Assortimento di legumi, lenticchie, chikpea e fagioli in diverse ciotole su tavolo bianco. legumi leguminose proteine vegetali

Il 10 febbraio è la giornata internazionale dei legumi dell’ONU e due giorni prima, l’otto, ci sarà un evento dedicato a Roma, seguibile anche in streaming. Una celebrazione la cui prima edizione è del 2019 e che ha lo scopo di accendere un faro su queste fonti preziose di proteine, vitamine e fibre alternative alla carne e non solo che, oltretutto. Si era scelto il 2013 come anno internazionale dei legumi, elementi preziosi non solo per la nutrizione ma anche per l’agricoltura visto che fissano l’azoto, migliorando le condizioni dei terreni.

Lo studio sui fagioli bianchi

La giornata, quest’anno, celebra anche una tendenza positiva: quella dei giovani a consumare piselli, lenticchie, ceci, fagioli, ecc: secondo un recente sondaggio della Heinz sui ragazzi inglesi, il 40% di loro nell’ultimo anno, ne ha aumentato il consumo, e il 41% li indica come ottime fonti di proteine. Ora, a ulteriore sostegno di questa scelta, uno studio pubblicato su EBio Medicine, rivista del gruppo di Lancet, suggerisce che i legumi, e in particolare i fagioli bianchi, possano modificare il microbiota intestinale in senso positivo, agendo da prebiotici, cioè da substrati per le specie batteriche migliori, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione della formazione di polipi e tumori del colon retto.

Fagioli bianchi al vapore con verdure in salsa di pomodoro. Vista dall'alto legumi leguminose proteine vegetali
I fagioli bianchi possono modificare il microbiota intestinale in senso positivo

In esso gli oncologi dell’MD Anderson Cancer Center di Houston, uno dei centri di ricerca e cura oncologica più prestigiosi del mondo, hanno sottoposto una cinquantina di persone obese, con una storia di polipi o tumori intestinali, a una dieta che comprendeva anche una piccola porzione (circa 16 grammi) di fagioli, oppure no (nel gruppo di controllo), portata avanti per otto settimane e poi hanno invertito i gruppi, ossia dato i fagioli a chi non li aveva avuti, e tolto gli stessi a chi invece aveva fatto parte del gruppo di “trattamento”. Nel frattempo, ogni quattro settimane, hanno analizzato accuratamente campioni di sangue e di feci di tutti i partecipanti, per monitorare i cambiamenti.

I risultati

Alla fine il risultato è stato che, in coloro che avevano mangiato i fagioli (cotti a vapore, conservati in scatola con una soluzione di acqua e sale marino), la flora batterica intestinale era cambiata, e presentava un aumento significativo di alcune specie note per avere un effetti protettivo quali Faecalibacterium, Eubacterium e Bifidobacterium. A conferma della variazione, si è avuto anche un aumento di alcuni metaboliti batterici positivi come certi acidi grassi a catena corta e una molecola chiamata acido pipecolico. Specularmente, sono diminuiti quelli associati a specie più pericolose come l’indolo. Lo stesso tipo di tendenza è emersa con i marcatori dell’infiammazione che è diminuita, quando nella dieta c’erano i fagioli.

Tutto ciò conferma, ancora una volta, che i vegetali ad alto contenuto di fibre sono positivi per l’intestino e che i fagioli, in particolare, andrebbero consumati più spesso, anche quotidianamente, anche perché per avere benefici significativi bastano porzioni assai modeste.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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alberto rutili
alberto rutili
10 Febbraio 2024 08:34

Tra le tante <> questa davvero importante e utile.
Bravi al solito

gianni
gianni
10 Febbraio 2024 21:47

La produzione di legumi in Italia è calata paurosamente negli ultimi quarantanni e nonostante l’interesse dei consumatori stenta assai a riprendersi, perchè? Solo questione di soldi?
Si enumerano diligentemente e dettagliatamente una serie di vantaggi nutrizionali e ambientali, sono facili da conservare, richiedono solo qualche accortezza nella preparazione e bla bla bla, roba conosciuta dai tempi di Matusalemme, ma niente da fare………
Anche l’ottimo esperto signor Paolo Parisini ( e soci di belle riunioni sulla giornata del legume ), purtroppo, finisce per svilire e condannare i prodotti naturali sani e sostenibili, anche in campo bio.
Dice infatti:
“In Italia è auspicabile un netto aumento delle superfici e delle rese ettariali per soddisfare l’aumento della domanda diretta interna e per l’esportazione di alcuni trasformati tipici apprezzati nel mondo. Affinché ciò si verifichi è necessaria una ricerca specifica e di conseguenza un miglioramento genetico finalizzato alla esaltazione dei fattori positivi e all’annullamento di quelli negativi.”
Enunciando la ricerca di una perfezione che nemmeno i migliori ingenierizzati riescono a dimostrare nel passaggio dal laboratorio al campo aperto.
Immagino il suo pensiero corra al legume frequentatore dei laboratori per eccellenza , la soia.
Nonostante gli innumerevoli vantaggi dei cultivar naturali dei legumi attuali si prende a paragone il prodotto ” perfetto ” figlio di un dio maggiore amico dei produttori di erbicidi, pesticidi e fertilizzanti, attori che remunerano bene i detentori del potere economico, con la complicità, la poca lungimiranza e indipendenza dei politici nostrani, di ieri e di oggi, bipartisan.

Luciano
Luciano
11 Febbraio 2024 18:37

I fagioli questi sconosciuti, la maggior parte delle persone pensa che siano indigeribili e causa di problemi intestinali, mentre pensa che la carne rossa, insaccati ecc. siano una buona fonte di proteine; proprio vero che Dio acceca chi vuol perdere.

Salvatore
Salvatore
28 Febbraio 2024 09:20

Le informazioni serie e verificate professionalmente sono sempre ben accette