Expo 2015: presenti Illy, Lavazza, San Pellegrino, Coop e Eataly. Assente Barilla. In forse Grana Padano. Affiti esagerati: un milione di euro per 100 mq
Expo 2015: presenti Illy, Lavazza, San Pellegrino, Coop e Eataly. Assente Barilla. In forse Grana Padano. Affiti esagerati: un milione di euro per 100 mq
Roberto La Pira 9 Maggio 2014La presenza italiana non si ferma qui. A distanza di qualche centinaio di metri dal padiglione si trova il Future Food District che ospiterà un supermercato del futuro firmato Coop, di 1.500 metri quadri, frutto di un progetto targato Expo e Mit di Boston. Si tratta di un investimento di 13 milioni di euro nel quale si declinerà il modo di fare la spesa in futuro, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità. Uno degli obiettivi prefissati è raggiungere l’autosufficienza energetica. Tra le novità che Coop metterà a disposizione dei visitatori desta curiosità un carrello “parlante” per la spesa in materiale riciclato e riciclabile in grado di interagire con il consumatore attraverso attività di marketing e di promozione in funzione delle aree visitate.
Sui banchi ci saranno inoltre etichette virtuali per descrivere in modo meticoloso le caratteristiche del cibo. Coop non paga affitto ma si è impegnata a vendere 700 mila biglietti che dovrebbero costare 39 euro l’uno (gli organizzatori hanno però calcolato che tra sconti e offerte il consumatore medio pagherà solo 22 euro!). Per quanto riguarda le royalty collegate alla vendita dei prodotti sono in corso trattative.
Nel Future Food District ci sarà anche un altro edificio affidato a Eataly che occuperà 8.000 metri quadrati. Il progetto prevede 14 ristoranti gestiti da 84 chef regionali che si avvicenderanno ogni mese per proporre i piatti della tradizione culinaria. Ferrero indicato nel sito come un partner si è impegnata a inserire i biglietti di ingresso a Expo tra i “regalissimi”, la raccolta punti abbinata all’acquisto di merendine Ferrero (vedi foto a lato).
Per concludere il panorama del made in Italy all’interno di Expo 2015 ci sarà un’area espositiva autonoma destinata ad ospitare la filiera ittica e la cascina Triulza dove saranno presenti le Onlus. Nella lista dei partecipanti che siamo riusciti a scoprire mancano molti protagonisti dell’industria alimentare e soprattutto non c’è traccia di una filiera della pasta! Il motivo resta ignoto, ma una cosa è certa, Barilla ha deciso di non essere presente. Sembra che il costo esagerato degli spazi abbia influito sulla scelta finale. L’azienda di Parma pur essendo uno dei grandi assenti, ha però lanciato poche settimane fa il protocollo di Milano una sorta di decalogo di principi che l’azienda vorrebbe venisse adottato come manifesto ufficiale dell’esposizione.
Anche Parmigiano Reggiano ha optato per una presenza “discreta”. Secondo voci ben accreditate, uno dei formaggi tipici della tradizione casearia italiana sarà ospite nello spazio acquisito dalla regione Emilia-Romagna. Anche il Grana Padano non ha partecipato ai bandi e deve decidere se e in che modo essere presente. La situazione è ancora abbastanza fluida e la crisi sulle ipotetiche tangenti versate di cui si dibatte in questi giorni non aiuta certo a fare chiarezza. Vi terremo aggiornati.
Roberto La Pira
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Foto Istockphoto.com
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Un articolo veramente utile che coglie un aspetto interessante e inquietante di questa “grande abbuffata” che e’ Expo2015.
Secondo me e’ premiante NON esporre a Expo2015: chi ci va (intendo espositori, ma alla fine anche visitatori) mostra di accettare un sistema contrario alla tipicita’ del made in Italy.
Un milione di euro per 100mq?
L’ennesima kermesse dei ricchi e per i ricchi,
grazie di cuore da parte del vero volano del nostro paese, le piccole e medie imprese…in fallimento!