Un lettore ci segnala il singolare modo di fare pubblicità delle gelaterie Grom. Ecco cosa c’è scritto sui depliant posizionati sul bancone:
Un gelato che cola?
Vero verissimo il gelato di Grom cola più facilmente
L’unico addensante è la nobile farina di semi di carruba in percentuale minima sul prodotto finito, l’assenza di ogni altro addensante dalla carragenina al guar, dagli alginati all’agar-agar (normalmente utilizzati negli altri gelati) comporta che il nostro gelato si sciolga più facilmente: un male per qualche maglietta macchiata, un bene per il vostro stomaco.
Si tratta dell’ennesima operazione di marketing per cui un difetto del gelato (cola troppo in fretta) viene trasformato in pregio. Ma questo fa parte dei trucchi di vendita dell’azienda. L’aspetto davvero sconcertante è la frase finale. Quando Grom sostiene che l’additivo utilizzato nel suo gelato (farina di semi di carruba) è una sostanza “nobile” e quindi “un bene per il vostro stomaco“. Quest’ultima frase lascia intendere che gli additivi utilizzati nelle altre gelaterie siano in qualche modo “cattivi” e potrebbero non essere una panacea per lo stomaco.
La norma europea ritiene tutti gli additivi classificati con la lettera E seguita da un numero, utilizzabili nei prodotti alimentari. Nessun additivo impiegato alle dosi previste può fare venire il mal di pancia come lascia intendere Grom tra le righe. Anche la farina di semi di carrube rientra nella normativa e corrisponde alla sigla E410.
In questo depliant c’è un pizzico di furberia e tanta ignoranza, oltre che un’evidente forma di concorrenza sleale nei confronti degli altri gelatai. Siamo di fronte alla teoria assurda secondo cui la farina di semi di carrube è migliore degli altri addensanti. La correttezza non è proprio di casa da Grom, basta ricordare la pubblicità ingannevole che decanta l’assenza di additivi nel suo gelato.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
da addetto ai lavori,posso dire che,per quanto naturali,le carragenine, carragenati e sucresteri,sono difficili da digerire,ma esiste un mondo di altri addensanti altrettanto validi che nulla hanno da invidiare alla carruba
Oramai stiamo arrivando a vette di assurdita incredibili…cmq dagli ultimi bilanci della societa’ sembra che qualche perdita comincia
a farsi vedere.Che bisogno c’e’ di continuare a ripetere che ” solo il nostro gelato e’ il migliore e gli altri fanno schifo”.Forse i consumatori cominciano a capire e la
balla comincia a sgonfiarsi.
Se un gelato fonde indegnamente non possiamo colpevolizzare solo uno stabilizzante……quanto marketing e quanta…..ignoranza
Segnalo una promo di mirtillo congelato sul volantino della DICO!!! Benvenuti in Italia
Sono vostro lettore da qualche tempo e mi sembra di percepire un certo “accanimento” nei confronti di GROM 😀
E’ vero probabilmente che dire che la carruba faccia bene rispetto ad altre sostanze può essere al limite della pubblicità, ma è altrettanto vero che sono ormai decenni che le pubblicità della stragrande maggioranza dei prodotti alimentari ne esalta in modo inappropriato valori o proprietà alimentari che in realtà poi si rivelano falsi, non mi sembra si possa dire che GROM sia al di fuori delle righe.
Ritengo inoltre di poter affermare che se certi parametri sono stabiliti dal’Unione Europea questo non significhi assolutamente che si stia parlando di alimenti genuini e naturali anzi… la crescente comparsa delle così dette “malattie del benessere” le cui cause passano pesantemente anche dalla nostra alimentazione, sono la testimonianza evidente che le maglie dell’Unione Europea sono spesso troppo larghe e lasciano passare anche ciò che non dovrebbe, e forse qui si che sarebbe il caso di parlare di “ignoranza alimentare” molto diffusa.
Sarebbe forse più utile contrastare i grossi nomi industriali che propongono gelati carichi di zuccheri raffinati e materie prime derivanti da colture e allevamenti intensivi piuttosto che chi porta in tutto il mondo un tipico prodotto artigianale Italiano, fatto con canoni rivolti alla tradizione che ormai la maggior parte dei produttori di quel settore ha perso per strada a favore dei maggiori profitti.
ma se l’unione europea stabilisce certi parametri ci sarà un perchè… prima di leggere certi commenti su grom pensavo già che lì il gelato non l’avrei comprato, perchè ho visto troppa ostentazione nel loro modo di porsi! e poi dire che se un gelato grom cola va bene e fa bene alla salute mi sembra una strategia più che furba, ma una paradossale arrampicata sugli specchi!
grande roberto la pira.
sono d’accordo con Alessandro, perchè è vero che i “limiti e le restrizioni” fatte dagli enti con la FDA o dall’Unione Europea comunque non sono attendibili.. basta pensare all’aspartame che per 20 anni la FDA si è rifiutata di ammetterlo tra gli additivi alimentari… e poi c’è stato un cambio di dirigenza e guarda caso questo ha permesso l’uso dell’aspartame… ed era uno dei maggiori azionisti della principale azienda produttrice di aspartame!
