di un altro articolo un utente aveva spiegato bene la differenza tra il processo di produzione del gelato industriale e quello “artigianale”, io non entro in argomento perchè esperto non sono.
Se invece vogliamo dire che Grom non è artigianale perchè non sarebbe in grado di inventare un gusto nuovo, magari a richiesta, dall’oggi al domani, ammesso che sia vero, ok. Ma questo requisito taglierebbe fuori anche molti “gelatieri sotto casa” senza per questo renderli industriali.

Vincent
Vincent
13 Ottobre 2013 08:24

L’industria e’ nata per soddisfare una sempre piu’grande domanda di prodotti e per fare questo ha standardizzato i processi di produzione come pure la qualita’ dei prodotti stessi.Il consumatore ha ,per quanto riguarda i prodotti alimentari,adeguato le proprie capacita’ di gustare un cibo a questa standardizzazione.Ora, in giro esistono migliaia di gelaterie che utilizzano prodotti semilavorati industriali e che producono lo stesso gelato standard che fa Grom.Comunque ci sono anche ,magari pochi,artisti gelatieri che producono con passione e maestria dei gelati unici.Sta a noi saper cogliere le sfumature di sapori che ci propongono.Come ci sono cuochi di mense aziendali ci sono anche chef stellati.I cuochi delle mense producono ottimi pasti ma sono gli chef stellati che ci danno delle emozioni sensoriali uniche.Questi sono per me i veri artigiani.Spero che abbia espresso questo concetto in modo piu’chiaro,Alessandro.

Giuliano
Giuliano
14 Ottobre 2013 09:59

Anche se non definito per legge,
si può giustamente sostenere che il gelato Grom è artigianale perchè tecnicamente la fase di produzione avviene col mantecatore e per questo ha caratteristiche chimico-fisiche (% aria inglobata,% grassi e zuccheri, PAC, ecc) del tutto simili a quelle delle altre gelaterie.
La miscela di partenza da inserire nel mantecatore invece è ottenuta con impianti industriali, con tutti i VANTAGGI che ne derivano.
Vincent evidenzio vantaggi perchè l’omogeneizzatore serve a migliorare il risultato finale diminuendo l’uso degli additivi e ritengo che questo sia un reale vantaggio anche e soprattutto per il consumatore. E’ sbagliato demonizzare le tecnologie a priori se utilizzate per un “buon” fine come questo.

Vincent
Vincent
14 Ottobre 2013 20:31

Non demonizzo assolutamente le nuove tecnologie che servono a migliorare un prodotto.Comunque se mai si arriverà ad una denominazione di “artigianale”per legge, avrò forse idee di altri tempi ma un artigiano è e dovrebbe essere per tutti quello che ho detto sopra.Poi se l’industria con tutte le operazione di marketing che mette in atto può indurci a credere che i veri artigiani sono loro e che la manualità, l’esperienza,la creatività,il continuo migliorarsi,il tramandare il mestiere alle generazioni future possono essere facilmente sostituiti da una macchina allora non ha più senso parlarne.Concludo con il dire che un gelato fatto da pochi di questi veri artigiani è in modo assoluto da considerasi migliore di tanti Grom o tante altre gelaterie pseudo artigiane.
Migliore perchè UNICO ed unico perchè non standard e quindi a mio avviso non industriale.