Ho acquistato alcune confezioni di Gatorade arancia rossa da 500 ml in un supermercato convinto che la definizione “arancia rossa” riportata in etichetta nel “campo visivo principale” (quello cioè più esposto al primo sguardo del consumatore al momento dell’ acquisto e che permette di identificare immediatamente il carattere e la natura del prodotto) facesse esplicito riferimento, accanto ai sali minerali e carboidrati, anche alla presenza di arancia rossa.
Nell’elenco degli ingredienti, invece, non vi è traccia alcuna di detto agrume. Leggendo più attentamente l’intera etichetta si nota la dicitura “gusto arancia rossa”. Questa scritta decisamente importante per capire la tipologia della bevanda è proposta in caratteri tipografici di 1 mm ed è collocata alla fine di una sommaria descrizione: “prodotto per sportivi, destinato a reintegrare le perdite idrosaline dovute ad una intensa sudorazione. Gusto arancia rossa”.
C’è di più, la dicitura non è sul “campo visivo principale”, dove primeggia la scritta “Gatorade Arancia Rossa” con colori intensi e dimensioni rispettivamente di 10,5 e 4 mm. Se la dicitura “gusto arancia rossa” fosse stata evidenziata con caratteri della medesime dimensioni e nello stesso campo visivo, avrei capito che la bevanda non contiene arancia rossa e non l’avrei acquistata. Ero convinto, stante il gran caldo di quei giorni, di poter bere un prodotto notoriamente dissetante ed energetico, reintegratore di sali minerali ma anche di succo di arancia, fonte di vitamine A, C, B e bioflavonoidi.
Enrico Fariello
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