Una ricerca realizzata dagli Istituti zooprofilattici sperimentali italiani rivela che la temperatura media dei frigoriferi in Italia è di 7,4°C (ne abbiamo parlato qui). Non siamo però di fronte a una novità, visto che già nel 2011 uno studio simile condotto su pochi apparecchi era arrivato a conclusioni analoghe. C’è da chiedersi se aziende come: Bosch, Siemens, Candy, Indesit, Zoppas, Ignis, Whirpool, Hotpoint-Ariston, Samsung non siano al corrente della situazione e se siano in qualche modo preoccupate. Sia chiaro, i frigoriferi in vendita molto probabilmente rispettano gli standard internazionali e raffreddano come prevedono le regole di misurazione validate in laboratorio, condotte seguendo precise condizioni climatiche, temperature normalizzate e carichi prefissati.
Il problema è che le condizioni standard delle prove eseguite in laboratorio sono lontane da quello che succede nelle cucine domestiche in cui i termometri dei frigoriferi segnano anche 12°C. La gente però non lo sa. Non sa che il proprio elettrodomestico forse non raffredda come dovrebbe, che in queste condizioni i prodotti alimentari freschi da conservare a 4-5°C restano per giorni a temperature superiori e l’intervallo di scadenza inevitabilmente si accorcia. Ma c’è il termostato replica qualcuno. Sì è vero, la rotella posizionata all’interno del frigorifero determina l’intensità di freddo, senza però indicare la temperatura.
Capire questo concetto è importante per rendersi conto del “malfunzionamento” del proprio elettrodomestico. Posizionare la rotella del termostato a metà, per esempio, può voler dire avere una temperatura media all’interno di 4-5°C oppure di 9-10°C. Nessuno può dirlo a priori. Dipende da vari fattori come la stagione, l’efficienza dell’elettrodomestico, la quantità di prodotti conservati… Per capire qual è la temperatura serve un termometro dal costo di pochi euro da 2 a 5. Solo così si può valutare il freddo nelle varie zone e tarare la rotella del termostato in modo corretto. Secondo la rilevazione fatta dagli Istituti zooprofilattici il valore medio è di 7,4 °C, e questo vuol dire che i frigoriferi non raffreddano correttamente e non sono tarati bene.
Qualche anno fa abbiamo chiesto ai produttori di esprimersi sul problema. La maggior parte ci ha snobbato o ha risposto che gli apparecchi rispettano le norme internazionali, e nessuna legge obbliga i costruttori a dotare i frigoriferi di un termometro per misurare le temperature. In altre parole secondo i produttori la temperatura all’interno dell’apparecchio è una questione che riguarda il singolo consumatore e va gestita posizionando il termostato alla giusta intensità di freddo considerando i vari fattori.
Non tutti i frigoriferi sono però uguali. I modelli di alta gamma, quelli no frost e anche quelli di grandi dimensioni dal costo elevato, sono dotati di un sistema di misurazione e regolazione della temperatura che è possibile monitorare attraverso un visore sulla portiera. In generale si trovano le temperature del frigo e del freezer e c’è anche la possibilità di modificarne i valori. In alcuni c’è un cassetto interno che garantisce il mantenimento di 0°C.
A questo punto l’unica cosa sensata da parte delle aziende sarebbe quella di inserire nella dotazione degli elettrodomestici un termometro. È vero che la legge non lo prevede, ma a volte ci vuole un pizzico di buonsenso e non è sufficiente appellarsi alla norma tecnica. Persino il ministero della Salute nel decalogo su come gestire il frigorifero, consiglia di avere un termometro per misurare la temperatura all’interno (ne abbiamo parlato qui). Forse però il problema non è l’aggravio di spesa per i termometri, ma la consapevolezza che una parte degli elettrodomestici presenti nelle nostre case difficilmente riesce a garantire una temperatura di 4-5°C nelle condizioni di utilizzo reali.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
“…in cui i termometri dei frigoriferi segnano anche 12°C. La gente però non lo sa. Non sa che il proprio elettrodomestico forse non raffredda come dovrebbe, che in queste condizioni i prodotti alimentari freschi da conservare a 4-5°C …”.
Non è un dato statisticamente significativo quello che scrivo, ma ho trovato persone che non capiscono dove sta il problema, cioè non ritengono importante regolare la temperatura.
Ma nessuna rotella con sopra indicate le temperature può assicurarne il valore desiderato, anche perchè una rotella così precisa e la relativa taratura costerebbe quanto il frigo. E quindi si ha sempre un’indicazione normalmente troppo grossolana. Io ho sempre avuto l’esigenza di proteggere materiale fotografico per uso scientifico e inserivo due termometri, uno in alto e uno in basso oltre a ettettuare prelievi o depositi con lo sportello manovrato ad “alta velocità”. Comunque in cucina ho sempre tenuto un termometro e con qualche controllo ho regolato la grossolana rotella indipendentemente da quello che c’è scritto sopra. Occorre anche stare attenti a non inserire cibi caldi che produrrebbero un forte consumo e anche disporre per esempio il pesce (che indubbiamente più importante delle lastre fotografiche) in basso. Poi ci sono altri consigli che probabilmente tutti conoscono, come lavare i vegetali prima di porli in frigo, togliere la carta esterna delle carni. E “dulcis in fundo”, una “pulitina periodica” per esempio con acqua e aceto non è male. Comunque sono d’accordo con Lei, le aziende potrebbero inserire un termometrino o ancora più semplicemente darlo in omaggio (a pagamento).
Anche perchè se, acquistandolo a parte, non si superano i dieci € di spesa, inserirlo in produzione non credo costi molto di più.