piccola bottiglia di plastica di acqua minerale chiara nel naturale molto fresco foglie verdi sfondo inquinamento

Numerose indagini dimostrano chiaramente che i “Green Claims” hanno un notevole impatto sul comportamento dei consumatori e sulle decisioni che assumono in fase di acquisto. Tuttavia veicolare prodotti con affermazioni fuorvianti è un fenomeno in crescita in quasi tutta Europa e che coinvolge svariati settori, tra cui quello delle bevande imbottigliate.
Proprio per questo motivo il BEUC, insieme a 14 organizzazioni nazionali per la tutela dei consumatori (tra cui Altroconsumo) di 13 Paesi europei ha presentato un avviso alla Commissione europea e alla Rete europea per la tutela dei consumatori (rete CPC), segnalando diverse potenziali pratiche commerciali sleali messe in atto dalle aziende.
L’avviso è accompagnato da un dettagliato report prodotto da BEUC con la collaborazione di ClientEarth (organizzazione legale e ambientale senza scopo di lucro, con sede a Londra e uffici a Bruxelles, Varsavia, Berlino, Pechino, Madrid e Los Angeles) ed ECOS (ONG internazionale con una rete di membri ed esperti che sostengono standard tecnici, politiche e leggi rispettose dell’ambiente)

Le scritte sulle confezioni: “riciclabile al 100%”

Nell’occhio del ciclone affermazioni come “Riciclabile al 100%” o “Realizzata con plastica riciclata al 100%” che costantemente appaiono sulle bottiglie monouso in PET in vendita sugli scaffali dei supermercati. Queste informazioni promuovono l’idea della “circolarità” dei contenitori. Si crea l’illusione che si possano riciclare le bottiglie più volte per crearne di nuove, neutralizzando così l’impatto della plastica sull’ambiente. Questi avvisi sono fuorvianti, si tratta di “Un greenwashing che certamente deve finire” come ha affermato Ursula Pachl, vicedirettrice generale del BEUC.

Uomo getta bottiglia di plastica in un cestino per la raccolta differenziata in strada
Uomo getta bottiglia di plastica in un cestino per la raccolta differenziata in strada

Dietro queste affermazioni green vi è molta psicologia nascosta: lo scopo è di persuadere il consumatore ad acquistare un prodotto piuttosto che un altro. È degno di nota il riferimento alla cifra tonda “100%”, probabilmente destinato ad avere un effetto particolare sui consumatori. Le ricerche dimostrano che i processi psicologici degli individui sono influenzati da numeri specifici, e in particolare da numeri tondi; ciò innesca il cosiddetto “round number bias” che ne influenza il comportamento.
Nel complesso, le affermazioni, in particolare quando sono accompagnate da dichiarazioni e immagini generiche di sostenibilità, promuovono il concetto che l’acqua in bottiglia di plastica possa essere sostenibile dal punto di vista ambientale.

Aspettative e realtà: la plastica è sempre riciclabile e riciclata?

L’affermazione “100% Plastica Riciclata” indurrebbe il consumatore a pensare a una bottiglia interamente realizzata con materiali riciclati che, a loro volta, siano stati  precedentemente già utilizzati, passati attraverso il processo di gestione dei rifiuti, un processo di riciclaggio e rigenerati in un nuovo prodotto.
La realtà non corrisponde alle aspettative per svariate ragioni. Innanzi tutto  solo uno dei molteplici componenti che costituiscono la bottiglia (il corpo) è realizzato con plastica riciclata. Secondo il BEUC tappi ed etichette non possono essere realizzati con materiali riciclati.
Inoltre, spesso sono utilizzati ritagli e scarti di processi produttivi che coinvolgono plastica vergine e non plastica riciclata.
Secondo i dati del rapporto BEUC, svariate aziende intervistate hanno dichiarato di utilizzare PET riciclato al 100% da prodotti post-consumo per come materia prima per le nuove le bottiglie di bevande, senza tuttavia disporre di una certificazione indipendente che possa verificarlo.

Il termine “riciclabile”

