
La prima settimana di maggio, nei supermercati Coop Alleanza 3.0 (presenti in Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Puglia) tutte le fragole erano in offerta, con un prezzo ridotto del 40%. In pratica, per acquistare questi dolci frutti, simbolo della primavera, si spendevano da 3 a 7 €/kg, e si arrivava a circa 9 €/kg per quelle biologiche. Vuol dire che il prezzo pieno, che poi abbiamo rivisto la settimana successiva, oscillava da 5 a 11 €/kg, sfiorando i 15 €/kg per il prodotto certificato bio. Nello stesso periodo, sulla piattaforma di vendita online della catena Esselunga, le fragole ‘normali’ erano vendute a un prezzo variabile da 5 a 8 €/kg mentre le vaschette con fragole già lavate e pronte da mangiare però costavano quasi 20 € al chilo!
I prezzi delle fragole
A cosa sono dovute queste differenze così vistose? E perché troviamo fragole in offerta in questo periodo che dovrebbe essere l’inizio della stagione di raccolta? Ne abbiamo parlato con Duccio Caccioni, direttore Caab (Centro agroalimentare di Bologna).
“In realtà, da circa un ventennio ormai le fragole si trovano quasi tutto l’anno. – Fa notare Caccioni – La ricerca ha permesso di individuare varietà che giungono a maturazione in una finestra temporale molto ampia. In Sicilia, le prime, già nel periodo di Natale, poi nei primi mesi dell’anno arrivano dalla Calabria e dalla Campania e nel mese di marzo la disponibilità aumenta, grazie alle produzioni specializzate della Basilicata. Nel mese di aprile e maggio si raccolgono le fragole prodotte in Emilia-Romagna e Veneto, mentre nel periodo estivo maturano i frutti coltivati sull’arco alpino. La seconda fase di fioritura permette inoltre una produzione tardiva, nei mesi di settembre-ottobre.”
Quasi metà della produzione nazionale proviene da Campania e Basilicata ma anche regioni del nord Italia hanno un ruolo importante. Nel 2024 nel nostro Paese sono state raccolte circa 29 mila tonnellate di fragole in piena aria e 95 mila in serra. Si tratta di una coltura certamente redditizia, ciononostante nel ferrarese diversi agricoltori dismettono la produzione. Come si spiega?
“La prima settimana di maggio le fragole italiane erano quotate fra 3,50 e 4,50 euro al chilo, alla produzione – dice l’esperto – un prezzo molto elevato per il settore. Nonostante questo, c’è chi rinuncia, perché la produzione ha costi molto elevati e in certi casi è difficile trovare il personale necessario per la raccolta, che viene effettuata a mano.”

Importazioni ed esportazioni
Quando mancano le fragole nostrane si ricorre ai frutti importati: nel 2024 l’Italia ha importato circa 25 mila tonnellate di fragole fresche, principalmente dalla Spagna, che rappresenta il 60% delle importazioni totali. Nello stesso anno ne abbiamo esportate circa 20 mila tonnellate, con Germania, Austria e Slovenia come principali mercati di destinazione.
“In Spagna hanno raggiunto un livello di specializzazione molto elevato, – dice Caccioni – l’estensione delle coltivazioni è imponente e sono diventati fornitori di tutta Europa. Le fragole spagnole, al supermercato, sono in media più convenienti della produzione nazionale.”
Il prezzo quindi dipende dalla provenienza, dalla dimensione della confezione – si abbassa acquistando confezioni più grandi – e dalla presenza di servizi aggiuntivi, come nel caso del prodotto pronto per il consumo e di quello certificato bio. Così la catena Coop offriva a 4 € (anziché 6,6) una cassettina da 1 kg di fragole provenienti dalla Spagna
Insomma, grazie alla ricerca agronomica, utilizzando varietà sempre nuove e tecniche di coltura di precisione, possiamo trovare fragole per molti mesi all’anno. E il costo, non trascurabile, è legato al contenuto di servizio e di ricerca.

Da cosa dipende il sapore delle fragole?
Cosa possiamo dire del sapore? È opinione diffusa che le fragole non abbiano più il sapore ‘di una volta’. È davvero così? Da cosa dipende?
“In generale è così, – conferma Caccioni – le varietà presenti nei supermercati sono caratterizzate da polpa soda, sopportano lunghi viaggi, sono resistenti ai funghi che causano il deperimento post-raccolta e si conservano per diversi giorni. D’altra parte, però, bisogna notare che dopo la raccolta le fragole non vanno incontro a un’ulteriore maturazione. O meglio, il colore migliora, diventa più rosso, ma la quantità di zuccheri, quindi la dolcezza del frutto, non aumenta. È chiaro quindi che queste fragole con lunga shelf-life non sono molto dolci, mentre i frutti più profumati e saporiti sono quelli maturati al sole e raccolti poco prima del consumo.”
Come scegliere?
L’impressione è che chi comincia ad acquistare fragole in marzo, trovando fra l’altro frutti poco saporiti, arrivi al momento della migliore stagione produttiva ormai stanco. Ecco, quindi, le offerte all’inizio di maggio. Con questi andamenti del mercato, in quale direzione si muove la ricerca agronomica?
“Se 10-15 anni fa si cercavano le varietà più produttive e resistenti oggi si cercano soprattutto varietà con migliori caratteristiche organolettiche. – Fa notare l’esperto – Si privilegia la qualità a scapito della quantità. E il nostro Paese punta su questo aspetto anche per le esportazioni.”
Insomma, se cerchiamo fragole davvero profumate, possiamo trovarle proprio in questo periodo dell’anno, fra maggio e giugno, preferibilmente rivolgendoci a produttori locali, per accorciare il più possibile il tempo che passa fra la raccolta e il consumo.
Un ulteriore aspetto da considerare è la presenza di pesticidi, la fragola infatti è uno dei frutti che presenta il maggior numero di residui di sostanze utilizzate durante la produzione o dopo la raccolta. Un recente test del mensile Il Salvagente ha individuato fino a sette sostanze diverse nello stesso campione. Acquistare questi frutti nel momento migliore, se possibile da produttori di fiducia, può essere un modo per ridurre il rischio di trovare residui di pesticidi.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Personalmente è demenziale l’acquisto di fragole già lavate. Così difficile e impegnativo lavarle? Si occupa tutta la giornata a lavare mezzo chilo di fragole? Ma dai.
Per le fragole spagnole vale lo stesso ragionamento della frutta spagnola: bella, bellissima la frutta spagnola; ha proprio l’aspetto ottimo. al gusto non sa praticamente di niente.
Ho condiviso il vs. articolo su Mastodon, facendo appunto notare quanto scrive Il Salvagente in merito: “A primeggiare con un’eccellenza, due prodotti bio, i campioni di NaturaSì e Carrefour, a testimoniare che con tutti i limiti di un settore sempre più votato alla dimensione industriale, l’agricoltura biologica continua a essere una garanzia da questo punto di vista.”
Ho provato quelle biologiche di Esselunga e sono rimasto sorpreso dal gusto più vicino all’originario. Diversamente, molta delusione con le biologiche di Almaverde comprate in un affilia Conad (“Spazio Conad”): non solo acerbe ma quelle poche un po’ più accettabili per la maturazione erano prive di gusto.
Nessun bio e nessun supermercato. Se si può azienda agricola. La fragola favetta secondo me è la prima.
chi vuole la frutta fuori stagione (nonché la verdura) é bene che paghi lo scotto del sapore e del prezzo! Per non parlare dei residui chimici che allegramente mangiano perché se lavi le fragole puoi dire addio al poco sapore rimasto…..
Oggi il concetto di “fuori stagione” così come lo abbiamo sempre inteso, unitamente al concetto di “primizia” andrebbero ripensati. Il cambiamento climatico impone la sua legge. Il caso più emblematico riguarda l’uva da vendemmiare: si vendemmia ad agosto, mentre io ho ricordi vendemmie settembrine. Quella che i contadini chiamano la “zuccherina” (il tenore di zucchero) si è alzato. I vini oggi, anche del nord, sono passati da 11,5/12,5 gradi a 13/14,5.
“Acquistare questi frutti nel momento migliore, se possibile da produttori di fiducia, può essere un modo per ridurre il rischio di trovare residui di pesticidi.”. Non mi convince questa affermazione. Perché nel periodo più idoneo al consumo dovrebbero avere un minor numero di trattamenti?
Gentile Giova, quando acquistiamo fragole “fuori stagione” queste spesso provengono da regioni lontane, sopno state raccolte acerbe e per sopportare un lungo trasporto e la prevista shelf-life è verosimile che vengano trattate con sostanze antofungine che ne favoriscono la conservazione.
Comprendo. Ma dato che la fragola è sempre molto trattata non vedo grandi differenze.