Come possiamo essere sicuri che il filetto di tonno comprato in pescheria sia davvero fresco? O che il merluzzo nel nostro piatto sia davvero merluzzo? Le frodi alimentari ogni anno causano un danno economico che può arrivare fino a 12 miliardi di euro, e i prodotti ittici sono una delle categorie più a rischio. Per questo l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha dedicato al tema un video informativo della serie ‘IZSVe Scienza’
Le frodi nel settore ittico riguardano soprattutto l’etichettatura dei prodotti provenienti dal Sudest asiatico, in particolare cefalopodi, crostacei e pesci, e possono comportare anche rischi per la salute dei consumatori, ad esempio nel caso in cui siano presenti allergeni non dichiarati, tossine o prodotti della degradazione, come l’istamina. Eventualità tutt’altro che remote.
I tipi di frodi alimentari più comuni sono la sostituzione di specie ittiche e la vendita di prodotti decongelati spacciati per freschi. La lotta alle frodi però non si limita solo a queste due tipologie di illeciti, ma comprende anche molto altro, come l’identificazione di specie velenose, alla valutazione delle zone di provenienza dichiarate, il riconoscimento di trattamenti con additivi vietati, l’analisi per la presenza di allergeni e la verifica della tutela delle specie protette, utilizzando tecniche analitiche sempre più sofisticate.
Ecco il video dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie:
© Riproduzione riservata Video: IZSVe
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