Il rapporto BEUC a questo punto apre diversi interrogativi sulla dicitura “100% riciclabile”. Il termine “riciclabile” si utilizza in contesti diversi da attori diversi e non ha un significato fisso né a livello legale né nel gergo comune. Come notato da Consumers International, il termine è “ambiguo” e se un prodotto verrà riciclato dipende da molti fattori, non solo dalla natura dell’imballaggio. Ad esempio, la disponibilità di infrastrutture per raccogliere il materiale, l’efficacia dei processi di smistamento, la disponibilità di processi di riciclaggio adeguati e la loro efficacia, nonché l’esistenza di mercati finali per i materiali riciclati.
Per il consumatore medio, è logico aspettarsi che l’affermazione “riciclabile” abbia un significato pratico. Cioè, che possa aspettarsi che il prodotto sia riciclato completamente e nella sua zona.
Nel caso delle bottiglie per bevande l’idea del riciclaggio “da bottiglia a bottiglia” e l’immaginario circolare sono stati fortemente promossi. I consumatori possono quindi presumere che “riciclabile” in questo contesto significhi che la bottiglia per bevanda si potrà riciclare in una nuova bottiglia per bevande.
In realtà, spiega il Beuc: “Nessuno dei componenti della bottiglia per bevande, nemmeno il componente PET, viene riciclato al 100%, né questo è tecnicamente realizzabile. Per i componenti non PET della bottiglia (ad esempio, tappi ed etichette), i risultati del riciclaggio sono notevolmente più poveri rispetto al PET. In entrambe i casi, è altamente improbabile o impossibile che vengano riciclati in componenti per nuove bottiglie, ovvero nuovi tappi ed etichette. Gli adesivi e gli inchiostri non sono nemmeno tecnicamente riciclabili”.

Le bottiglie di plastica usate non possono diventare nuove bottiglie di plastica in un ciclo infinito

L’analisi del BEUC

A conti fatti, secondo l’analisi del BEUC, la rappresentazione del riciclaggio delle bottiglie di plastica è lungi dall’essere all’altezza né della realtà attuale né del prossimo futuro del sistema di riciclaggio della plastica. Le bottiglie di plastica usate non diventano e non possono diventare nuove bottiglie di plastica in un ciclo infinito. Anche se potessero, ciò non significherebbe che le bottiglie di plastica per bevande sono un prodotto ambientalmente neutro o “sostenibile”: hanno comunque un impatto estremamente negativo sull’ambiente rispetto all’acqua del rubinetto e all’uso di bottiglie riutilizzabili.

Perché non esiste il riciclo circolare

Anche solo considerando il corpo della bottiglia in PET, come spiegato in un rapporto del 2022 di Eunomia e Zero Waste Europe intitolato “How circolare is PET”, un sistema di riciclo “circolare” non esiste in Europa per i seguenti motivi:

1) Le perdite si verificano in ogni fase del processo di riciclaggio: raccolta, cernita, lavaggio, sfogliatura, riciclaggio e produzione. Ciò significa che la quantità di plastica ottenuta dal riciclo è di gran lunga inferiore alla quantità immessa sul mercato sotto forma di bottiglie. Si stima che il tasso di riciclaggio dei corpi delle bottiglie per bevande in PET nell’UE sia solo del 55%.
Il resto viene incenerito, finisce in discarica o disperso nell’ambiente. Sebbene i tassi siano più elevati in alcuni Paesi che utilizzano un sistema di restituzione dei depositi o altri sistemi di riciclaggio efficaci, un tasso del 100% è irrealizzabile, poiché queste perdite sono impossibili da eliminare.

2) Solo il 31% del PET riciclato derivato dai corpi delle bottiglie per bevande nell’UE si utilizza per produrre nuove bottiglie. Il 69% viene utilizzato per realizzare altri prodotti, compresi manufatti tessili e altri tipi di imballaggio. Questi prodotti, a loro volta, hanno meno probabilità di essere raccolti e riciclati. Anche quando ciò avviene, vengono trasformati in prodotti di valore inferiore.
Si tratta del fenomeno noto come noto come “downcycling”.

Il PET riciclato è poco

3) A causa di questi vincoli, la quantità complessiva di PET riciclato circolante nel sistema è molto inferiore rispetto a quanto implicano le affermazioni analizzate dal BEUC. Se il contenuto di riciclato nei corpi delle bottiglie per bevande fosse distribuito equamente tra tutti i contenitori per bevande immessi sul mercato dell’UE, si arriverebbe ad un valore medio del 17% di contenuto riciclato per bottiglia.

4) La plastica non è circolare né riciclabile all’infinito perché il processo degrada la plastica. Dopo un certo numero di cicli di riciclaggio è necessario aggiungere materiale vergine per mantenerne la qualità. Attualmente è possibile ottenere il 100% di PET riciclato nelle bottiglie per bevande, solo perché questo materiale è stato riciclato solo pochissime volte.

