Greenpeace contro lo sfruttamento del Mediterraneo lancia la petizione “In Nome del Mare!”. Raccolte già 45mila firme e consegnate oggi al Ministro Martina
Greenpeace contro lo sfruttamento del Mediterraneo lancia la petizione “In Nome del Mare!”. Raccolte già 45mila firme e consegnate oggi al Ministro Martina
Valeria Nardi 25 Giugno 2015Greenpeace ha lanciato “In Nome del Mare!” un appello per salvaguardare il Mediterraneo da una pericolosa pesca eccessiva. L’associazione ambientalista chiede al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e in particolare al Ministro Martina, di intervenire subito per fermare il saccheggio dei mari.
“Il futuro del Mediterraneo e delle popolazioni che lo abitano è in pericolo: oltre il 93% degli stock ittici è sovrasfruttato a causa della pesca eccessiva e distruttiva. Per questo motivo, chiediamo di:
• eliminare tutte le autorizzazioni speciali per la pesca di acciughe e sardine – concesse alle volanti a coppia nel Canale di Sicilia – e garantire il recupero di queste specie, ormai da tempo in grave declino;
• applicare subito i principi sottoscritti nella Riforma della Politica Comune della Pesca, al fine di eliminare la pesca eccessiva, recuperare le specie sovrasfruttate e dare priorità di accesso alle risorse della pesca ai pescatori che operano nel modo più sostenibile;
• garantire maggiori investimenti nella ricerca scientifica, per migliorare la raccolta dati e la selettività degli attrezzi da pesca”
Greenpeace ha già raccolto 45.000 adesioni e questa mattina ha consegnato alla segreteria Ministro Martina una lettera con le richieste e le firme delle persone che già hanno sottoscritto l’appello, chiedendo un incontro urgente.
Per leggere la petizione cliccare qui
© Riproduzione riservata
Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione