Ritratto di donna caucasica che guarda il prodotto al negozio di alimentari. Acquisto ispanico felice della ragazza nel supermercato che legge le informazioni sul prodotto. Costumer che compra cibo al mercato, concetto di stile di vita della donna.

Dai prodotti “senza glifosato” a quelli “con fermenti lattici” e “con lievito madre”, sono le  nuove scritte riportate sulle etichette dei prodotti alimentari evidenziate  dall’Osservatorio Immagino di Nielsen. Il documento raccoglie i risultati emersi dall’analisi di oltre 106 mila prodotti alimentari oltre a quelli per la cura della casa e della persona.

Nell’universo dei prodotti “senza”, come sempre in gran voga, le novità rilevate dal rapporto includono gli alimenti “senza lievito”, quelli “senza aromi aggiunti”, che si inseriscono nel florido filone dei “senza additivi”, e addirittura quelli “senza glifosato”. Spiccano anche le etichette che vantano il frase“non fritto”. Rimangono sempre valide le diciture sui prodotti “senza antibiotici”, che fanno registrare un vero e proprio boom di vendite (+87%).

Grande successo anche per i prodotti pensati per gli sportivi e gli appassionati di fitness, e aumentano le etichette che segnalano l’uso di lievito madre, come ingrediente “benessere”. In crescita anche gli alimenti con fermenti lattici (+3,7%), come yogurt e kefir, ma anche integratori. Continua il trend positivo anche per il cibo ricco di fibre (+5,9%) e integrale (+6,8%).

Anche se la crescita rallenta (solo 1,3% contro al 3,5% dell’anno precedente), il rimando all’italianità resta un fenomeno importante:  un prodotto su quattro aveva in etichetta la scritta “100% italiano”, “prodotto in Italia” o la bandiera italiana.

Per scaricare il rapporto completo clicca qui.

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Mauro
Mauro
27 Febbraio 2020 11:16

Be’, dopo aver sentito tempo addietro una coppia scegliere un tonno in scatola col criterio “dai prendiamo questo, è quello ‘apro io o apri tu’ che era in tv” mi sono fatto persuaso (come direbbe Montalbano) che il consumatore quadratico medio è molto superficiale imbecille, e che fanno bene a vendergli qualunque cosa sfruttando le mode.

Quelli che si salvano continueranno imperterriti a scegliere i prodotti in base al contenuto, leggendo gli ingredienti e scoprendo, ma è solo un esempio, che il biologicissimo pesto senza questo e con quello ha come primo ingrediente olio di semi (!), come secondo il 22% di basilico, come terzo anacardi (!?)… mentre il tranquillo e anonimo pesto sottomarca ha basilico 33%, olio d’oliva e pinoli, e costa molto meno.

Mauro