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La riciclabilità delle bottiglie di plastica

Le conclusioni

Le conclusioni del BEUC sono chiare: “La pratica pervasiva di riportare affermazione inesatte sul riciclaggio delle bottiglie di plastica per bevande vende, a un consumatore europeo sempre più attento all’ambiente, un prodotto che non esiste: gli imballaggi di plastica completamente circolari.
Una pratica che protegge i profitti delle aziende produttrici di bevande e dei produttori di plastica da combustibili fossili a scapito dell’informazione, della transizione ecologica e della tutela della salute pubblica. Inoltre impedisce ai consumatori di avere il potere di fare scelte più informate e di svolgere il proprio ruolo nella transizione”.
No sembra sia necessario aggiungere altro.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, Eunomia

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Luigi Eugenio Milani
6 Dicembre 2023 10:22

Sarebbe interessante sapere quanta e quale energia viene utilizzata nel processo di recupero della plastica, in ciascuna delle fasi necessarie e indispensabili. Anche questo ha certamente un impatto ambientale non indifferente. Valutare quindi se questo processo di smaltimento-recupero è il più funzionale ed ecologico rispetto a eventuali altri sistemi (quali?) in cui la plastica venga eliminata e ne venga prodotta di nuova.

Mauro
Mauro
12 Dicembre 2023 01:49

Quali sono le garanzie di igienicità nell’uso di plastica riciclata a contatto degli alimenti ?
Per quanto riguarda il riuso del vetro non ci sono problemi dato che l’alta temperatura di fusione del vetro garantisce l’igiene. Invece per quanto riguarda la plastica riciclata a contatto degli alimenti , le garanzie sanitarie non sono affatto chiare.
Si “esalta” l’aspetto di riduzione della CO2 (sicuramente importante) ,ma non si chiarisce come nel riciclo della plastica destinata al contatto alimentare vengano garantiti al 100% gli aspetti igienici .

Alberto
Alberto
Reply to  Mauro
2 Gennaio 2024 15:25

il PET viene lavorato a temperature prossime ai 300ºC
il PP, la plastica più utilizzata per almenti, e il PE vengono comunque lavorati a temperature superiori ai 200ºC
non deve preoccuparsi, si presume che a quelle temperature i patogeni vengano eliminati!
c’erano perplessità sul prione della BSE

Mauro
Mauro
Reply to  Alberto
3 Gennaio 2024 02:49

Salve,
quando parlo di garanzie sanitarie non mi riferisco solo ai patogeni, ma anche a tutte le sostanze di varia origine organica e non che possono in qualche modo rimanere nei vari composti platici che poi andranno a contatto intimo con gli alimenti.
Inoltre se il problema della sanificazione della plastica si risolve come lei dice semplicemente con temperature di lavorazione superiori a 200 gradi , non si capisce perché fino a non molto tempo fa era tassativamente obbligatorio utilizzare per i composti a contatto con gli alimenti del prodotto vergine non proveniente da riciclo; ( le temperature di lavorazione del PET e del PP erano le stesse quindi ….)
Comunque anche il solo problema del prione della BSE non mi pare un problema trascurabile.
Non mi pare inoltre che siano disponibili dati aggiornati alla plastica riciclata sulla migrazione di sostanze potenzialmente tossiche dal contenitore al contenuto che come lei sicuramente saprà, è in funzione della acidità degli alimenti , della luce, della temperatura ecc.. ecc .
Per concludere il vetro non pone problemi di migrazione e fonde tra i 1200 e i 1600 gradi circa, e quindi offre al consumatore ben altre garanzie.

Silvio Bassi
Silvio Bassi
2 Gennaio 2024 15:38

Articolo interessante; purtroppo la normativa in materia di Greenwashing non è ancora in vigore, il che lascia spazio a distorsioni della realtà nel senso indicato nell’articolo.

Roghi Anna Maria
Roghi Anna Maria
3 Gennaio 2024 17:28

Trattazione molto completa del fenomeno a molti poco noto. Grazie cordiali saluti

Carla Zanardi
Carla Zanardi
Reply to  Roghi Anna Maria
6 Gennaio 2024 22:50

Oltre alle eventuali sostanze derivate da impieghi precedenti, che tornerebbero a contatto con gli alimenti nella plastica riciclata, sarebbe utile conoscere se, in quanto tale, la plastica stessa, vergine o no, rilascerebbe comunque componenti (quali?) alle bevande o ai cibi solidi. E con quale rischio.

Antonio Protopapa
Antonio Protopapa
8 Gennaio 2024 13:27

Buongiorno, credo che abbiate bisogno di essere coerenti negli articoli che scrivete. Riciclabilità e circolarità sono 2 concetti completamente diversi mentre voi li scambiate continuamente. L’acciaio o il vetro sono riciclabili al 100%? Secondo voi lo sarebbero solo se la bottiglia di vetro tornasse bottiglia (impossibile da dimostrare) o il barattalo nuovamente barattolo. Inoltre alcuni produttori scrivono che il termine 100% è riferito solo alla bottiglia e non ai componenti. Se siete disponibili scrivetemi e organizziamo un incontro di approfondimento.