Ha ancora senso produrre e vendere foie gras? Il fegato di anatre e oche ottenuto costringendo gli animali a 15 giorni di alimentazione forzata? La domanda è lecita trattandosi di un prodotto che deriva da animali che vivono in allevamenti dove il benessere animale è dimenticato quanto meno nelle due settimane precedenti la macellazione. In questo lasso temporale oche e anatre sono sottoposte a un trattamento innaturale e crudele con l’unico scopo di aumentare (fino a 10 volte) le dimensioni del fegato.
Come si ottiene il foie gras?
Per rendersi conto l’associazione Animal Equality ha diffuso un filmato girato in alcuni allevamenti francesi (Paese che produce il 90% del foie gras del mondo e che ne consuma buona parte). Le immagini mostrano gli animali nutriti attraverso un lungo tubo di metallo infilato nella gola per somministrare in pochi secondi dai 200 ai 400 grammi di mangime. L’operazione comporta il rischio di soffocamento oltre al possibile danneggiamento dell’esofago. La fase di alimentazione forzata (detta “gavage”) fa ingrassare in modo rapidissimo gli animali e in particolare il loro fegato che accumula in modo esagerato materia grassa. Si induce cioè una patologia che si chiama “steatosi epatica” e consiste nell’accumulo eccessivo di grasso all’interno delle cellule. Alla fine il fegato di questi animali pesa tra i 500 e i 700 g, ovvero da 7 a 10 volte in più rispetto al normale.
Il foie gras, venduto come un’eccellenza culinaria, è ritenuto da molti un prodotto inaccettabile per via del modo barbaro in cui vengono trattate oche e anatre. La produzione – riferisce Animal Equality – è stata fortemente condannata da un Rapporto del Comitato Scientifico Veterinario dell’Unione europea, che giudica l’alimentazione forzata “nociva per il benessere degli animali”. Tuttavia, nonostante un parere analogo della Fao, nel 2022 il Parlamento europeo ha approvato una relazione in cui si afferma che la produzione è basata su procedure rispettose dei criteri di benessere animale.
Le contraddizioni dell’Europa
In Europa il sistema di allevamento è consentito in alcuni Paesi. In Italia dal 2007 è vietato produrre foie gras ma non venderlo, tanto che si trova in alcuni negozi di gastronomia, si può comprare online e compare anche sui menu dei ristoranti.
Alla luce delle evidenze scientifiche Animal Equality chiede al governo italiano di supportare la richiesta di un divieto europeo dell’alimentazione forzata. “I risultati dell’ultimo Eurobarometro della Commissione europea mostrano che un’ampia maggioranza di cittadini europei (84%) e italiani (88%) desidera che il benessere degli animali negli allevamenti sia maggiormente tutelato.
Animal Equality ha prodotto anche un video, con l’avvertenza che contiene scene di violenza esplicita.
© Riproduzione riservata. Foto: Animal Equality Italia
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Pratiche come questa indicano non solo la dimostrazione di una mancanza di empatia verso gli animali, ma anche una precisa scelta del tipo di umanità che si intende costruire.
Già è difficile cucinare e mangiare oche e anatre, cibarsi di foie gras significa supportare le crudeltà che gli umani applicano sugli altri animali. Auguriamoci che questa nota e il video invitino a una riflessione.
Ci si scandalizza per maltrattamenti verso gli animali molto più lievi rispetto alla pratica di produzione del foie gras eppure questo persiste…
Potenza della Francia e dell’economia…
Trovo piuttosto ipocrita quanto risposta l’articolo:
“In Italia dal 2007 è vietato produrre foie gras ma non venderlo, tanto che si trova in alcuni negozi di gastronomia, si può comprare online e compare anche sui menu dei ristoranti.”
Se è proibita in Italia la pratica di indurre la malattia della steatosi epatica nelle oche, come può essere lecito il consumo del suo derivato?!?
È vergognoso il fatto che non si è ancora arrivati al divieto!!!!