Il Comitato di controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria oggi ha comunicato di avere censurato due spot del Formaggino Mio con Carota e Formaggino Mio con Spinaci, andati in onda sui canali Rai e Mediaset nel mese di ottobre 2014. La motivazione della sentenza dice che il messaggi “propongono un modello alimentare scorretto, in quanto suggeriscono il prodotto come un adeguato sostituto della verdura, da aggiungere peraltro ad ogni piatto”. Gli spot infatti mostrano una bambina a tavola che rifiuta di mangiare un piatto di spinaci e un piatto di carote, mentre la voce fuori campo recita: “le verdure sono un problema?”, “da oggi basta aggiungere ad ogni piatto formaggino Mio con spinaci e verdure”, “tutto il buono delle verdure….”.
Le criticità dello spot del Formaggino Mio
La pubblicità viola le regole del codice di autodisciplina perché propone un rapporto di equivalenza scorretto da un punto di vista nutrizionale tra il consumo della verdura cotta e quella contenuta nel formaggino (per l’elevato contenuto in proteine, grassi totali e saturi (non reperibili, in quantità analoghe, nelle verdure da sostituire). Oltre a ciò occorre considerare che il suggerimento alimentare non risulta equilibrato. L’altro grave aspetto evidenziato nella sentenza è il comportamento diseducativo della bambina che si rifiuta di mangiare la verdura e si alza da tavola. Questo gesto viene premiato con la sostituzione del cibo non gradito con un altro ritenuto più gradevole illusoriamente, presentato come equivalente sotto il profilo nutritivo.
Il Fatto Alimentare il 30 ottobre aveva segnalato la scorrettezza dello spot, supportato dalle motivazioni espresse da Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione all’Università di Bologna che evidenziava come “un formaggino Mio alle carote del peso di 20,8 grammi, contiene il 32% purea di carote, per un totale di 6,6 grammi di carote bollite, che apportano 2,3 calorie su 39. Per arrivare all’equivalente in peso di una carota bisognerebbe mangiare almeno una dozzina di formaggini”. Oltre al fatto che le puree pastorizzate non possono sostituire un alimento “vivo” come la carota». Lo spot non andrà più in onda ed è stato ritirato anche da You Tube.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
E’ da poco che ho il piacere di leggervi e ho constatato giorno dopo giorno che fate sempre un ottimo lavoro ed accurate ricerche. Mi auguro che la vostra informazione raggiunga un numero sempre più consistente di consumatori.
meno male! avevo pensato la stessa cosa vedendola per caso! A volte ci si sente così impotenti…
L’unico problema… è che non si fa in tempo a correggere da una parte, che ne salta fuori una nuova dall’altra…
Cara Monica, da pediatra nutrizionista non posso che essere d’accordo con lei, e anche con la sua triste conclusione. Mentre però mi accingevo a scrivere questo commento m’è tornato in mente qualcosa che lessi tempo fa, non so più dove, e che è una parziale scusante alla pubblicità in questione; la riflessione diceva, più o meno, che “la pubblicità non fa altro che accogliere, riflettere e amplificare il mondo reale”. Dunque la mia tristezza non è tanto, o non è solo, per la pubblicità scorretta, ma soprattutto per cosa le famiglie italiane sono diventate: genitori proni a qualsiasi capriccio dei figli, menù sempre pronti tipo ristoranti à la carte, cibi impropri in sostituzione di quelli adeguati perché “tanto non lo mangia”… Questa è la vera tristezza della società attuale, almeno per quest’aspetto.
Non ci sono più i formaggini Mio di una volta:
Ricordo quelli degli anni ’50, burrosi e saporiti, spalmati su una fetta di pane fresco.