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Pepsico ha lanciato negli USA G Organic, la versione biologica del Gatorade

PepsiCo ha annunciato per il prossimo autunno la commercializzazione della versione biologica del Gatorade, lo sport drink più famoso che, secondo la rivista Beverage Digest, detiene il 70% del mercato americano. La nuova linea, lanciata al momento solo negli USA e chiamata G Organic, sarà realizzata a partire da sette elementi base: acqua, zucchero di canna biologico, acido citrico, aromi naturali di origine biologica, sale marino, citrato di sodio e cloruro di potassio. I gusti previsti  per ora sono: limone, fragola e frutti di bosco.

Continua così la volontà dell’azienda di andare sempre più incontro alle richieste di sportivi via via più attenti all’alimentazione e al rispetto dell’ambiente. Il progetto è stato avviato nel 2013 con l’eliminazione dalle bibite di alcuni composti come gli oli vegetali bromurati o BVO (sospettati di essere tossici a livello neurologico e vietati in molti paesi) è  proseguita nel 2015 con l’eliminazione dell’aspartame dalle bevande dietetiche, successivamente reintrodotto dopo pochissimi mesi in una formulazione “classica” della Pepsi Diet.

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La nuova proposta di Gatorade, è una riformulazione con ingredienti naturali e biologici

La mossa ha un sapore nettamente commerciale, dal momento che tutte le previsioni indicano una forte crescita per gli alimenti e le bevande “naturali”, “biologici” come evidenzia la Organic Trade Association statunitense( nel 2015  il settore bio ha già fatto vendere prodotti per 43,3 miliardi di dollari, assicurando un guadagno netto di 4,2 miliardi e un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente  a due cifre quindi per il quarto anno consecutivo.

Secondo il parere di alcuni analisti riferito da Bloomberg, non è detto che i nuovi prodotti assicurino nuovi client, non trattandosi di  formulazioni innovative, ma a bibite identiche a quelle esistenti, realizzate con ingredienti modificati.

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Critiche dai nutrizionisti, che attaccano il contenuto eccessivo di zuccheri degli sport drink

Voci assai scettiche si sono  levate da parte di diversi movimenti di consumatori tra i quali l’implacabile Center for Science in the Public Interest. La nutrizionista Lindsay Moyer ha ricordato a tutti che il problema non è la provenienza bio degli ingredienti, ma l’uso dissennato degli sport drink, considerati una  delle cause dell’aumento di peso: “Biologici o meno – ha detto la Moyer – questi drink sono essenzialmente zucchero liquido, e non sono più sani se lo zucchero è di canna e biologico. Ogni bottiglia da mezzo litro contiene l’equivalente di sette cucchiaini di zucchero, uno in più di quanto consigliato come dose massima giornaliera dall’American Heart Association. Ciò che va corretto è il messaggio promozionale, quando suggerisce l’assunzione dopo qualunque attività sportiva. Questo concetto è sbagliato, perché solo un’attività fisica molto intensa e prolungata come una maratona o un triathlon giustifica il reintegro degli zuccheri e dei sali”.

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Secondo le previsioni, le vendite  in USA di soft drink biologici arriveranno al 4% entro il 2017

Gli sport drink sono stati messi a punto per la prima volta nel 1965, quando il nefrologo Robert Cade, in Florida, inventò una ricetta per venire incontro alle esigenze di alcuni atleti professionisti, giocatori di football (the Gators, donde il nome). Da allora queste bevande hanno registrato una crescita continua, avvalendosi  di un marketing molto spinto e di trovate intelligenti quali l’attribuzione di nomi accattivanti e l’introduzione di vivacissimi coloranti.

Secondo le previsioni, i soft drink biologici cresceranno del 4% entro il 2017 giungendo ad alimentare un mercato di 665,7 milioni di dollari. Capofila saranno i succhi di frutta e in generale quelli vegetali, tallonati da energy e sport drink; per tutti è previsto un progressivo avvio verso formulazioni più semplici e a minore contenuto di zuccheri.

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roberto pinton
roberto pinton
13 Settembre 2016 09:12

In materia di prodotti biologici le normative statunitensi ed europee sono sostanzialmente equivalenti, ma non identiche.

In Europa non è possibile la produzione di uno sport drink analogo a quello che Gatorade proporrà nella sua versione “organic”: l’articolo 27 comma 1 del reg. CE 889/2008 prevede che l’aggiunta di sostanze minerali, oligoelementi, vitamine, aminoacidi e di altri micronutrienti sia autorizzata unicamente se la loro incorporazione negli alimenti è prescritta dalla normativa europea o nazionale.

Con decisione del 4 novembre 2014 la Corte di Giustizia UE ha confermato che la norma va applicata anche ai prodotti commercializzati come integratori alimentari, con indicazioni nutrizionali o sulla salute, o come prodotti alimentari destinati a un’alimentazione particolare, e questo indipendentemente dal fatto che debbano essere conformi con l’obbligo di importi minimi fissati dalle norme comunitarie.

In altre parole in un prodotto biologico italiano (ed europeo) l’addizione di citrato di sodio o di cloruro di potassio in quanto tale non è possibile, perchè il loro utilizzo negli alimenti non è previsto come obbligatorio.