Gruppo di ragazzi e ragazze adolescenti appoggiati a un muro mentre guardano gli smartphone

Gli adolescenti americani, e probabilmente non solo, consumano troppi integratori proteici. Dei quali, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno alcun bisogno, ma che possono avere effetti negativi sulla loro salute. Questo quanto fotografato dai ricercatori dell’Università del Michigan in un sondaggio condotto a livello nazionale su un migliaio genitori di ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni intervistati nello scorso mese di agosto. Due su cinque hanno ammesso che i propri figli, nell’anno precedente, hanno assunto qualche tipo di supplemento proteico.

Motivazioni diverse

Nello specifico, i genitori dei maschi hanno indicato più spesso la motivazione sportiva (per aumentare la massa muscolare nel 56% dei maschi, contro il 18% delle ragazze, oppure per migliorare le prestazioni, nel 54% dei maschi e nel 36% delle femmine). Al contrario, i genitori delle ragazze credono che gli integratori vengano utilizzati più spesso per sostituire un pasto (in questo caso le percentuali sono del 18% tra i ragazzi contro il 34% delle ragazze), oppure per avere una dieta più equilibrata (14% ragazzi versus 26% delle ragazze) o, ancora, per contribuire a una dieta che prevede perdita di peso (6% dei maschi contro l’11% delle femmine).

Tipologie di integratori simili

Tra i prodotti più popolari vi sono le barrette proteiche (per il 31%dei ragazzi, e per il 27% ragazze), i frullati (per il 28% ragazzi e per il 19% delle ragazze), o le polveri (per il 20% dei ragazzi e per il 10% delle ragazze). In alternativa, il 7 % ragazzi e il 2% ragazze ha seguito una dieta iperproteica. Inoltre, sono più spesso genitori di maschi coloro che riferiscono che i propri figli consumano integratori proteici tutti i giorni o quasi (il 31% dei genitori di ragazzi contro il 15% di ragazze).

Consuetudini di famiglia

Barrette a base di frutta avvolte in fogli di carta e corda su un tagliere di legno
Tra i prodotti più popolari vi sono le barrette proteiche, i frullati o le polveri

L’abitudine ad assumere proteine, comunque, viene anche ereditata in famiglia e stimolata dagli stessi parenti: un terzo dei genitori (il 33%) utilizza integratori proteici; costoro hanno maggiori probabilità di riferire che i loro figli consumano integratori proteici (54% contro 18% dei genitori che non ne fanno uso personalmente).

Inoltre, il 44% di coloro che hanno risposto affermativamente alle domande sui figli, ha anche ammesso di aver incoraggiato l’uso integratori proteici, o che lo ha fatto un altro membro della stessa famiglia. Le altre fonti sono state un allenatore o comunque un docente (26%), gli altri studenti (21%), i social media (10%) e gli operatori sanitari (9%). È poi più probabile che i genitori affermino che i loro figli adolescenti utilizzano integratori proteici se percepiscono una delle seguenti cose come molto importante per loro stessi: essere o tornare in forma, perdere peso, apparire attraenti, migliorare le prestazioni sportive ed essere sani in generale.

Convinzioni non sempre corrette

Infine, due terzi dei genitori ritengono che la quantità di proteine assunte dai propri figli sia adeguata (67%), mentre altri pensano che sia insufficiente (18%) o solo in minima parte (1%) eccessiva, e più della metà (59%) pensa che una dieta ricca di proteine sia salutare per i propri figli adolescenti.

Tuttavia, secondo gli autori, specialisti del Mott Children’s Hospital, quasi tutti i ragazzi assumono già una quantità sufficiente di proteine, se seguono una dieta equilibrata.

La dose giornaliera raccomandata (RDA) è di 46 grammi al giorno per le ragazze e di 52 grammi al giorno per i ragazzi, anche se la quantità ottimale varia in base al peso e al livello di attività fisica. Di norma, tali quantità sono raggiunte facilmente con un’alimentazione normale, e gli squilibri possono essere dannosi. Infatti, se la dieta apporta proteine insufficienti per lunghi periodi di tempo, si possono determinare perdita di massa muscolare, stanchezza e peggioramento del tono dell’umore. Viceversa, se una dieta iperproteica è prolungata nel tempo, si possono avere nausea, disidratazione, mal di stomaco e soprattutto danni renali.

Le conseguenze del sondaggio

Pertanto, la scelta di aumentare la quota proteica dovrebbe essere sempre fatta dopo aver consultato un medico o un nutrizionista, perché assumere più proteine non significa necessariamente aumentare la propria massa muscolare o mantenere uno stato di buona salute.

Non regge neppure un’altra motivazione sempre più diffusa: quella della mancanza di tempo. Con giornate piene di impegni, non sempre i ragazzi hanno a disposizione il tempo necessario ad avere un pasto completo, o almeno così credono. E lo stesso accade con la prima colazione, spesso saltata. Alcuni genitori tendono a dare barrette e altri sostituti proteici, per compensare le proteine non assunte con i pasti. Tuttavia, ricordano gli autori, quei prodotti sono spesso pieni di zuccheri, talvolta di caffeina, e non sono necessariamente sani, anzi.

Se proprio non si vuole rinunciare a essi, è importante scegliere supplementi senza zuccheri aggiunti o con bassissime quantità di zuccheri, e molte fibre. E ricordare che quasi mai la barretta o la bevanda sostitutiva contiene tutti i minerali, le vitamine e le fibre di cui ha bisogno un organismo in crescita, neppure quando compie un’attività sportiva intensa. Solo gli alimenti freschi, completi ed equilibrati possono assicurare tutti i nutrienti, compresi i carboidrati e le proteine, di cui necessita un adolescente.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

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Maurizio Bosio
Maurizio Bosio
19 Novembre 2024 11:28

L’ennesimo esempio di ignoranza, indotta o meno, alimentare.
Siamo sommersi dalla giungla dei junk food e delle lobby alimentari a loro collegate e pieni di gente che ha (o avrà) problemi di salute legati all’alimentazione e creerà problemi al sistema sanitario (cioè a tutti noi).
E in questo, almeno per la fascia trattata nell’articolo, cioè i minori, una buona parte della soluzione la potrebbero fare i genitori,invece dì dare sempre tutta la colpa(che ne hanno) agli altri
Fossero consumatori più consapevoli, ma ormai il senso critico latita ( fanno troppa fatica, o é più comodo, ad usare anche quel poco che hanno) che in primis loro si fanno abbindolare da pubblicità varie e poi a seguire, per comodità perché è più facile e comodo dire sempre si che dire no, cedono volentieri alle richieste del bambino, ragazzo ecc.
Ci vorrebbe una sana educazione alimentare nelle scuole, etica nei messaggi nei mezzi di comunicazione sia di massa che istituzionali, far contribuire i produttori ai costi sociali , usare etichette alimentari chiare invece che per le lobby non vanno mai bene , consapevolezza dei consumatori che sono loro con i loro comportamenti (premiare le aziende con comportamenti virtuosi) che decidono il mercato e non le aziende tramite le pubblicità, ma tanto tra lobby che non la vorrebbero (e fanno di tutto per dire che hanno sempre ragione) e persone che se fregano per comodità o ignoranza sono solo parole al vento. Mah.

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