La lettera sui grissini torinesi
Cara redazione, vi leggo sempre e vorrei porvi un quesito sull’etichetta dei grissini Gastaldino che ho fotografato l’altro giorno in una pizzeria. La scritta sul frontespizio cita i “veri grissini torinesi” e questo mi lascia perplesso perché nell’elenco degli ingredienti ci sono sostanze poco in sintonia con la tradizionale ricetta dei grissini torinesi.
Pietro
Risponde Dario Dongo, avvocato esperto di diritto alimentare
Caro Pietro,
il problema riguarda le produzioni tipiche legate al territorio come i grissini di cui parla e i tanti prodotti che vantano sull’etichetta un legame con la tradizione culinaria locale. Il nostro commento nei confronti di un asserito “vero grissino torinese” non può essere tenero per diverse ragioni:
- il riferimento geografico a Torino è anzitutto smentito dalla sede dello stabilimento riportata in provincia di Milano (Cesate)
- a maggior onta, si osa riferire alla “più genuina tradizione torinese” un grissino che in lista ingredienti riporta il 4,5% di indefiniti “grassi vegetali”. La natura di tali grassi dovrà venire specificata, inderogabilmente, a partire dal 14.12.14 (si veda ebook L’Etichetta). Già ora peraltro si può facilmente dedurre una netta discordanza del citato ingrediente con le tradizioni non solo torinesi, ma pure italiane. Gli “oli vegetali” in questione sono con ogni probabilità grassi tropicali ricavati dalla palma, oppure soia, colza o mais. Tutte colture che sfuggono alla “tradizione italiana”, è certo.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) dovrebbe forse esprimere giudizio sulla correttezza di queste indicazioni.
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