L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha da poco pubblicato un parere scientifico sui profili nutrizionali da usare per definire l’etichetta posta sulla parte anteriore delle confezioni (le cosiddette etichette a semaforo come il Nutri-Score), e per limitare l’impiego di indicazioni nutrizionali e sulla salute che le aziende in genere propongono sul retro (claims). L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce la profilazione nutrizionale come la scienza che classifica gli alimenti che, a seconda della composizione , contribuiscono a prevenire le malattie e promuovere la salute. Il documento redatto dall’Efsa descrive i vari gruppi alimentari come cereali, frutta, verdura … e i nutrienti in essi contenuti che devono essere aumentati o diminuiti nella dieta per ridurre le malattie croniche come per esempio tumori o malattie cardiovascolari.
È interessante analizzare come sia stata manipolata la notizia di questo nuovo parere scientifico Efsa da parte di Federalimentare (Federazione italiana dell’industria alimentare). Secondo il comunicato stampa diffuso l’Autorità europea ha avallato la scelta italiana della Nutrinform Battery, affossando l’etichetta a semaforo Nutri-Score francese che probabilmente sarà adottata entro la fine dell’anno dall’Europa. Ma è davvero così? Analizziamo insieme quanto affermato nel comunicato.
“Il nuovo parere dell’Efsa sui profili nutrizionali conferma la bontà della posizione italiana sull’etichettatura fronte pacco e boccia l’algoritmo del Nutriscore”. Lo afferma in una nota Federalimentare, soddisfatta che l’Autorità per la sicurezza alimentare europea abbia indicato il profilo nutrizionale dell’intera dieta, e non quello dei singoli alimenti, come il più importante fattore di una buona salute. L’Autorità ha rilevato, infatti, che “dato che le diete sono composte da numerosi alimenti, l’equilibrio generale si ottiene con il contributo di cibi dal profilo nutrizionale diverso”.
Abbiamo letto l’intero documento Efsa, senza però trovare un riscontro sulla bocciatura dell’algoritmo dell’etichetta a semaforo Nutri-Score. Semmai è il contrario. Si afferma che il modello di etichettatura fronte pacco (Fop) con la codifica a colori risulta più promettente per migliorare in termini salutistici il (contenuto) del sacchetto della spesa. Potremmo quindi affermare che forse Efsa scarta la Nutrinform battery italiana poiché non ha colori, ma usa solo una tinta, l’azzurro. È chiaro che la dieta complessiva è formata dai singoli alimenti e possiamo anche assumere prodotti con profilo nutrizionale sfavorevole (per esempio biscotti, merendine, creme spalmabili al cioccolato…), basta non esagerare nelle quantità e bilanciare la dieta con altri alimenti dal profilo più salutare. Rimane il fatto che una dieta con una composizione corretta è il risultato della somma di tanti alimenti (lo scrive anche l’Efsa) con un profilo nutrizionale ottimale, quindi, meno snack al cioccolato o succhi di frutta diamo ai nostri bambini e più ci avviciniamo a una dieta ottimale.
Federalimentare prosegue dicendo che “l’Agenzia non ha avallato l’utilizzo delle etichette semaforichee anche sulle porzioni ha rinviato al Parere pubblicato nel 2008 in cui, valutando pro e contro dei due approcci, sottolineava come l’utilizzo di un parametro fisso come 100 grammi (quello adottato dal Nutri-Score) fosse slegato dai consumi reali”.
L’Efsa, in questo parere tecnico del 2022, non aveva il compito di trattare e valutare le etichette a semaforo, ma solo di fornire una base teorica per la loro formulazione. Non ha quindi espresso alcun giudizio in proposito, né sul Nutri-Score, né su altri tipi di etichette. È chiaro a tutti che il parametro fisso di 100 grammi è in ogni caso slegato dai consumi reali… ma quali sono i consumi reali? Quelli di un bambino di 4, 6, 8, 12 anni? Dell’adolescente in crescita che fa sport? Della donna in gravidanza o che allatta? Dello sportivo di 30 anni? Del maratoneta? Dell’ultra-ottantenne cardiopatico o con diabete mellito? È difficile e aleatorio decidere quali porzioni adottare.
