Il Parlamento francese ha abbandonato la tassa progressiva sull’olio di palma introdotta nel mese di gennaio 2016 dal Senato, durante la discussione della proposta di legge sulla biodiversità. La disposizione prevedeva una tassazione aggiuntiva per l’olio tropicale, con una lievitazione da 100 €/tonnellata sino a 300 nel 2017, per poi arrivare a 500 nel 2018, 700 nel 2019 e 900 € nel 2020. La proposta era stata motivata con i rischi sanitari legati ai danni ambientali connessi alla coltivazione della palma da olio nel sud-est asiatico, oltre che alla necessità di riequilibrare la tassazione del settore, visto che l’olio di oliva ha più oneri fiscali.
Successivamente, i deputati avevano drasticamente ridimensionato le cifre della tassazione, limitandola al settore alimentare e al solo olio di palma prodotto in modo non sostenibile, lasciando indefinito il modo in cui si sarebbe dovuto riconoscere l’olio di palma sostenibile. Alla fine però i senatori hanno cancellato la proposta che aveva suscitato forti reazioni in Indonesia e Malesia, dove si trovano le coltivazioni più importanti del mondo.
Contemporaneamente a questa decisione, alla commissione finanze dell’Assemblea nazionale francese è stato presentato un rapporto, che propone di aumentare la tassa sulle bevande zuccherate e ridurre quelle di altri prodotti. Il rapporto, presentato dalla deputata repubblicana Véronique Louwagie e dal socialista Razzy Hammadi, propone di eliminare quelle sulle farine e sui cereali, di semplificare quelle sugli oli vegetali, che attualmente penalizzano l’olio d’oliva e favoriscono quello di palma, di abbassare l’Iva al 5,5% per il cioccolato, escludendo le barrette, e abbassare l’Iva sulla margarina dal 20% al 5,5%, come per il burro. Per compensare i minori introiti, la proposta prevede di triplicare la tassa sulle bevande zuccherate istituita nel 2012, portandola da 7,53 €/ettolitro a 21,47 €/ettolitro. In alternativa, viene proposta una tassa sullo zucchero contenuto in tutti gli alimenti, comprese le bevande per favorire la vendita di prodotti francesi. La discussione inizierà in autunno all’interno della legge finanziaria per il 2017.
interessi diplomatici più forti del buon senso? mah…