Domenica 16 ottobre si celebra la “Giornata Mondiale del Cibo”. Lo stesso giorno avrà luogo il “Blog Action Day”dedicato all’alimentazione per chiedere a “chi gira le rotelle del mondo” di passare dalle parole ai fatti. L’obiettivo è sconfiggere la fame e la malnutrizione, segno dell’empietà e dell’indifferenza di un pianeta che da mezzo secolo ha saputo spedire un uomo sulla luna ma è ancora indifferente a un miliardo di persone costrette alla fame.

Il 16 ottobre a Roma in occasione del “World Food Day”, presso la Fao ci saranno  molti delegati di governo dei circa 200 Stati che aderiscono all’organizzazione internazionale. Nessuna festa invece, per quel miliardo e quattrocento milioni di esseri umani che anche quel giorno, come gli altri 364 dell’anno solare, dovranno lottare per sopravvivere. Nessuna festa al pensiero dei bambini che in Somalia muoiono al ritmo di uno ogni sei secondi. Nessuna festa per gli abitanti di un’area estesa come l’Europa occidentale deportati dalle loro terre con la violenza, per lasciare spazio a investitori stranieri che hanno affittato il loro territorio grazie alla collusione dei governi.

I famosi obiettivi del  “Millennim Development Goals”  (eradicare la povertà estrema e la fame, raggiungere l’istruzione primaria universale, promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie, garantire la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo) sono rimasti sulla carta perché i Paesi che hanno assunto precisi impegni hanno fatto poco o niente  per rispettarli, ad eccezione forse del  Regno Unito.

Eppure siamo proprio noi la generazione che potrebbe fare qualcosa per mettere fine a quest’assurda equazione che vede da una parte all’altra del pianeta milioni di persone affamate e dall’altra altrettante obese e in sovrappeso. Abbiamo l’informazione e i mezzi, conosciamo gli strumenti per garantire la sopravvivenza degli uni e il benessere degli altri, ma continuiamo a far finta di nulla. Salvo misurarci  con la povertà che già ora affligge il 16,5% della popolazione europea.

Domenica 16 ottobre nel mondo si attiva il “Blog Action Day” quest’anno proprio dedicato al cibo (gli anni scorsi i temi sono sono stati “Water”, “Climate Change”, “Poverty” e “Environment”). Interverranno molte organizzazioni come ONE , 1billionhungry, Oxfam, Action Aid!, Greenpeace, i loro iscritti e tanti altri, per dare vita a una massa critica sulla Rete, dalla quale emerga un messaggio chiaro: basta alla fame nel mondo, alla rapina delle terre, alle speculazioni finanziarie sulle derrate agricole primarie, alla coltivazione di materie prime per biocarburanti anzichè cibo. La mobilitazione è anche contro la demenziale proposta della Commissione europea di costringere gli agricoltori a non coltivare il 7% dei loro terreni col pretesto di una “ecological focus area” mentre il pianeta muore di fame.

Il Fatto Alimentare partecipa a questa iniziativa e invita i propri lettori a fare altrettanto. Chiediamo ai politici e ai “decision-makers” di dedicare primaria attenzione al problema della fame e di agire senza ritardo per affrontarlo in una prospettiva di sostenibilità nel lungo periodo. Per partecipare basta registrarsi a http://blogactionday.org/register-for-blog-action-day o inviare una email a info@blogactionday.org.

Dario Dongo

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