Inoltre le porzioni standard che vengono indicate dai nutrizionisti o dai produttori di alimenti sono una cosa diversa rispetto a quanto viene realmente assunto dal consumatore. Se non ci riferiamo ad una quantità standard di alimento che più o meno tutti sono in grado di quantificare (100 g o ml) non possiamo memorizzare le caratteristiche nutrizionali generali dei vari gruppi alimentari, ad esempio confrontando 100 g di formaggi con 100 g di carne, possiamo evidenziare che i formaggi hanno molti più grassi della carne; se ci riferiamo a 100 g di prodotto possiamo capire che un ovetto al cioccolato con sorpresa o uno snack al cioccolato sono delle bombe caloriche (580 kcal/etto!) e hanno addirittura più calorie e grassi del cioccolato fondente o al latte! Se usiamo una porzione standard di 100 g siamo in grado di confrontare il pane con i croissant, le merendine e i cereali. E così via.
Capire le caratteristiche intrinseche dei vari gruppi alimentari è molto utile ed educativo per la popolazione generale, cioè contribuisce all’educazione alimentare, specie quando i numeri vengono tradotti graficamente con i colori di un semaforo (verde, giallo, arancione, rosso) che tutti conoscono. Se non ci riferiamo a 100 g di alimento ma variamo continuamente le porzioni (15, 30, 50, 80, 100 g…) è il caos più totale e non si riesce più a comprendere o memorizzare nulla (per questo la Nutrinform Battery è stata acutamente definita ‘Disinform Battery’).
Il comunicato di Federalimentare continua poi dicendo che “L’Efsa europea ha confermato anche la validità dei Dietary Reference Values (DRV), i valori di riferimento della dieta degli europei, sui quali si basano i parametri del Nutrinform Battery. “Come italiani siamo felici che il nostro approccio basato sulla chiara e trasparente informazione al consumatore stia guadagnando consensi.”
Di sicuro ciò che rende felice alcune industrie alimentari è poter vendere i propri prodotti con un’etichetta a semaforo difficile da comprendere. Purtroppo la ‘chiarezza’ è l’ultima delle qualità della Nutrinform Battery che ha talmente tanti numeri da rendere impossibile il confronto dei prodotti migliori all’interno delle varie categorie (cereali da colazione, biscotti, merendine, ecc), o tra gruppi alimentari intercambiabili come pane, biscotti e dolci. In altre parole serve solo a tenere lontano l’Italia da un’etichetta efficace come il Nutri-Score. È strano che nel nostro Paese non si facciano studi seri indipendenti per demolire la narrazione di Federalimentare sulla superiorità dell’etichetta italiana su quella francese. Il Nutri-Score ha 50 pubblicazioni indipendenti (cioè senza conflitti di interesse), la Nutriform Battery ha solo 2 studi in letteratura pagati con i soldi di… Federalimentare!
“Il Nutrinform Battery proposto dal nostro Governo non si basa su misteriosi algoritmi ma su informazioni relative al contenuto di nutrienti degli alimenti e al loro contributo alla dieta complessiva quotidiana in base alle porzioni suggerite dai nutrizionisti. Mentre per adeguarsi alle conclusioni dell’Efsa, l’algoritmo del Nutri-Score andrebbe completamente rivoluzionato. Dopo questa posizione dell’Efsa – conclude la nota di Federalimentare – forse sarebbe il caso di superare i profili nutrizionali degli alimenti per 100 g così come pensati finora (di cui la stessa Autorità ha rilevato a suo tempo i ‘limiti scientifici intrinseci’) e cercare strumenti più efficaci e moderni per disciplinare ‘claim’ pubblicitari, etichettatura degli alimenti e politiche sulla nutrizione in generale. Strumenti che però, grazie a più solide basi scientifiche e all’adozione del concetto di dieta complessiva e porzione, abbiano realmente la capacità di favorire l’educazione alimentare dei cittadini e l’adozione di diete più sane.”
Ancora una volta Federalimentare attribuisce al documento dell’Efsa scopi e raccomandazioni che non ha mai espresso. Infatti non c’è traccia del fatto che il Nutri-Score debba essere revisionato. Inoltre non c’è nulla di ‘misterioso’ nell’algoritmo, anzi è tutto pubblicato. Se vogliamo sfruttare una grafica che a colpo d’occhio ci dica se un alimento ha un profilo nutrizionale più favorevole, dobbiamo semplificare l’etichetta togliendo quanti più numeri possibile perché troppi dati creano confusione. E se utilizziamo i colori per poter sintetizzate il messaggio, è necessario usare degli algoritmi con dei parametri limite che possiamo stabilire, adattare, modificare in base a studi indipendenti. Così è stato fatto con il Nutri-Score.
