“Gelato Business: start-up e marketing innovativo in gelateria” è il nuovo libro del maestro gelatiere Roberto Lobrano che approfondisce i temi e i problemi collegati al gelato artigianale.
“Si tratta di un manuale in due parti – scrive l’autore – la prima affronta il mestiere di imprenditore artigiano fin dal suo nascere, la seconda analizza in profondità argomenti come il marketing e la comunicazione, diventati fondamentali per la gestione di qualsiasi attività. Questa seconda parte è pensata anche per chi ha già esperienza e vuole focalizzare l’attenzione su una materia in rapida espansione“.
Nel libro si parla di come gestire e motivare il personale, di comunicazione e branding e c’è una parte che analizza i costi e la resa di una gelateria artigianale.
L’autore, gelatiere di seconda generazione e laureato in lingue vanta una lunga esperienza nel settore e si occupa di consulenza per l’apertura di nuovi concept. È docente presso diverse scuole professionali e fa parte dell’associazione dei Maestri della Gelateria Italiana e del movimento dei Gelatieri per il Gelato.
Lobrano gestisce il blog: icerockblog.wordpress.com.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Non capisco perché il Fatto Alimentare segnali un libro di marketing, piuttosto che un testo che aiuti il consumatore a distinguere il gelato migliore da quello mediocre.
Aspettiamo un suo suggerimento
Buongiorno dott. La Pira. Mi rendo conto di aver commentato l’articolo in modo un po’ duro, ma seguo e apprezzo il Fatto Alimentare da tempo e mi ha colpito il fatto che segnalasse un libro di marketing alimentare.
Conosco solo testi tecnici sull’argomento, che parlano di spatolabilità, struttura, POD. Nulla di comprensibile per il consumatore. Però almeno ricordare che se un gelato fa venire sete o lascia la bocca impastata di grasso non è un buon gelato (per quanto gustoso possa essere) si potrebbe, no? Talvolta temo che chi, come voi, fa informazione e divulgazione in campo alimentare si faccia prendere più dagli aspetti di igiene (tutti parametri più o meno misurabili oggettivamente, come la carica batterica o la presenza di inquinanti) che da quelli organolettici, culturali, sociali. Saper riconoscere la qualità del cibo è la prima forma di auto-tutela del consumatore, a mio avviso.
Grazie per i consigli ma se raccoglie i suoi input e li presenta con un linguaggio semplice e li invia in redazione li pubblichiamo volentieri
La ringrazio per l’invito, mi dia un po’ di tempo per mettere insieme un articolo decente sull’argomento.
Considerata l’estate, partendo dalla nota di “Andrea” magari si potrebbe ricordare l’ex cartello unico degli ingredienti e la sua evoluzione a seguito della direttiva allergeni, con le variabili sulla sua non applicabilità da parte di coloro che sono esercizi di somministrazione(!!) oppure sulla sua sovente incompletezza di informazioni (ad esempio per gli ingredienti delle cialde, coni, ecc,).
Cordiali Saluti
Giustissimo. Anche Grom pubblica correttamente ingredienti e allergeni sul sito ma poi il cartello nei punti vendita è introvabile.
Nel blog su menzionato è presente un articolo proprio sul cartello unico e la normativa sugli “allergeni” http://icerockblog.wordpress.com/2013/06/01/forse-a-qualche-gelatiere-distratto-e-sfuggito-questo-vecchio-articolo/