Qui secondo me stiamo trascendendo e non scomoderei l’aspartame essendoci fin troppe paranoie su questo additivo che è il classimo esempio della paranoia da complotto mondiale.
Siamo di fronte ad un produttore che asserisce che chi utilizza ingredienti diversi o in più con funzione addensante possa fare male allo stomaco del consumatore. Ma stiamo scherzando!?!?! Certo che questo è un esempio di concorrenza sleale che vuole instillare nel consumatore il timore che altri prodotti non siano altrettanto salutari.
giusto. condivido in pieno l’opinione di giusy. tutta questa ostentata competenza dei grom mi sa tanto di bufala! dimmi tu se adesso il gelato in italia lo sanno fare solo loro! e poi tutti questi franchising, prima o poi la gente lo capirà che dietro un nome comune c’è soltanto il desiderio di fare soldi e basta, altro che tutela per i clienti! l’unione europea e i suoi parametri sono l’unica sicurezza a cui possiamo appellarci in ambito alimentare e non.. altrimenti ognuno faccia quello che vuole e sai che casino.
Condivido assolutamente l’ultima parte del discorso.
Questo però deve valere anche per chi si lamenta che ci sia il Cesio nei prodotti biologici, che ci sia l’olio di palma nella Nutella,etc…visto che i limiti di Cesio sono definiti e l’olio di palma non è ad oggi vietato. Purtroppo invece buona parte dei lettori del Fatto Alimentare tende ad avere due pesi e due misure. Non mi riferisco a nessuno nello specifico, tanto meno a Paolo. Sono considerazioni che vengono naturali dopo avere letto e partecipato a numerose discussioni qui dentro…
Diciamo che spacciare un prodotto di alta qualità che poi è fatto con olio di palma non è proprio il massimo ! Cosa direbbe Alessandro se il panettone fosse preparato con olio di palma anzichè con il burro, se il cioccolato fosse preparato con olio di palma anzichè burro di cacao , se l’insalata venisse condita con olio di palama anzichè olio extra vergine !
Temo che La Pira non abbia colto il significato del mio commento…o probabilmente sono stato io a non essere sufficientemente chiaro…oppure, alternativa tre, sono io che non riesco a cogliere appieno il senso del suo.
In ogni caso, provando a rispondere: non comprerei il panettone con l’olio di palma, ma non andrei certo a fare crociate affinchè l’azienda che lo produce cambi ricetta. Eppure l’ho letto qui. Così come ho letto qui i commenti sul Cesio della marmellata Rigoni. Non da lei, La Pira, che non so per quale motivo si sia sentito coinvolto dal mio commento.
Abbiamo la fortuna di poter scegliere cosa comprare, ma pare che invece di esercitare tale diritto si preferisca fare in modo che gli altri non possano esercitare il loro! Riassumo il concetto in modo molto sintetico e usando ironia:
Consumatore dotto: “Ferrero, devi cambiare ricetta perchè usi olio di palma!”
consumatore medio: ” ma perchè, a me la Nutella piace così!”
consumatore dotto: “eh, non capisci niente! Non hai il gusto sviluppato, io la crema di nocciole me la faccio in casa, etc…”
Ferrero “Per l’UE ciò che io vendo è conforme, e ne vendo pure tanta, non cambio ricetta per te, consumatore dotto, che manco compri il mio prodotto!”
Tengo per buona la logica di Paolo che approvo in pieno: Quando “l’unica sicurezza a cui possiamo appellarci” (leggasi UE) impedirà l’utilizzo di olio di palma negli alimenti o ne normerà le quantità da utilizzare, allora sì che quei discorsi avrebbero senso…
Finchè non succede, però, tutti i casi vanno trattati allo stesso modo…
Alessandro, questo sito cerca di fornire strumenti ai lettori per capire cosa è meglio comprare, quali sono i segreti dei prodotti, cosa nasconde la pubbicità e via dicendo. Ferrero, Coca Cola e molte altre aziende che usano la pubblicità per comunicare spesso concetti scorretti non possono essere trattate allo stesso modo delle altre aziende.