Federalimentare tutela gli interessi dell’industria alimentare, cioè favorisce la vendita di alimenti e bevande. Tra gli obiettivi non troviamo il “favorire l’educazione alimentare dei cittadini e l’adozione di diete più sane”. Anzi, l’accanimento contro il Nutri-Score (che l’ha indotta a inventare la Nutrinform Battery e ora a travisare il rapporto dell’Efsa) nasce dal fatto che un’efficace educazione alimentare porterebbe a una sensibile riduzione delle vendite di una parte dei prodotti dell’industria alimentare (succhi di frutta, snack al cioccolato, biscotti, bevande zuccherate, cereali da colazione ecc.). È interessante notare come questo comunicato stampa sia stato ripreso e rimbalzato in maniera acritica senza verificare il contenuto del rapporto dell’Efsa da svariati media. Basta cercare online “Efsa boccia il Nutri-Score” per rendersene conto. Per chi avesse il desiderio di affrancarsi da questa narrazione consigliamo di visionare le diapositive esplicative preparate dal gruppo francese di Serge Hercberg che studia da molti anni il Nutri-Score.
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Anche FoodNavigator ha scritto un articolo https://bit.ly/3yAfd2C che è perfettamente in linea con questo del Fatto Alimentare confermando che Federalimentare ha mistificato (falsificato, falsato) il significato del documento dell’EFSA.
In Italia quasi tutti i media sono contro l’etichetta Nutriscore, già adottata in diversi stati europei, mentre sono favorevoli alla Nutrinform battery creata con i fondi di, e sostenuta da, Federalimentare. La (Dis)Inform Battery italiana è strutturata per confondere le idee del consumatore ma è chiamata in maniera ingannevole NutrInform (non è anche questa una mistificazione?). Nei programmi televisivi in cui si è dibattuto sulle 2 etichette, ad es. in questo https://bit.ly/39kPKj4, i giornalisti pendono dalle labbra di Coldiretti o Federalimentare, come se fossero le massime autorità italiane sul campo quando in realtà sono semplicemente dei portatori di interesse e quindi interlocutori non autorevoli e non affidabili.
In Italia c’è bisogno di più editori puri (vedi su wikipedia “editore puro”) perché l’informazione ha seri problemi di imparzialità e indipendenza. Per i prossimi dibattiti televisivi sull’argomento è necessario cominciare a intervistare degli esperti in nutrizione e prevenzione svincolati dall’ industria (cioè che non abbiano ricevuto alcun vantaggio diretto o indiretto tramite le società scientifiche cui sono affiliati).
Questo presuppone che gli editori siano puri, ovvero che abbiano la mission di fare informazione e non propaganda.
Il documento——Scientific advice related to nutrient profiling for the development of harmonised mandatory front‐of‐pack nutrition labelling and the setting of nutrient profiles for restricting nutrition and health claims on foods.pdf———– è scritto in politichese ma non è poi così impossibile da decifrare.
Concordo che certamente non dice se è meglio un sistema o un’altro e quindi capisco la vostra osservazione ma leggendo il capitolo 1.3 “context of the assessment” al punto B/C/E qualche riflessione ce la si può fare senza essere accusati di chi sa quale sacrilegio?
Commento assolutamente condivisibile e di seguito riporto i punti indicati. I miei commenti all’articolo NON vengono pubblicati e NON capisco perchè dato che l’argomentazione ha carattere prettamente scientifico e quindi, giustamente, discutibile.
QUesta è, a beneficio di rutti, la descrizione dei punti a), b) ed e).
a) Poiché le diete sono composte da più alimenti, l’equilibrio dietetico complessivo può essere ottenuto attraverso la complementazione di alimenti con diversi profili nutritivi, in modo che non sia necessario che i singoli alimenti corrispondano al profilo nutritivo di una dieta adeguata che i singoli alimenti corrispondano al profilo nutritivo di una dieta nutrizionalmente adeguata
b) Per alcuni alimenti, esistono prove di benefici per la salute che non possono essere attribuiti al loro contenuto specifico di nutrienti (ad esempio, frutta e verdura). Il livello di consumo di alimenti con relazioni accertate con la salute, ma che non sono specifici per i nutrienti, dovrebbe essere considerato quando si stabiliscono le FBDG (food-based dietary guidelines ) per i singoli Paesi.
e) I modelli di profilazione dei nutrienti devono tenere conto del ruolo e dell’importanza dietetica dei gruppi di alimenti e del loro contributo di nutrienti alla dieta complessiva della popolazione (o di gruppi specifici) al fine di garantire che alcuni alimenti dei gruppi di alimenti con una gruppi di popolazione), in modo da garantire che alcuni alimenti nei gruppi alimentari con un ruolo dietetico importante possano essere idonei a recare indicazioni nutrizionali.
Questo è il concetto di Indice di Qualità Nutrizionale che, stranamente, non viene preso in considerazione nonostante sia stato sviluppato all’università dello Utah (R. G. Hansen, Food Technology, 10, 86, 1991) e sia
fondato sulle seguenti assunzioni: una dieta dovrebbe fornire l’energia sufficiente e tutti i nutrienti richiesti per conseguire un buono stato di salute.
Un solo commento: il 90% degli italiani non ha la piu’ pallida idea di cosa sia Il Nutriscore e non sta certamente li’ a guardare i colori delle etichette.
Tutto il resto sono chiacchere di esperti e basta.
Un pò di pazienza Sig. Diego Matteuzzi: il sistema è nuovo, e come dice lei lo conoscono solo gli esperti e quei pochi come noi che son curiosi della tematica. Ma si presenta abbastanza bene per predirne una certa diffusione d’utilizzo. Certo, chi non usa la “zucca” durante gli acquisti continuerà a farlo, probabilmente; ma quelli sviati da informazioni pubblicitarie sulla confezione o microscopiche in etichetta, sfiduciati per la difficoltà di farsi un’idea, ne trarranno giovamento nella scelta dei prodotti.
Articolo molto interessante, e approfondito, che illumina sul modo in cui vengono trattate le informazioni, e sulle difficoltà che s’incontrano nel cercare di costruirsi un’opinione in materie che esulano dalle proprie conoscenze.
Sottolineo solo due cose:
1) “È interessante analizzare come sia stata manipolata la notizia di questo nuovo parere scientifico Efsa da parte di Federalimentare (Federazione italiana dell’industria alimentare)”. Il termine MANIPOLAZIONE è veramente preciso e calzante nel descrivere la posizione di questa federazione.
2) ” È strano che nel nostro Paese non si facciano studi seri indipendenti per demolire la narrazione di Federalimentare sulla superiorità dell’etichetta italiana su quella francese.”. Se nel mondo accademico non porrà fine al sistema di attribuzione delle cattedre, i titolari saranno piegati ai ricatti delle varie corporazioni, rinunciando con facilità alla vera ricerca. Si veda in proposito: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/05/28/news/processo_alluniversita_la_ragnatela_dei_concorsi_pilotati_sotto_inchiesta_191_docenti_in_nove_citta-351586005/
Queste due considerazioni mi portano a credere nell’utilità degli organismi sovranazionali, almeno per gli stimoli a una discussione più franca.
Non capisco tutta questa esaltazione per il Nutriscore. come è stato detto nell’articolo “È chiaro che la dieta complessiva è formata dai singoli alimenti e possiamo anche assumere prodotti con profilo nutrizionale sfavorevole (per esempio biscotti, merendine, creme spalmabili al cioccolato…)” cui io aggiungerei anche l’olio d’oliva extra-vergine.
Classificare un alimento senza riferirlo alla dieta nella quale entra, o a quanto se ne mangia è fuorviante. Gli alimenti non sono eletrodomestici, la cui efficienza energetica prescinde da quanti altri apparecchi eletrici siano presenti e attivi in casa. In questo caso un frigorifereo A sarà sempre più efficiente di uno E, quindi il giudizio di merito sarà sempre vero e mi guiderà nella scelta.
Ma nel caso di un alimento avere una classificazione svincolata dalla dieta non aiuta a capire.
Certo, esiste il problema di definire le porzioni, però il Nutrinform battery mi pare essere più utile per capire quanto posso mangiare di un alimento.
Mi scusi Sig. Filippo Rossi, dove rileva l’esaltazione per il Nutri-score? Cosa intende profilo nutrizionale sfavorevole nell’olio extra-vergine di oliva?
Aggiungo che, quando gli alimenti riporteranno il Nutri-score sarà possibile impostare la propria dieta basandosi sull’etichetta. Non sarà difficile da capire (piuttosto da attuare, il che esula da questa risposta).
Poi, molti prodotti riportano già il suggerimento quantitativo per porzione. Questa però varia in base a molti parametri, mentre il Nutri-score definisce le caratteristiche intrinseche di ogni alimento, come evidenzia l’Autore dell’articolo.
A mio giudizio siamo – probabilmente – di fronte a un “passo avanti” nella chiarezza del profilo nutrizionale. Molti potrebbero optare per una scelta rapida d’acquisto basandosi solo su questo innovativo messaggio.