Tornado al problema, Ferrero puo usare l’olio di palma per la Nutella, McDonald’s può usare carne di vacca per gli hamburger…. è tutto regolare e corretto ma noi cerchiamo di spiegare che c’è qualcosa di meglio
Tutto giusto. Per quanto non ritenga questo sito infallibile, lo considero comunque una risorsa preziosa di cui apprezzo il fatto di poter commentare le notizie ed esprimere, se del caso, opinioni differenti. Ripeto per la terza volta però che il mio commento non era riferito a lei nè ai suoi collaboratori, tant’è che proprio sul Cesio ricordo benissimo che li ha espresso idea del tutto simili alle mie. Mi riferisco, piuttosto all’atteggiamento di una certa categoria di vostri lettori, che esprimono legittimamente il loro punto di vista, ma che io, altrettanto legittimamente non condivido.
Non si tratta solo di marketing, ma di vera e propria disinformazione. Il fatto che un gelato si sciolga più o meno rapidamente non dipende solo dagli addensanti, o meglio gli addensanti possono “correggere” questo difetto, che però deriva da un’errata bilanciatura degli imgredienti o una non corretta temperatura di eesercizio. Ai milanesi propongo una controprova: la gelateria Sartori (una delle poche ad esporre il cartello ingredienti in modo visibile) usa solo farina di carrube (che è tutt’altro che “nobile”, tra l’altro), ma il suo gelato non cola nemmeno in piena estate.
Comunque, una spiegazione tecnica c’è: il gelato di Grom, a causa della surgelazione delle miscele, ha una struttura “debole”, che comporta una maggiore propensione a colare, a parità di temperatura di servizio e di temperatura ambiente. Inoltre, nonostante le carapine consentano una migliore gestione delle temperature, non è detto che in ogni punto vendita il personale sia adeguatemente preparato per “gestirle” in funzione della temperatura e dell’umidità esterne.
Andrea, quello che dici ha chiarito molti aspetti a me prima d’ora ignoti, sulla preparazione del gelato. ed è per questo che è ancora più assurdo dire che il gelato cola esclusivamente per la’nobile’ qualità dei suoi ingredienti.
Grazie mille per i chiarimenti.
ps. questo sito fa dell’informazione un diritto. faccio i miei complimenti a tutti coloro che si impegnano affinchè sia sempre così.
Aggiungo un’informazione: gli addensanti una volta non si usavano per una semplicissima ragione: la temperatura di servizio del gelato era più bassa di adesso (insomma, il gelato era più freddo e di conseguenza più dolce, o meglio era più dolce per compensare la minore temperatura mantenendo la “spatolabilità” dello stesso).
Infine, ricordate che un eccesso di addensanti ha un effetto non certo positivo – intuibile, visto che appunto “addensano” – sul corretto funzionamento intestinale.
Grom ha tanti difetti, ma la farina di semi di carrube è l’unico addensante ammesso dagli intenditori del gelato veramente artigianale. Quindi prendetevela con Grom perché vanta il suo gelato come migliore quando non è vero, ma non per la farina di semi di carrube che E’ l’unico addensante per un prodotto di qualità.
a me invece sembra che questo articolo sia piuttosto “di parte” perchè avete dato la vostra di interpretazione a quello che c’è scritto sul volantino di GROM. Io leggendo questo biglietto capisco che l’azienda vuole dire che nel gelato ci sono pochi addensanti e sicuramente è un bene per lo stomaco evitare mille e uno ingredienti e mangiare quanto più possibile cose semplici.
Non mi pare proprio di leggere che la farina di carrube faccia bene allo stomaco!!!! state dando una codifica aberrante.
Katia, quella è pubblicità ingannevole. Innanzitutto, la farina di carrube non ha nulla di ‘nobile’: le carrube sono utilizzate dappertutto per l’alimentazione animale e come addensante nella produzione dolciaria. Inoltre, è scorretto sostenere che gli altri addensanti citati siano utilizzati “normalmente negli altri gelati”, perché ciò è vero solo per i gelati industriali e non per quelli artigianali (ho citato sopra un gelataio di Milano che usa anche lui solo la farina di carrube). Grom cerca di spacciarsi come l’unico gelato ‘naturale”, e in questo modo non solo danneggia gli artigiani che hanno fatto scelte analoghe in termini di materie prime (mantenendo però il processo produttivo tradizionale, a tutto vantaggio della qualità del prodotto), ma inganna i consumatori.